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Racconto

Lexington lane

di Ruggero Scarponi

Da qualche minuto un tizio dietro di lui gli stava soffiando aria gelida nell’orecchio. Ci mise un po’ prima di capire che quello stava fischiettando. Uno di quegli insulsi motivetti tanto in voga ultimamente. Last love gli sembrava, di quella nuova tendenza che chiamano New Country Blak.
- Ehi amico – fece uno, - che roba è? – E’ Last love – risponde quello, smettendo per un attimo di soffiargli nell’orecchio.
- Già, mi sembrava, infatti. E dove vai, fratello?
Quello che fischiettava continuò come se non avesse sentito e non rispose.
Faceva freddo sulla Lexington lane. Porco cane se faceva freddo. E quelli della Compagnia stavano tardando.
- Ehi amico, fa freddo stamattina, porco cane! – Disse il tale a quello che fischiettava, si capiva che voleva “attaccare”.
Ma visto che quello non se ne curava si rivolse verso di lui:
- E’ carina no?
- Cosa?
- Last love. Quando fa: Tutti i salici piangono perché il mio amore è partito.
Mi piace un sacco quel pezzo, c’è ritmo e poi c’è sentimento. Mi vedo la scena. Ce l’ho davanti. Lei che parte con il treno. E’ affacciata al finestrino e lui che l’aspetta per vederla passare proprio davanti alla loro casetta. E dietro, una fila di salici con le fronde ficcate dentro la corrente del river che scorre indifferente…Eh? Che ne dici, è forte così, no? A volte, quando ci penso, mi convinco di essere un artista. Un vero artista, porco cane.

Faceva freddo sulla Lexington lane e quelli della Compagnia stavano tardando.
Allora lui si girò e disse:
- Ehi, potresti fischiare da un’altra parte? Mi si sta congelando l’orecchio con tutta l’aria che ci sputi dentro.
- E’ Last love – risponde quello.
Lui si girò e si mise a battere i piedi per terra per scaldarsi.
- Porco cane! – Disse - se questi tardano ancora, ci troveranno delle statue di ghiaccio - Ehi, fratello – gli chiese all’improvviso quello che aveva parlato per primo.
- Ehi scemo – intervenne un altro – non vedi che è un “bianco”? Non è un fratello lui, non chiamarlo fratello.
- Ehi fratello – riprese il primo senza curarsi dell’avviso – ce l’hai una cicca?
Lui tirò fuori il pacchetto di sigarette e gliene offrì.
- Grazie fratello!
- Non chiamarlo fratello, è un bianco, lui…
- Non me ne frega niente se è un bianco. Mi ha offerto una cicca, tanto basta. Ehi fratello, allora? Dove vai?
Lui prese una sigaretta dal pacchetto che teneva in mano. Se l’accese, aspirò una buona boccata e poi rispose:
- Vado alla Base.
- Cavolo! - Esclamò l’altro – Certo che vai alla Base. Tutti qui andiamo alla Base. Ma che ci vai a fare? Io ci vado perché ci lavoro. In regola fratello, sono un lavoratore in regola a millecinquecento eurodollari a settimana. Ci vado per la ditta Ximenes. Quello delle “pulizie”. Quello della pubblicità in televisione. Quella forte che dice: Ehi amico, Ximenes è un gran “bastardo”, ma nessuno ti ripulisce la casa come lui! – E’ forte no? Il doppio senso…Mi spiego? Ximenes, El Senor Ximenes, lo sanno tutti, è latitante, è ricercato da anni per non so quanti reati, rapina anche…Ma la Società non sono riusciti a portargliela via. E va a gonfie vele, facciamo le pulizie anche per i ministeri, noi, anche se el senor Ximenes dovrebbe stare al “fresco”. E io ci lavoro, per lui. E lui si diverte a mandare queste pubblicità che la gente ci va matta, Cavolo! Oppure quella che hanno dato la settimana scorsa.
Quella è veramente uno sballo, quella, fratello, del medusiano, scuro e tutto muscoli che viene ripreso mentre esce nudo da una camera che si intravede dietro di lui in uno spiraglio della porta e c’è nel letto disfatto una bella bionda, tutta languida e mezza nuda tra le lenzuola, che solo a pensarci… E il tizio, il medusiano, che si copre il “coso” con uno piumino da spolvero e dice:
Ehi amico! Ximenes è un gran bastardo, ma nessuno ti “scopa” in casa come lui…E subito aggiunge serio, Società Ximenes di pulizie ecc- Uno sballo, fratello! La gente ci ride di gusto…Tutti matti, tutti fessi secondo me.
Ma io con Ximenes ci lavoro, a millecinquecento a settimana, fratello.
Lui accennò un mezzo sorriso.

Se non avesse fatto tanto freddo sulla Lexington, forse, avrebbe riso di gusto.
Ma la Compagnia tardava, porco cane ecco perché non aveva voglia di ridere.
Faceva freddo sulla Lexington lane, a Little America IN THE MOON, che quando è in ombra lassù, ci fa sempre un gran freddo, porco cane!


Racconti d’altri tempi  

Il Banditore

di Agnolo Camerte

Ratlaplan..ratlaplan..ratlaplan…rullava il banditore…..ratlaplan..ratlaplan…tutuuuu!tutuuuu! echeggiava per le strade il suono del suo corno che si sentiva da lontano.
A quel suono Carletto e Cesarino schizzavano via di corsa sulla salita verso la piazzetta ed in men che non si dica arrivavano in cima.

Il banditore, dopo aver reiterato la sua rumorosa esibizione, incominciava ad urlare : “al mercato di piazza Garibaldi è arrivato un carico di pesce freschissimo, sogliole, mosciolini, seppie, triglie, calamari e …baccalà…..”
Immancabilmente, al baccalà , subito di rimando, qualcuno gli urlava dietro “Puzzaaaaa”!!! Ed allora succedeva il finimondo!....Povero banditore, un vecchietto buffo, con una giacchetta buffa con le spalline, unta e bisunta e vecchia come il padrone.

Ma da dove usciva quello lì si domandava Carletto.
Era piccolino di statura, per lo più con una barba abbastanza lunga da farlo sembrare ancora più vecchio e malandato.
Come faceva, nonostante l’aspetto, ad avere una voce così forte, direi rimbombante per le strette viuzze della cittadina, ma capace di attirare attorno a sé sempre un crocchio di gente!?

   

Ma torniamo alla fatidica frase puzzaaaaa!. Non so dirvi le improperie più fantasiose e terribili che il banditore riusciva ad indirizzare a chi metteva in dubbio la qualità della merce da lui reclamizzata!

Carletto e Cesarino in prima fila, ascoltavano attentamente. Capirete, era l’occasione per imparare un po’ di parolacce, che un ragazzetto per bene non poteva altrimenti conoscere, pressato come era dalla buona educazione familiare e dal catechismo di Don Gildo.

Da quel “Puzzaaaa…”scaturiva una vera e propria enciclopedia di parolacce delle mamme e dei papà, per lo più attinenti alla scarsa igiene personale del vecchietto...conseguentemente invece di essere offensivo, sto banditore d’altri tempi, finiva per divertire tutti gli astanti che si sbellicavano dalle risate.

Carletto e Cesarino però non è che capissero un gran che tutte quelle allusioni, ma ridevano tuttavia anche loro, un po’ per fare come gli altri più grandi, ma anche perché il banditore era proprio buffo.

Regolarmente finiva che qualcuno gli offriva una bevutina o un panino con il ciabuscolo che consumava nell’osteria della piazzetta. Insomma ringhiava come un cagnaccio se gli urlavano che il pesce puzzava, ma era benvoluto da tutti, lo si aspettava il venerdi come uno di casa.

La sua casa erano le vie della città, dove lui andava reclamizzando i prodotti arrivati al mercato del pesce. Già! Non c’erano tanti altri sistemi per reclamizzare le merci in vendita…
Allora non tutti sapevano leggere i manifesti, e non tutti si fermavano con interesse per vedere cosa succedesse. Al massimo ci si accorgeva dei grandi fiaschi disegnati sulle mura delle case, che immancabilmente si usavano per portare in giro qualche spasimante rifiutato!....
Quelli si vedevano e facevano ridere per le fantasiose rime baciate che ci scrivevano accanto!
Il banditore, finito di elencare le pregiate merci in vendita al mercato, dopo reiterate richieste di suonarci il campanone (faceva anche un pò il prezioso!) e la promessa di un’altro bicchierino, si esibiva in mosse sorprendentemente agili e plausibili proprie di chi doveva tirare la corda del campanone, del cippatore, di quello che muoveva con le mani il pesante batacchio, e di quello che spingeva al volo la tazza del campanone….A quelle mosse che poi erano davvero quelle necessarie a far muovere il pesantissimo campanone, lui faceva seguito con una specie di rimbombo gutturale forte, ad imitazione dei primi rintocchi della campana…Donnnn…Bammm..Donnnnn!....
Questo era proprio uno spettacolo, perché tutto ti potevi aspettare, meno che un omino così piccolo sapesse fare anche il campanaro della seconda campana più grande d’Italia….come diceva lui orgogliosamente .
Questo accadeva allora per reclamizzare la merce ...prima del Carosello televisivo…Carletto aveva già il suo carosello…da strada; ed era certamente molto divertente.

Si sa che l’Italia è piena di sorprendenti storie!


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)