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Humour - Cronache cittadine

Amerigo: storie da utopia

(terza punta)

di Alessandro Gentili

Esiste un campo di calcio, una palestra e una piscina ridotta ad Amerigo.
Il campo di calcio è situato tra la Chiesa e il Cimitero, la palestra è di proprietà del decano di Amerigo, notaio Giuseppe Revis e la piscina è attigua a casa Ravello, una famiglia composta da 12 persone, di cui avremo tempo di parlare.

Non esiste una squadra di calcio ad Amerigo.
Motivo? Nessuno ha mai giocato a calcio e le notizie sui vari campionati e competizioni calcistiche sfiorano Amerigo come il caldo sole in pieno inverno in alta montagna.
Davvero insolito. E sospetto.
In una nazione come l’Italia che vanta quattro titoli mondiali, un giro d’affari che è una finanziaria, corruzione a tutti i livelli, unità nazionale dispiegata sulle note dell’inno prima del fischio d’inizio, il fatto che nessuno abbia mai tirato un calcio ad un pallone (in un regolare rettangolo di gioco) ha costretto più volte i media locali e nazionali ad inviare giornalisti e troupe televisive.

Due anni fa arrivò perfino “Chi l’ha visto” ma il servizio non andò mai in onda.
E’ seppellito in qualche archivio RAI, bollato come pericoloso e sovversivo (ma lo si tiene in vita per un futuro quando ad Amerigo le cose cambieranno, dicono i dirigenti minacciosi).
Poi fu la volta di “Repubblica” che in piena campagna politica regionale voleva dirottare i voti di Amerigo su una lista di suo gradimento.
Sembra che Berlusconi e Barsani si siano rifiutati di andare a risvegliare le coscienze politiche e perfino Grillo abbia nicchiato sulla proposta. Per Monti e la Fornero, Amerigo è un non-luogo (a procedere, dicono gli abitanti locali snocciolando olive).

L’estate scorsa una squadra di calcio del campionato maggiore scelse Amerigo per gli allenamenti estivi. Nulla di nuovo perchè molte squadre vanno in montagna: aria fresca, mangiare genuino, capacità di portare spettatori e turismo, gratitudine locale. Mah. Sì, la squadra venne pure. Sì, l’aria era fresca e il mangiare ottimo. Ma che dire del paese che durante i 15 giorni in cui la squadra soggiornò ad Amerigo fu praticamente deserto? Quasi fosse stato colpito da un virus e messo in quarantena (quindicena?).

La notizia ovviamente non passò inosservata e un’ ennesima indagine fu condotta dagli emissari del Potere Centrale. Risultato? Gli amerighesi soffrono il calcio, i tifosi e la televisione. Altra indagine. Altri emissari.
Infatti: ad Amerigo nessuna possiede la televisione. Ergo: nessuno paga il canone. Come si fa a manipolarli? Che fanno la sera gli abitanti? Altra indagine, altri emissari. Uffa: può bastare.

Disegno di legge sul tavolo del governo: cancellare Amerigo dalla geografia nazionale, deurbanizzazione e indagine capillare di Equitalia.
Proposta del sindaco di Amerigo: riconversione del campo di calcio.
Proposte: pascolo per greggi precocemente invecchiate, minigolf o lasciare che la natura faccia il suo lavoro con calma?
Amerigo. Comune deitalianizzato. Abitanti 3267.


Humour - Tempi... Moderni?  

Revisionismo

di Giuseppe Sanchioni

La Direzione Centrale dei Proverbi e degli Adagi del Ministero per la Lingua Italiana Dura e Pura ha pubblicato la circolare in cui vieta, da ora in poi, di utilizzare il famoso proverbio “Morto un Papa se ne fa un altro”.

A seguito di tale provvedimento il proverbio citato verrà tolto dall'Annuario Ufficiale degli Adagi e dei Proverbi Popolari.

Rimarrà invece in vigore e liberamente utilizzabile l'altro proverbio che recita “Ad ogni morte di Papa”.

Il provvedimento si è reso necessario dopo gli ultimi fatti di cronaca per evitare pericolosi vuoti di potere ma anche una duplicazione delle cariche nel caso di un utilizzo incauto o superficiale del proverbio stesso.

Però dai banchi dell'opposizione qualcuno ha già ravvisato dei dubbi di costituzionalità della circolare non essendo l'Italiano la lingua ufficiale dello Stato secondo la Costituzione, cosa questa che renderebbe impossibile una giurisdizione sui proverbi da parte del Ministero stesso.

Una speciale commissione dirimerà la questione.

Cioè, come dice il proverbio, chi vivrà vedrà.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)