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Costume e societÀ

È la crisi, bellezza!

Il pane del giorno prima

di Elena Marchini

Il pane da millenni non è solo un cibo, ma è anche un simbolo.

Nella cultura cattolica, Gesù insegna ai discepoli, e ai credenti, a pregare Dio santificandolo, ringraziandolo e chiedendogli di donare quotidianamente del pane, quello necessario alla vita.

Ma se il pane non fosse più quello quotidiano?

Una volta, in effetti, e non mi riferisco ai tempi bui della guerra, ma a 30-35 anni fa, il pane quotidiano nelle famiglie italiane era un lusso. Il pane veniva preparato o comprato una volta a settimana, e poi conservato avvolto in tovaglie bianche e in pesanti coperte di lana per essere consumato giornalmente. Della suddetta produzione ovviamente non c’erano sprechi, non si buttavano le rimanenze, ma era usata tutta sino al suo esaurimento, che dava inizio a un nuovo processo di panificazione o a un nuovo acquisto.

In tempi di vacche grasse, il pane è diventato dapprima l’agnello sacrificale dei nuovi tempi, che doveva essere immolato in nome del ritrovato benessere, quindi nemico numero uno della dieta, e infine alimento povero e umile, tanto da essere sostituito da grissini e crackers, così nobili e chic.

   

Oggi, con le vacche di molto dimagrite, tante persone fanno fatica a mettere insieme il pranzo con la cena, e c’è anche chi non ha i soldi per mangiare pane fresco tutte i giorni.

A questa nuova emergenza molti commercianti hanno risposto con un’iniziativa, che come al solito trova sostenitori e detrattori divisi in due tifoserie: la vendita del pane del giorno prima.

Sempre più spesso in molti supermercati e negozi di generi alimentari non è insolito trovare il pane avanzato dal giorno prima, distribuito a metà prezzo o a costi ancora più contenuti, con ribassi sino al settanta per cento. La vendita del pane “vecchio” è organizzata in modo che il cliente possa servirsi da solo, senza che espliciti la richiesta davanti ad altre persone, garantendogli così la privacy nella scelta.

Qualcuno l’ha chiamato il pane anticrisi, altri invece trovano ignobile che venga messo in vendita un prodotto che altrimenti sarebbe destinato agli allevamenti di animali o ad essere gettato via.

Ognuno è libero di scegliere con quale tifoseria schierarsi, però crisi o non crisi, è bene imparare che gli sprechi non ci rendono di certo persone più ricche.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)