f



Cinema

Inquadratura sul cinema italiano indipendente

Mai su questi schermi

Tonino Zangardi

di Giada Gentili

Tonino Zangardi è ampiamente riconosciuto come uno dei principali autori e registi indipendenti italiani del nostro tempo.

Annovera una lunga gavetta in tv, l'esordio nel cinema nel 1993 e tre film nella sua carriera.

A conferma di questo l'associazione culturale Salento Cinema lo ospiterà nella Mini Rassegna Incontri con il cinema indipendente dal 5 al 7 Aprile 2013.

Tonino Zangardi inizia con la regia per i video clip degli Afterhours e Gianna Nannini; milita nella televisione lavorando per Geo&Geo, diverse trasmissioni e fiction RAI e Mediaset fino al suo esordio come regista nel cinema con il film Allullo drom.

Vincitore di diversi premi come il Roberto Rossellini al festival di Salerno per la miglior opera prima, e il Gran premio della giuria al festival di Bellinzona per il film Prendimi e portami via.

Il suo ultimo film, Sandrine nella pioggia, narra la storia di un integerrimo poliziotto, Adriano Giannini, che intreccia una drammatica e contorta storia d'amore con Sandrine, una ragazzina che si prostituisce per vivere.

   

Hai spaziato molto nella tua carriere di regista, sei passato dai videoclip, alla tv al cinema. L'ambito a te più congeniale qual è tra questi?

Sono tutti lavori molto diversi tra loro, la mia propensione è più per il cinema ovviamente ma sono un regista a cui piace viaggiare attraverso i generi. Nonostante questo una delle mie grandi passioni è la musica, spesso scrivo le mie sceneggiature ascoltandola, e anche se il linguaggio dei videoclip è diverso rispetto a quello dei film è stato entusiasmante lavorare per il mondo musicale.

Probabilmente la televisione dà più da mangiare rispetto al cinema. Ciononostante negli ultimi anni ti sei dedicato solo al grande schermo. Perché?

Preferisco il cinema alla televisione, non rimpiango ciò che ho fatto ma oggi in tv non c'è più la stessa libertà di un tempo.
Il 90% dei lavori che vengono realizzati sono scelti dall'alto e il regista è solo un esecutore che non ha libertà di imporsi sui copioni o sul cast.
Anche per questo non vado d'accordo con il mondo della tv, si decide cosa mandare in onda anche in base ai gusti del pubblico.
Ad esempio la fiction che ho realizzato per la RAI, Zodiaco, è stata trasmessa su RAI 2 e l'hanno seguita circa un milione di persone per la prima puntata; questo non è stato abbastanza per i vertici che hanno deciso di spostarla su un altro canale, io mi sono opposto ovviamente.
Ma per questi motivi mi sono allontanato e sono stato allontanato. Ora sto lavorando anche ad un altro progetto in due puntate ma è bloccato perché mi sono imposto per lavorare con il mio copione.

Parliamo di Sandrine nella pioggia, il tuo ultimo film. La storia si articola in una trama che alterna momenti favolistici alla cruda e quasi squallida realtà dei nostri giorni. Da cosa è nata la sceneggiatura?

E' chiaro che nel film, come nella vita, c'è il contrasto tra realtà e sogno, l'intenzione di partenza era quella. L'idea è nata dalla mia voglia di raccontare passione e ossessione. Nella vita normale possono esserci casualità e situazioni drammatiche, come nel caso del protagonista del mio film, che ti sconvolgono. Così anche che l'arrivo di una persona come Sandrine, decisamente fuori dal comune, può cambiarti la vita. E' quello che poi vorremmo vivere tutti noi, ma nella realtà una situazione come quella del film sarebbe difficile da gestire.

Il film si lega al cinema indipendente, data l'assenza delle grandi major. Com'è stato possibile trovare i fondi per girare?

Oggi per girare si devono anzitutto fare film a basso budget e bisogna coinvolgere piccoli imprenditori sull'idea che si ha. La mia società di occupa anche della distribuzione perché spesso i film indipendenti non riescono ad uscire al cinema, bisogna invece garantire che abbiamo visibilità. Per quanto riguarda i fondi nello specifico un regista deve essere un produttore perché di produttori che investono nel cinema ce ne sono pochi. Un altro aiuto può darlo anche il MiBAC (Ministero dei Beni e Attività Culturali).
Per il resto, anche se scontato, bisogna crederci perché la strada è dura e molto lunga. Può volerci anche più di qualche anno prima di iniziare a girare.

Qual è il tuo posto nel panorama del cinema italiano oggi?

Mi colloco nel cinema d'autore ma non per scelta mia, queste etichette vengono date da chi scrive di una persona, giornalisti e critici.

A cosa pensi possa essere attribuita la crisi del nostro cinema?

Il motivo è che il 90% dei film sono di bassa qualità. A parte qualche nome, Garrone, Sorrentino, Luchetti (che sono ormai considerati autori internazionali), il livello dei restanti è basso.
Mi rendo conto che c'è una parte di pubblico che va vedere I soliti idioti, ma non si può arrivare a fare tutti film con due parolacce, piccole storielle senza senso e attori che recitano male.
Sembrano delle fiction televisive portate al cinema.
Non dico che i miei film siano perfetti, ad alcuni Sandrine nella pioggia non è piaciuto ma nel mio caso c'è il tentativo vero di fare cinema, si possono criticare alcune scelte ma almeno non mi si può accusare di fare film stile-fiction e senza storia.

Oggi i film indipendenti possono essere considerato un antidoto alla crisi del cinema italiano?

No, l'antidoto è fare bei film. Non importa se siano indipendenti o meno, tra l'altro anche tra i film indipendenti ci sono delle porcherie inaudite, autoreferenziali e noiose, l'importante, ripeto, è fare bei film. Naturalmente, e mi sembra ovvio, se non si è legati alle leggi delle case di produzione la creatività e gli artisti stessi possono esprimersi più liberamente.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)