Redattori in erba
Cronache da Taranto
Ilva, operai
e tromba d'aria
occupano la fabbrica
Una storia tutta italiana
di Benedetta Gentili
Sale la tensione all'Ilva (secondo produttore di acciaio in Europa) di Taranto dopo la decisione annunciata il 26 dall'azienda di chiudere gli impianti e lasciare a casa ventimila dipendenti.
Questo perchè le scorie rilasciate nell'atmosfera risultano essere dannose all'ambiente e per la salute dell’uomo.
I lavoratori si sono ribellati nella giornata del 27 novembre: centinaia di operai si sono radunati davanti agli ingressi e, non potendo entrare perché i loro badge erano già stati disabilitati, hanno forzato i varchi della portineria occupando la fabbrica.
Il 29 Novembre 2012, è ripresa l'attività della fabbrica, anche negli impianti sotto sequestro dal 26 luglio a causa del tornado che si è abbattuto sulla città. Una nube nera e fiamme si sono elevate dalla fabbrica, L'azienda ha controllato i danni subiti, mentre gli operai sono rientrati al lavoro.
Dopo alcuni giorni è stata ritrovata la cabina della gru sulla quale stava lavorando un operaio disperso... altre 24 persone ferite.
Le cronache dei giornali riportano:
“Lo sciopero di 8 ore è iniziato alle 7 per cui la produzione a Taranto è al minimo e si pensa che tale protesta (indetta dall'Usb= Unione sindacale di base) proseguirà fino alle sette di domani mattina.
Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini ha riferito che per procedere nelle operazioni previste bisogna prima superare questo stato di blocco e il governo sta operando per questo.
È importante evitare il grande rischio che l'abbandono della struttura potrebbe comportare, ovvero la moltiplicazione degli effetti inquinanti sulle acque e sull'ambiente.
Torna a Taranto giovedì prossimo, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini; Clini troverà a Taranto, oltre le istituzioni, i sindacati e la dirigenza Ilva, anche una serie di nodi irrisolti.”
Alcune cose sono cambiate da agosto, condizioni climatiche a parte.
Una legge consente all’Ilva di produrre, malgrado gli impianti dell’area «a caldo» siano ancora sequestrati dal gip per il reato di disastro ambientale e sia ancora nella fase delle indagini l’inchiesta della magistratura.
Lunedì è attesa anche la decisione del gip Patrizia Todisco sulla richiesta di dissequestro dei prodotti finiti da parte dell’Ilva...
Una storia infinita tutta italiana... qualcuno ci capisce qualcosa? Qualcuno sa come andrà a finire?