f



economia

Capire o subire?

Economia, questa sconosciuta..!

intervista di Anna Manna all’economista Nino Galloni

Ritiene che il gran parlare che si fa sui giornali, nelle televisioni, nelle radio private, insomma in tutti i mass media, di termini prima sconosciuti come Spread , Pil e tanti altri possa dare realmente  qualche contributo alla conoscenza, alla diffusione della conoscenza dell'economia? Oppure questa strega bella e terribile, perfida ed irraggiungibile, si avvolge sempre di più nelle sue stesse spirali di nebbia lasciandoci increduli , esterefatti, ed in fondo inconsapevoli protagonisti di un naufragio?

È bene distinguere fra uso degli acronimi e uso delle parole in lingua straniera: gli acronimi sono una forma di sintesi e ovviamente hanno il loro limite, generalmente sono capiti solo dagli addetti ai lavori. Ma chi si vuole occupare di economia deve necessariamente avere una familiarità con gli acronimi. L'uso dell'inglese andrebbe evitato ma ormai c'è , siamo invasi nei discorsi da frasi, parole in inglese. Dobbiamo adattarci a questa ingerenza nella nostra lingua  di termini inglesi anche se si tratta di un inglese molto Inglish e poco British.
Ovviamente il punto fondamentale è che è bene documentarsi, anzi è sicuramente meglio se ci si documenta, ma è vero d'altra parte che spesso il commerciante, il contadino ne sanno più dell'ingegnere,  del ministro. La massa ripete spesso senza senso parole straniere innescando un processo di revisione personale che cambia il significato vero  delle parole, banalizzando spesso i concetti. Sicuramente in una visione limitata. Così le parole perdono il significato più profondo, si dimentica il concetto.

   

È forse venuto il momento di confrontarci fino in fondo, proprio per capirlo, con questo demone sconosciuto, per evitarne le influenze subdole ? Pensa che conoscere fino in fondo i processi economici possa aiutarci a fronteggiare il presente?
In parole povere la nostra crisi nasce anche dalla nostra ignoranza?

I mali nascono sempre dall'ignoranza , il problema in questo caso è che assistiamo ad uno strambo processo : e cioè vediamo con chiarezza, per chi ne capisce dico,  teorie che vengono superate da teorie che in precedenza erano state riconosciute come errate. Quando negli anni '70 , all'apice della sua importanza, cominciarono a notarsi i limiti della teoria keynesiana, invece di risolvere quei limiti e superarli, si è tornati , nel giro di un decennio, a quel liberismo che era stato superato negli anni '30 e che adesso ci condanna all'austerity , a questo malessere , ai risultati , anzi ai non risultati di questi ultimi anni.

Luigi Bruni nel libro "Economia con l'anima" propone contro la crisi un nuovo alfabeto dell'anima. Raccogliendo alcuni editoriali, pubblicati su Avvenire negli ultimi anni, l'autore indica nell'invadenza mercantista il vero male che affligge la società e suggerisce di ritrovare le radici nuove dell'economia, che è arte di governare la casa comune. Lei cosa ne pensa ? Al di là del suggerimento certamente buono e certamente coinvolgente in modo positivo , sarà possibile questo processo?

   

Innanzitutto cerchiamo di capire come è nata la casa. Guardiamo al passato, proprio al lontano passato : all'inizio i maschi andavano a caccia, le donne restavano in casa ed in questa casa non si guardava a distinguere tra maschi e femmine perché la distinzione c'era già nelle mansioni che portavano avanti, lui fuori e lei in casa. Le donne gestivano la casa comune tra loro, la gestione era finalizzata al bene della casa e basta. La casa e quindi l'economia della casa nascono dalla gestione della casa comune, in fondo è questo che indica Bruni. Ma quando le donne sono andate fuori e gli uomini si sono interessati della gestione della casa , è avvenuto un cambiamento di ottica. L'economia non ha più coinciso con il bene comune della casa.
In effetti la mancata rivisitazione keynesiana e l'introduzione del liberismo hanno determinato un prevalere dell'economia ( ma dell'economia liberista) sulla politica, sul bene comune, sulla famiglia, e sulla centralità dell'essere umano. Neanche la Chiesa, per non parlare dei partiti e sindacati, ha avuto la consapevolezza di questo fenomeno mostrando una fedeltà intermittente alla propria vocazione , teologia, dottrina. Anche se la presenza di Papa Francesco e prima di Papa Benedetto mi fanno ben sperare.

Sempre ritornando a Luigi Bruni, che è coordinatore del Progetto "Economia di comunione",  è convinto che la grande crisi attuale dovrebbe portare a riscrivere interamente i manuali di economia e finanza. Ma questo è un sogno , è veramente possibile?
Quanta distanza c'è tra la volontà di ristrutturare il "fatto economico" a dimensione d'uomo e la reale capacità della società odierna  di fronteggiare il presente gravido degli errori del passato?

Ho definito la situazione attuale non una crisi che avrebbe delle soluzioni. Ma ho definito la situazione attuale una Sindrome che le esclude :  cioè dovremmo cambiare sistema.
I fenomeni che ci circondano sono collegati a due circostanze fondamentali che ci stanno portando fuori dalla scarsità : la capacità tecnologica e produttiva dell'umanità che per la prima volta risulta abbondantemente esuberante rispetto alle esigenze concrete e il fatto che la moneta, non più legata all'oro, sia disponibile come mezzo in funzione della sua domanda e non più come una cosa avente un proprio valore intrinseco.
Però dobbiamo stare attenti : se manchiamo questo ritorno al femminile dell'economia in termini di gestione dell'abbondanza possibile, ci possiamo esporre ad una sorta di ritorsione della vita se non siamo capaci di approfittare di questa grande opportunità che ci viene data.

   

Siamo diventati improvvisamente poveri.
Ma questo stato di cose è una situazione che può trovare soltanto all'esterno una soluzione ?
Mi spiego meglio riallacciandomi ad una mia esperienza libresca giovanile  : leggendo "Il lupo della steppa"subito dopo la laurea, mi accorsi di una indicazione che per me fu vitale. L'indicazione a valutare le carte in mano, a mescolarle, a giocarle in altro modo. Sempre le stesse carte! Cioè potevo fare giochi diversi sempre con le stesse carte in mano!
Adesso con queste carte che abbiamo in mano possiamo giocare solo il gioco deludente della povertà? Oppure dobbiamo mescolarle in modi diverso?

La povertà come  la scarsità sono artificiose e funzionali al mantenimento dei vecchi equilibri di potere.
Se saremo proni, saremo puniti con la povertà e con la disperazione.
Se per le carte del mazzo intendiamo Risorse dobbiamo distinguere : le risorse monetarie , ebbene non sono scarse ma neppure illimitate, perché questo aprirebbe a soluzioni irresponsabili. Le risorse fisiche, in primis gli umani, hanno un limite ma la loro organizzazione e utilizzazione attuale consentono   di minimizzare la quantità di esse per unità di prodotto e per questo esse non possono  scarseggiare. Quindi non siamo ad un mondo senza limiti, ma un mondo dove con la capacità, l'ingegno e l'operosità possiamo raggiungere una piena occupazione, un pieno soddisfacimento dei bisogni materiali, una crescita progressiva nell'appagamento dei bisogni culturali e spirituali.

Se fossimo tutti più preparati in Economia in che modo potremmo interagire con i processi economici ?
Cioè essendo noi più svegli, più preparati, si potrebbe tentare di dominare le leggi di mercato? Oppure le nostre frustate, per domare questo leone indomabile, ricadrebbero su di noi come ora ricadono su di noi gli errori di prima? Siamo inermi comunque di fronte ai movimenti economici che guidano la nostra vecchia terra che somiglia ormai ad una credenza vuota e spoglia?
O se guardiamo meglio vediamo che ci sono ancora molte leccornie nascoste, ipotesi di sviluppo per tutti?
La marmellata è finita oppure è nascosta meglio?

Penso che il problema cruciale sia la consapevolezza che deve esprimersi nelle grandi scelte individuali e collettive. Poi c'è area di confine con la tecnica dove è necessario sforzarsi di capire, ed infine ci sono i problemi tecnici veri e propri. Rispetto ad essi, per affrontarli, per risolverli bisogna affidarsi a  persone competenti scelte in base alla loro buona fede ed alla loro vocazione al bene comune.

   

Oggi qual'è la figura dell'economista puro?

Esistono vari approcci alla materia.
Principalmente uno più tecnico , microeconomia, in cui è cruciale la minimizzazione dei costi, ed uno macroeconomico in cui si persegue la massimilizzazione del valore. Piccolo particolare : il costo ( lavoro, ambiente, salute) da minimizzare ed il valore ( lavoro, ambiente, salute) sono la stessa cosa. Ne deduco che l'ambito della materia economica sia questo : rendere compatibili i  due approcci. Il che corrisponde a governare la casa, la società, lo Stato.

E come può confrontarsi con il politico, il religioso, l'uomo comune?

In realtà il politico dovrebbe elaborare un progetto ovvero capire cosa vuole la gente  : è il cuore quindi che deve comandare. L'economista invece deve indicare come si raggiungono gli obiettivi. La mente deve essere sottoposta al cuore. In questi decenni è stato il contrario. Un disastro!

Qual è un suo sogno che già capisce che non potrà mai avverarsi?

A livello personale ho avuto grandi soddisfazioni dallo sport ma mi è rimasto un pochino di amaro in bocca per il calcio e l'atletica. Ma adesso non potrei recuperare per ovvi motivi legati al passar del tempo. Per fortuna mi sono dedicato anche  ad altro  -  questa nostra chiacchierata lo dimostra - e non sono ancora arrivato a pensare che il mio sogno di una società più giusta sia irrealizzabile.

Qual è una sua idea che ritiene possa essere vincente?

È molto difficile, ma fondamentale, capire  quanto l'informazione verosimile possa essere falsa e diversa dalla realtà.
Ci libereremo quando la maggior parte della gente ( o per lo meno della gente che fa la storia) avrà imparato a distinguere tra circostanze, anche strane, ma vere e circostanze verosimili ma false.

   


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)