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Fotografia

Galleria San Fedele – Milano

Aniello Barone

31-1 / 23-2

a cura di Gigliola Foschi

Scure, materiche, contrastate, le immagini di Barone nascono da
un vedere che sa inoltrarsi oltre la soglia consapevole della percezione,
per entrare in una dimensione avvertita più con il corpo che con la vista

Lontano da una visione etnografica che ha la pretesa di spiegare e documentare in modo oggettivo le usanze degli altri, l’autore ci fa partecipi dello Yam Festival, antico rito del raccolto celebrato dagli Igbo nigeriani, e da lui fotografato in Campania.

Tra la provincia di Napoli e quella di Caserta, infatti, è presente una nutrita comunità di questa etnia nigeriana, perseguitata in patria dai fondamentalisti islamici a causa delle loro fede: un cristianesimo di tipo evangelico che però non ha soffocato l'antico sostrato animista.

Lontani dalla madrepatria, desiderosi di custodire la memoria della loro cultura e di preservare il legame con la terra d’origine, gli Igbo hanno infatti trovato nello Yam Festival un'occasione di valorizzazione identitaria e di socializzazione.

Quasi scomparsa in Nigeria, ecco che tale celebrazione - sorta in origine come rito di ringraziamento agli dèi per il nuovo raccolto delle patate dolci (yam), si è oggi trasformata, qui in Italia, in una festa intensa, dove ci si ritrova tutti assieme per rafforzare i legami identitari e invocare al tempo stesso la protezione del mondo divino, nella speranza di ottenere un futuro migliore.

   

Coinvolto dalla forza emozionale di questo rituale, il racconto visivo di Aniello Barone non ha niente di didascalico o illustrativo. Più che mostrare quanto accade, le sue immagini comunicano le energie ctonie, la forza vitale e ardente che dilaga nella folla festante, concentrata e in trance.

Canti collettivi, rituali e momenti di silenzio si alternano creando un'atmosfera emotiva, forte e sofferta. Tutto avviene nel buio, come se proprio nell'oscurità gli Igbo potessero ritrovare il loro profondo rapporto con la memoria e con la potenza degli antenati lontani.

Una tenebra forse inquietante ai nostri occhi, ma che per gli Igbo si fa segno di un isolamento protettivo rispetto alla nuova società dove oggi sono venuti a vivere. (Gigliola Foschi, storica e critica della fotografia)

   


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)