Poesia
Antologia
L’invito dell’anguria
di Antonio Bruni
Mangiarla richiama una festa
ballare con ritmi e canzoni
cantare sudare sfrenarsi
richiede scurirsi di pelle
per reggere tinte splendenti
il verde tigrato che sfida
il rosso che invade la gola
il bianco che il morso arresta
il nero che in seme è promessa
Il mondo sembra dimentico di me
di Francesco Mammana
Il mondo sembra dimentico
di me
le persone si rincorrono sulle strade
cantando le loro canzoni
ed imitando le loro stesse azioni
tutto appare distante
da me
ho pagato caro il prezzo
di questi saldi di fine stagione
non ho mai chiesto nulla al mondo
né ad altri od al cielo
questa vita non mi appartiene
più di quanto
non ne sia io il creatore
più di quanto
non mi appartenga questo maglione che non mi piace
e che col tempo ha assunto un colore indefinibile
me lo allungo sopra il capo
ma non mi ripara dalla pioggia
che scende violenta e accompagnata dal vento
né può proteggermi dal disagio
da cui sono circondato
e che mi impedisce
di vivere
Giovane poesia
Le tre poesie che seguono sono state tratte da volumi editi dalla editrice Rupe Mutevole e presentate dagli autori presso la Galleria Storica La Pigna di Roma.
Lettera per te
(da il Silenzio del Viaggio)
di Emanuele Piacentini Paggi
Potrei scriverti una lettera,
potrei scriverti mille lettere,
Perchè le parole sono difficili da dire (per me),
ma semplici da scrivere (per me).
Perché posso parlarti solo così.
Non ridere di questi miei versi,
non ridere ti prego!
Chiudili nel tuo cuore,
o buttali nel fiume quando la corrente
sarà violenta.
Se trovo un’ora
(da L’eco del tempo)
di Pierangela Fleri
Voglio regalarti ricordi
di un’infanzia felice
dolcezza di more mature
sulle labbra viola
Perché riesci a suonare nel mio
corpo tutte le melodie
Camminare con te
su qualsiasi direzione
apre gli occhi alle immagini
guardate sempre e viste mai
Se trovo un’ora
che avanza alla vita,
vorrei che fosse messa
sull’orologio del mio passato,
per incontrare te.
Mentre lacrime implodono
L’anima garrisce
Stefania Spera
(da Quel che resta)
Un albero, un sogno
di speranza e di solitudine
per quanto non si possa
nascondere nell’antro
caverna di un tronco
per quanto non si possa
dire del racconto
dei cerchi della corteccia
gli anni trascorsi
e quelli da trascorrere
nel lungimirante sogno
del possibile nascosto
sentore di un usignolo
che cantando nel buio
racconta del possibile gesto
della fata che raccolti
i capelli diventando principessa
controlla il passo di chi
non sente l’amore.