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Arte

Fondazione Mudima, Milano

Matteo Pugliese

Pugliese puntano: quel filo rosso capace di unire la tradizione all'innovazione. Una scultura figurativa e allo stesso tempo assolutamente contemporanea. la verosimiglianza e l'inverosimile, la concretezza e la credulità, l'eleganza e l'esagerazione

Con all’attivo più mostre all’estero che in Italia (Londra, Hong Kong, Anversa, Bruxelles, Lugano, L’Aja) Matteo Pugliese (Milano, 1969) ritorna nella sua città natale con una mostra antologica di ampio respiro presso la Fondazione Mudima. (fino al 15 marzo)

Pugliese manda sul campo di battaglia della scultura, per fronteggiarsi e combattere, quanto l’uomo ha di più concreto e quanto di più aereo: il corpo e la fantasia. Gli piace mostrare fronte a fronte le due facce della stessa medaglia: la verosimiglianza e l’inverosimile, la concretezza e la credulità, l’eleganza e l’esagerazione.

Da una parte degli schieramenti – eserciti di sculture in bronzo, terracotta, alluminio e ceramica –ci sono le opere della serie Extra Moenia, corpi terribilmente umani e credibili che sembrano figli, nipoti o pronipoti di quattromila anni di scultura dedicata alla figura: hanno membra che nascono con sofferenza dalla pietra come nei Prigioni, mettono in evidenza muscoli tesi e nervosi come nella plastica ellenistica. E’ l’esercito della realtà, della storia dell’arte, del mito del corpo, della lotta michelangiolesca tra forma e materia. Ma a differenza dei loro progenitori artistici non contrappongono l’elasticità umana alla rigidezza della materia, piuttosto evidenziano la diseguaglianza tra individuo e individuo, e scappano via dalla materia inerte perché vedono in questa il simbolo della massificazione, la cancellazione di ogni differenza e anomalia. Lottano per esistere, per avere una vita propria e per non essere solo la semplice parte di un tutto troppo più grande di loro.

Matteo Pugliese nasce a Milano nel 1969. Nel 1978 la famiglia si trasferisce in Sardegna dove Matteo vivrà per 12 anni . Già in questi anni emerge la passione per il disegno e la scultura, campi in cui si forma da autodidatta. Terminati a Cagliari gli studi classici ritorna a Milano per frequentare l’università. Nel 1995 si laurea in lettere moderne all’Università Statale di Milano con una tesi di critica d’arte. Nel 2001, spinto da alcuni amici, organizza e finanzia la sua prima mostra affittando uno spazio privato nel centro di Milano.

Da lì a un anno e mezzo tiene la prima mostra presso la galleria “Il Castello”di Brera a Milano e pochi mesi dopo una personale a Bruxelles. Attualmente i suoi lavori sono esposti in permanenza sia in gallerie italiane che estere: Roma, Hong Kong, Londra, Bruxelles, Lugano e l’Aja. I suoi lavori sono presentati alle fiere d’arte nazionali ed internazionali di maggior rilievo tra cui Hong Kong Art Fair ( Hong Kong), ArtFirst (Bologna), Miart ( Milano), Arco (Madrid), Fiac ( Parigi).

Negli ultimi anni alcuni suoi lavori sono stati battuti dalle principali case d’asta (Christie’s, Sotheby’s, Pandolfini) raggiungendo risultati significativi. E’ sposato e ha una figlia. Vive e lavora a Milano.

Sull’altro versante, irrompono i Custodi, figure antiche e moderne dell’immaginario, in cui non hanno più alcun valore i sacri canoni classici della proporzione e dell’identità tra realtà e rappresentazione. Tutto è lasciato alla capacità evocativa del grottesco e dell’iperbole, alla citazione raffinata o a quella popolare. Sono presenze tondeggianti e imponenti, armate fino ai denti, che recano in sé il medèsimo DNA dei personaggi ancestrali d’ogni possibile epoca, cultura e religione: maschere teatrali, divinità di pietra, protagonisti di saghe mitologiche di stampo fantasy. Alla spontaneità del gesto e del segno materico della prima serie si contrappone la cura meticolosa del dettaglio dagli effetti quasi iperrealisti. Questi moderni totem ci riportano al valore sintetico della loro solidità, stabilità, vocazione alla protezione. I Custodi, siano essi Assiri, Egizi o Samurai tutelano e garantiscono una sorta di tranquillità interiore ed esistenziale che è l’opposto di quanto esemplificano le figure della serie Extra Moenia.

   

Ma nel confronto a tutto campo tra la realtà e la fantasia, tra la vita reale e quella immaginaria si innesta un mondo etereo che non appartiene né al reale né al fantastico, appartenendo di fatto a entrambi : quello della memoria e del ricordo. Il terzo esercito è quello degli Scarabei, realizzati dall’artista in bronzo, alluminio e ceramica, simboli sacri che custodiscono i ricordi e lo spirito di quell’altra vita ormai lontana che è la nostra’infanzia. Ogni guscio in ceramica custodisce infatti un amuleto volto quasi a propiziare un salto indietro nel tempo, verso la felicità e la spensieratezza di una fase di vita lontana e impalpabile: un omino del Subbuteo, un gettone telefonico, la mascotte di “Argentina ‘78”.

Le opere di Pugliese puntano a ritrovare quel filo rosso capace di unire la tradizione all’innovazione. Una scultura assolutamente figurativa e allo stesso tempo assolutamente contemporanea. Aggettivi difficili all’apparenza da far convivere. Eppure, la contaminazione formale e linguistica di Pugliese è il sapiente pastiche che scorpora i dettami statuari antichi in frammenti espressivi dai connotati forti e di nuova gestazione.

La mostra presenta, insieme alla produzione più recente, i lavori più significativi della carriera dell’artista. Tra questi “DIE MAUER”, opera di oltre 6 metri di altezza realizzata per il ventennale della caduta del muro di Berlino ed esposta nel 2009 al Castello Sforzesco di Milano.

A “proteggere” l’ingresso del grande spazio espositivo è presente il “Custode Samurai V” scultura in bronzo di 2 metri di altezza e dal peso di 500 kg. ( Il secondo dei 4 esemplari di questa scultura è attualmente esposto al MAS, il nuovo e prestigioso museo di Anversa). Sono esposte inoltre diverse delle opere presentate negli anni presso le aste internazionali ( Sotheby’s, Christie’s ecc).

La mostra è curata e organizzata in collaborazione con la Casa d’arte artribù di Roma e la Imago Art Gallery (Londra).

   


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