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Arte

Civico Museo Parisi Valle - Maccagno (VA)

Remo Brindisi

Esponente della Nuova Figurazione, filtra le tensioni culturali
del secondo dopoguerra alimentando una personalità forte,
autonoma e incisiva nella poetica del reale.
Il senso della Storia, la laicità della Fede,
la visione civile, hanno sempre alimentato il suo pensiero.


   

Remo Brindisi, protagonista della scena artistica italiana dagli anni ’40 agli anni ’90, ha contraddistinto lo sviluppo della pittura nel XX secolo e influenzato la formazione di varie generazioni.

Remo Brindisi
Nasce a Roma nel 1918, infanzia a Penne, poi Roma, Urbino, Firenze. Lunghi anni di formazione.

Nel dopoguerra stabilmente a Milano, aderisce al gruppo “Linea” insieme a Dova, Meloni, Paganin, Joppolo, Quasimodo e altri intellettuali. Nel 1949 compie un lungo soggiorno a Parigi, ove torna nel 1954 stringendo rapporti di amicizia con Jean Paul Sartre, ordina mostre personali anche in numerose sedi private e istituzionali in ambito internazionale: Praga, New York, Boston, Salisburgo; Nizza, Parigi, Saint-Etienne, Tolone, Grenoble, Lione, Lille, Bucarest, Stoccolma.

Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1948, nel 1950, nel 1952 (con sala personale) e nel 1960. È presente alle edizioni della Quadriennale di Roma dal 1943 al 1959 e nel 1986. Nel 1973 espone al Salon D’Automne al Grand Palais di Parigi. Nel 1973 dona allo Stato una ricca raccolta di opere di artisti del Novecento, che va a costituire il “Museo alternativo Remo Brindisi” all’interno della casa dell’artista, ora divenuta museo, a Lido di Spina; qui si spegne nel 1996.

Artista, insegnante, riferimento costante nel dibattito e nel confronto culturale, Presidente della Triennale di Milano, Commissario alla Biennale di Venezia, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Macerata, ha rivestito ruolo centrale della dialettica cristiana collegando strettamente i temi sociali e politici ai valori artistici.

   

Esponente della Nuova Figurazione, filtra le tensioni culturali del secondo dopoguerra alimentando una personalità forte, autonoma e incisiva nella poetica del reale. La trasfigurazione lirica del paesaggio, la lettura dell’umanità nel sentimento e nella condizione esistenziale, caratterizzano il suo percorso, sempre capace di accendere evocazioni nella melodia del tenue o con folgoranti onde d’urto. Brindisi domina la scena nazionale dagli anni ’50 e, tra i pochi artisti italiani, si afferma nel panorama europeo, Austria, Germania, Svizzera, Francia, Romania, Svezia, poi approda negli Stati Uniti.

Il senso della Storia, la laicità della Fede, la visione civile, hanno sempre alimentato il pensiero e l’opera di Remo Brindisi. Ne sono testimonianza i cicli pittorici che segnano la sua attività e fondono la costante poetica con l’interpretazione del proprio tempo, l’autorevolezza critica e l’ottica sociale.

   

   

Dalla “Via Crucis”, seconda metà anni ’50, alla “Storia del Fascismo”, tardi anni ’50 e primi ’60, a “L’aquila colpita” titolo riferito all’assassinio di Aldo Moro, ultimi anni ’70, sino alle grandi tele anni ’90, non si affievoliscono mai sentimento, carattere e passione. Impeto di forti tensioni e lirismo della memoria si coniugano come filo logico e comune denominatore nell’intero percorso.

Un artista d’alto profilo che oggi, quasi a vent’anni dall’addio, merita acuta attenzione.

La mostra al Civico Museo Parisi Valle di Maccagno – fino all’8 settenbre, è realizzata in collaborazione con l’Archivio Remo Brindisi a cura della Galleria Pace di Milano, progettata da Claudio Rizzi con la partecipazione di Elena Banderali e l’apporto di Collezionisti e prestatori, la mostra si fonda su un ricco nucleo di opere, prevalentemente oli su tela, a sintesi del percorso dell’artista, dagli anni ’50 agli anni ’90.

Con il Patrocinio della Provincia di Varese e Regione Lombardia, Assessorato Culture, Identità e Autonomie. (ML)

      


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