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Teatro

Casa Museo ''Cervi'', Gattatico (RE)

Festival di Resistenza

Teatro per la Memoria. Premio Museo Cervi.
XII Edizione per la rassegna di teatro contemporaneo
con 7 compagnie di rilievo nazionale scelte via bando.



70° anniversario della Resistenza

Giunge alla sua dodicesima edizione il “Festival di Resistenza. Teatro per la Memoria. Premio Museo Cervi” rassegna di teatro contemporaneo, promosso dall’Istituto Alcide Cervi in collaborazione con l’Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, Boorea, con il patrocinio dei Comuni di Reggio Emilia e Parma, della Provincia di Reggio Emilia e di Fondazione Teatro Due di Parma, che anche quest'anno porterà in scena, fino al 25 luglio, al Museo Cervi di Gattatico (Reggio Emilia) sette compagnie di rilievo nazionale individuate sulla base del Bando di Concorso uscito a marzo.

La vita delle donne e degli uomini, le contraddizioni del tempo presente, le emergenze del lavoro, i beni comuni, i diritti sociali e civili: questi alcuni dei temi che gli spettacoli porteranno in scena rimanendo fondamentale il richiamo alla Resistenza e alla sua memoria, ai valori di libertà, democrazia, giustizia sociale che la hanno motivata e che hanno attraversato Casa Cervi.

In questo senso la collocazione stessa del Festival, negli spazi esterni della casa contadina abitata dalla famiglia Cervi e oggi moderno Museo di Storia contemporanea, contribuisce a sua volta a determinarne i temi ricorrenti.

Elemento unificante degli spettacoli è lo stimolo che intendono portare, sensibilizzando alla riflessione ma anche all'azione come presa di posizione, come risveglio urgente a tempi sempre più incerti. Sempre forte dunque il compito del Festival di rinnovare la memoria, dando anche in questa edizione un contributo alla sedimentazione di saperi vitali, dinamici, intorno alle più importanti questioni della vita individuale e collettiva. Tutt’altro che una semplice testimonianza.

   


Il Programma

Contestualmente alla presentazione del programma, Ivano Marescotti con la sua performance in prima nazionale “Lo schermo sul leggio” ha commentato in un intreccio fra cinema e teatro, alcuni passaggi del film di Gianni Puccini "I sette Fratelli Cervi" di cui cade quest'anno il 45° Anniversario della prima proiezione, particolarmente significativo all'avvio delle Celebrazioni del 70° Anniversario della Resistenza.

Il Festival, ricordando il 7 luglio, 53° Anniversario dei Martiri di Reggio Emilia, si concluderà il 25 luglio, 70° Anniversario della caduta del fascismo, con la proclamazione e assegnazione da parte della Giuria degli spettacoli vincitori del Premio Museo Cervi.

Transit Teatro ha presentato “Luigi che sempre ti penza. Piccole cronache di un emigrante (in sette movimenti)” di e con Gigi Borruso e con Serena Rispoli. Luigi è uno dei tanti contadini siciliani emigrati in Germania negli anni '60. E' un Gastarbaiter, un 'lavoratore ospite' come in Germania si definivano gli immigrati italiani, con la sfumatura di sprezzo che non raramente è anche nella moderna definizione di extracomunitario. Ma Luigi è anche un personaggio fantastico, che nella sua esperienza di migrante, mentre lavora e vive in terra straniera, fra la 'baracca' e l'altoforno, intreccia storie diverse, parlando del suo e del nostro tempo, scrive alla sua famiglia, parla, canta e danza coi fantasmi, rappresentati secondo la migliore tradizione siciliana da pupi di legno.

Mercoledì 10 luglio la Compagnia Favolanti presenta “Scalpiccii sotto i platani. L'estate del '44 a Sant'Anna di Stazzema” di e con Elisabetta Salvatori, al violino Matteo Ceramelli. Il racconto della vita a Sant'Anna di Stazzema nei giorni che precedettero l'eccidio del 12 agosto 1944, quando quattro colonne di soldati tedeschi, guidati da fascisti versiliesi collaborazionisti, misero a ferro e fuoco il piccolo paesino delle Alpi Apuane, uccidendo 560 persone, riporta in modo dolce lo stato d'animo degli abitanti di Sant'Anna ma anche degli sfollati, uniti ad aspettare la fine della guerra, fra paura e mancanza di cibo, nei giorni precedenti all'eccidio. Il 24 luglio nasce una bambina, chiamata Anna. Il 26 luglio giorno di Sant'Anna è festa per le strade del paese. Il 10 agosto, con le stelle cadenti, sotto i platani della piazzetta della chiesa i bambini fanno un girotondo, qualcuno ricorda ancora lo scalpiccio dei loro piedini. Due giorni dopo, con il pane nei forni, si sentono salire lunghe file di soldati, fra i canti e il suono di un organetto. E' quanto si ricostruisce dall'ascolto delle testimonianze di quattro superstiti, quattro bambini che assistettero a quell'eccidio.

      

Venerdì 12 Luglio la Compagnia Instabili Vaganti presenta “L'Eremita Contemporaneo. Made in ILVA”, regia Anna Dora Dorno, con Nicola Pianzola. Lo spettacolo trae ispirazione dal diario di un operaio dell'ILVA di Taranto e dalle testimonianze raccolte da altri operai intervistati. Le vicende che hanno dato grande visibilità all'ILVA, l'acciaieria più grande d'Europa, sono ripercorse nella trasposizione artistica, dove i lavoratori compaiono intrappolati fra la necessità di lavorare e il desiderio di fuggire denunciando lo scandalo di una 'gabbia incandescente' che mentre dà lavoro provoca inquinamento, morte, danni ambientali. Oltre a indagare la complessa vicenda dell'ILVA, simbolo delle contraddizioni che attraversano il mondo del lavoro, lo spettacolo è anche occasione per mettere in scena una sperimentazione fisica e vocale sul rapporto tra organicità del corpo e inorganicità delle azioni legate al lavoro in fabbrica, dove il sistema di produzione trasforma l'uomo in una macchina artificiale.

Domenica 14 Luglio ReSpirale Teatro presenta “L'Italia è il paese che amo”, di e con Veronica Capozzoli, Antonio Lombardi, Luca Serafini, Emanuele Tumolo, regia di Veronica Capozzoli. In una scena composta da cubi si muovono i personaggi le cui movenze e parole rimandano a dei 'tipi', animati da relazioni, sentimenti, caratteri e idee che a loro volta riportano ad anni recentissimi della nostra storia, a quegli anni '90 iniziati con la caduta del Muro di Berlino e terminati con la caduta delle Twin Towers. Ne emerge una variegata rappresentanza delle componenti del tessuto sociale dell'Italia di quegli anni, dove alla maniera della Commedia dell'Arte i personaggi ci raccontano ampi squarci di quel periodo e di come lo hanno vissuto. Esempio di ritorno a un teatro politico declinato al presente, L'Italia è il paese che amo porta in scena una riflessione sulla contemporaneità, che guarda alle pieghe del passato recente attraverso una originale e serrata riproposizione teatrale di fatti e temi dell'Italia anni novanta.

   

Martedì 16 luglio il Teatro dell'Orsa presenta “Pane e rose. Storie di pace e di Libertà. Una rivolta guidata dalle donne” scritto, diretto e interpretato da Monica Morini e Bernardino Bonzani. Lo spettacolo nasce come racconto della protesta veemente e appassionata di mille donne, che l'8 ottobre del 1941 si presentano nel Municipio di un piccolo paese nei pressi di Reggio Emilia al grido di pane e pace. Sono braccianti, madri e spose coi mariti, coi fratelli e i figli in guerra, dieci delle quali vengono arrestate a seguito del moto di protesta. Sono soprattutto antifasciste, protagoniste di un episodio di presa di coscienza e di responsabilità quasi sconosciuto alla storiografia ufficiale, che lo spettacolo narra come esito di un prezioso lavoro di ricerca. E' grazie a questo lavoro che viene riconosciuta loro la dignità della memoria, mentre l'episodio entra a pieno titolo fra le pagine più significative della storia della seconda guerra. La nostra Resistenza, quella di oggi, consiste anche nel rinnovare la loro memoria.

Giovedì 18 luglio la Compagnia Amor Vacui presenta “This is the only level” soggetto e regia di Lorenzo Maragoni, con Andrea Bellacicco, Eleonora Panizzo, Andrea Tonin. This Is Only Level è l'unico livello, sempre lo stesso, a cui è costretto chi – giovane - entra oggi nel mondo del lavoro, o prova a entrarci, in tempo di crisi. Sulla scena un lavoratore senza nome che cerca di ottenere risposta alle proprie rivendicazioni (di contratto, di stipendio, di passaggio di livello) rivolgendosi al proprio Responsabile. All’impressione di avere ottenuto il riconoscimento richiesto segue puntuale (di volta in volta) la smentita e la riproposizione dello stesso livello, mentre ogni ostacolo superato ne nasconde in realtà un altro, a costruire un sistema fatto di difficoltà apparentemente semplici ma in realtà creati ‘ad arte’ per non essere superati. Al centro della rappresentazione c'è il lavoro come problema, che si ripropone anche quando non dovrebbero essere il diritto e il merito a stabilire la sorte del protagonista in scena, determinata da una burocrazia pretestuosa che alla fine lede la dignità del lavoro, non riconoscendo né diritti né meriti.

   

Martedì 23 Luglio Teatro Elicantropo Anonima Romanzi, Prospet presenta “La Madre” di Bertolt Brecht, regia di Carlo Cerciello, con Imma Villa. Lo spettacolo si misura coraggiosamente con il dramma 'didattico' di Brecht del 1932, poco rappresentato nei teatri italiani, tratto dall'omonimo romanzo di Maxim Gorkij. La storia è incentrata sulla figura di Pelagia Vlassova, madre dell'operaio Pavel, che si converte alle idee rivoluzionarie del figlio, sino ad aiutare lui e i suoi amici nella battaglia clandestina verso la consapevolezza di un cambiamento necessario, anche a costo della vita. Lo spettacolo vuole essere un omaggio alla classe operaia, in un affresco che, seppur malandato e corroso, è in grado ancora di trasmettere la forza di un ideale.

Giovedì 25 luglio il Festival si conclude con la Serata della Storica Pastasciutta: alle ore 19.30 Fondazione Teatro Due presenta “I miei sette figli” di Alcide Cervi, lettura in musica con l’Ensemble degli attori di Teatro Due, a cura di Paola Donati, musiche di Alessandro Nidi. Al centro la voce narrante di Papà Cervi che comincia con la presentazione della sua numerosa famiglia, i suoi sette ragazzi. Il racconto di una serena quotidianità e di un sempre crescente impegno politico sino alla consapevolezza che la lotta partigiana è ormai l’unico modo di concepire l’esistenza in quel momento storico così travagliato. Sino alla tragica notte e all’epilogo in cui un padre, pur non trovando pace, è di nuovo consapevole che ‘il raccolto non viene da sé, bisogna coltivare e faticare, perché non vada a male’.

Alle ore 20.30 segue la cena con la Storica Pastasciutta: ospite della serata Bebo Storti, attore e regista dal noto impegno antifascista. Alle 22.30 segue la Cerimonia di Premiazione che assegnerà il “Premio Museo Cervi. Teatro per la Memoria” alla Compagnia vincitrice del Festival, il premio alla Compagnia seconda classificata e il Premio del Pubblico.

   


Premio del Pubblico

È istituito quest’anno un Premio del Pubblico, assegnato ad un terzo spettacolo secondo modalità che verranno illustrate durante le serate. Il Premio del Pubblico intende promuovere un maggior coinvolgimento del pubblico nelle serate del Festival, sottolineando anche così quell'aspetto di aggregazione che ne costituisce una delle caratteristiche fondanti.

La coincidenza della 12^ edizione del Festival con l'avvio del 70° Anniversario della Resistenza e delle relative Celebrazioni costituisce un motivo in più di aggiornamento, e richiamo forte a non derubricare storia e memoria, a non abbassare l'attenzione a fronte di revisionismi sempre più agguerriti, a riproporre valori, storie e narrazioni.

Così accanto al Festival, e al suo costante lavoro di racconto e indagine sui fatti e la memoria della Resistenza, come racconta il cartellone dell’edizione di quest'anno, si intende promuovere la produzione di nuove scritture di Teatro Civile con particolare attenzione alla memoria della Resistenza e alla vicenda dei sette Fratelli Cervi, occasione per rilanciare la ricerca di nuovi modi di raccontare uno snodo e un periodo fondamentali della nostra storia ma anche un topos dell'immaginario collettivo. L'occasione è anche utile per rilanciare la scrittura drammaturgica in sé, e per individuare nel teatro, anche in quello nuovo, inedito, un momento di confronto e di rilancio dei grandi temi della nostra storia.

(F.F.)


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)