Arte
Hofficina d’arte - Roma
Le grattugie
di Masssimo Antonelli
Massimo Antonelli, per il quale il degrado urbano e umano sono da sempre il tema centrale della sua produzione e della sua indagine, espone alla Galleria di Claudio Marcantoni, palazzi e grattacieli di metallo e di ceramica in una specie di metropoli in miniatura.
Testi critici di Maselli, Marziani, Lodolo. Fino al 20 maggio.
Grattugie di pace
Remota “invenzione” è la Grattugia
pensata dagli dei o delle fate,
per trasformare comuni sostanze
in lievi delizie mantecate.
Prima fra queste meraviglie in assoluto
è il Parmigiangrattato detto anche Grana
che in perfetta armonia con la natura
inizia il Mondo... alla cucina sana.
Ma... verso il tremila,
l’Antonelli Massimo scultore,
giocoso inquisitore della forma,
è attratto nell’estetica magia della grattugia
oggetto seducente che lo possiede come un grande amore,
Lui comprende, modella e reinventa quella Forma strana
per tradurla in scultura di parola ma accade l’imprevisto
e la conquista di plastici volumi diventa un’ossessione:
spazio inquietanti della fantasia in gioco di specchi
mentre l’artista vince e si perde nell’attimo infinito della creazione.
Clima rovente dove l’oggetto cresce, si trasforma e vola,
si esalta e si umanizza in tempi surreali che quasi trascendono la mano.
E nascono sculture di tragica bellezza
città spettrali cresciute a dismisura in forma di alveare,
abbagli di luci vorticose o intrighi universali contro la ragione?
Diabolici strumenti di tortura o mostruose architetture in embrione?
E parte violentemente il capogiro... ma ormai è troppo tardi per fermarsi
e l’artista va verso l’ignoto... costretto a modellare:
Grattugie d’arte animate d’ogni specie e colore
Grattugie multiformi in varia materia e dimensione,
parvenza ipnotica e attraente... se la prendi per mano si lascia trasportare
mostrandoti qualcosa se guardi attentamente in trasparenza...ma che cosa?
Un mondo prigioniero pieno di vuoti e se ci soffi dentro...
può trasformarsi in melodioso strumento musicale?
Massimo ci ha provato ma non è nato suono e si è ferito... senza farsi male.
Talvolta la grattugia è un mare d’occhi...
unico sguardo che ti scruta come in un “giallo” un po’spettrale.
E non comprendi...se quei fori allungati o rotondetti
siano passaggi verso la salvezza...o trabocchetti,
parabola di un mondo perforato di ingiustizia senza amore
o innocenti corolle acuminate che fanno dell’oggetto grattugiante
un’arma impropria in mano all’incauto grattatore?
A un tratto... mentre la forma cresce, sfugge e trasfigura in arte,
l’uomo Massimo intuisce, sospetta qualcosa ma ancora non comprende:
“Innocente attrezzo culinario o...minaccioso simbolo di Marte?
Invenzione fantastica di un cuoco in po’ burlone
o micidiale strumento d’eterna distruzione?
Insomma quell’onesta Grattugia famigliare e sconosciuta
forma che allude e illude lunare e adamantina,
agli occhi spalancati di Antonelli artista grattugiato
appare sempre più lontana e sibillina.
Ma poi...poi, dopo mille clonazioni dell’oggetto
Massimo comprende, all’improvviso una mattina...
Che la grattugia siamo noi:
ruderi superbucati gettati allo sbaraglio.
Ed ecco in bella mostra svariati autoritratti dell’umano mortale
che a somiglianza di grattugia riesce spesso a fare...e a farsi male.
E appaiono altre grattugie in miniatura,
o enormi istallazioni protese verso il cielo come grida:
grattugie rituali in forma di rosa per ricordare al Mondo addormentato
l’uso a “doppio taglio” d’ogni cosa.
Ma quanti siano i buchi al mondo resta un mistero,
nessuno li ha contati.
Alternati in grandezze diverse, lisci o scabrosi,
sfuggono allo sguardo doppiamente camuffati
e fan ballare gli occhi se li fissi a lungo, provaci e vedrai:
tutti quei buchi sono un rompicapo, non puoi contarli mai!
Solo Lui, Massimo Antonelli detto il grattugia può farlo,
perchè ha sfatato il gioco traducendo materia in poesia
e lavorando caparbio nella sua “fucina” l’artista riesce ogni giorno
a mutare, in Talismani di pace, simboli minacciosi di follia.
Sarina Aletta