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Piccoli grandi musei italiani

“Una cosa bella è una gioia per sempre”
John Keats

Il cimitero acattolico
di Roma

di Alessandro Gentili


   

Secondo le normative ecclesiastiche della Chiesa Cattolica, ai Protestanti è sempre stata preclusa la sepoltura in chiese cattoliche o in terre consacrate. Tuttavia, nelle località portuali, verso il XVI secolo, si cominciarono a destinare spazi di sepoltura per persone di fede non cattolica, vedi Livorno (dal 1598) e Venezia (dal 1684).

Troviamo cimiteri non cattolici anche a Firenze e a Bagni di Lucca. Il Cimitero Acattolico di Roma risale almeno al 1716, stando a documentazione che riporta il permesso  concesso da Papa Clemente XI,  per membri della Corte Stuart in esilio dall’Inghilterra, ad essere sepolti di fronte alla Piramide. Il permesso fu esteso ad altre persone non cattoliche, molte di loro giovani nel compimento del Grand Tour.

Oggi come allora, il terreno è a ridosso di due antichi monumenti: la Piramide di Caio Cestio, risalente circa al 12 a.C., e le Mura Aureliane, che fanno da cornice di sfondo al Cimitero. La tomba più antica e di cui si sono trovate tracce è quella di George Langton, laureatosi ad Oxford.  I suoi resti furono trovati durante degli scavi effettuati nel 1929, coperti da una placca a forma di scudo in piombo recante una iscrizione. Il primo nord americano fu sepolto nel 1803 (la diciottenne Ruth McEvers) e nello stesso anno, il Barone Friedrich Wilhelm von Humboldt, ministro della Prussia e residente a Roma, vi seppellì suo figlio Wilhelm di nove anni. Tra il 1738 e il 1822 trovarono sepoltura più di sessanta persone.

Nel 1821 il Papa proibì di effettuare ulteriori sepolture di fronte alla Piramide concedendo però un lotto di terra adiacente intorno al quale fu costruito un muro perimetrale (il “Nuovo Cimitero”). Nel 1824 la Santa Sede permise lo scavo di un fossato di protezione intorno al Cimitero Vecchio. Il Nuovo Cimitero fu ampliato per ben due volte nel corso del 19° secolo. Il secondo ed ultimo ampliamento del 1894 gli conferì dimensioni e definizione, nella misura che vediamo tutt’oggi.

   

Una cappella fu eretta nel 1898. Nel 1910, un accordo formale con l’allora Sindaco di Roma, Ernesto Nathan, definì il Cimitero come culturalmente importante e degno perciò di speciali salvaguardie. Nel 1918 fu dichiarato Zona Monumentale d’Interesse Nazionale. Non c'è al mondo altro cimitero che ispiri un tal senso di pace infinita, di speranza e di fede. Nella pace solenne dormono insieme l'ultimo sonno uomini di ogni razza e paese, d'ogni lingua ed età.

Quanti qui riposano all'ombra della Piramide di Caio Cestio , fra cipressi, mirti e allori, rose selvatiche e fiammeggianti camelie, hanno tutti potuto godere la felicità di vivere più o meno a lungo nella Città eterna. E’ uno dei luoghi di sepoltura tutt’ora in uso più antichi in Europa, in quanto l'inizio del suo utilizzo risale al 1716 circa Da allora quasi 4000 sono le persone che dormono qui l'ultimo sonno: inglesi e tedeschi i più, ma anche molti americani e scandinavi, russi, greci; persino qualche cinese e rappresentante di altri paesi orientali. La popolazione del Cimitero è eccezionalmente varia, ma anche eccezionalmente ricca di scrittori, pittori, scultori, storici, archeologi, diplomatici, scienziati, architetti e poeti, e tra loro, molti di fama internazionale. Molti sono gli artisti che qui riposano: notissimi i nomi di Keats e Shelley, le cui tombe sono mèta di pellegrinaggio per tanti inglesi.

Oltre al significativo numero di tombe protestanti e ortodosse orientali, vi si possono trovare tombe appartenenti ad altre religioni quali l’Islam, lo Zoroastrismo, il Buddismo e il Confucianesimo. Le iscrizioni sono in più di quindici diverse lingue – lituano, bulgaro, ceco-slavo, giapponese, russo, greco e avestico, e spesso incise con i tratti della propria scrittura.

   


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)