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Humor

Cronache cittadine

di Alessandro Gentili

Questa settimana niente humor, per favore. Parliamo di Amour,
il film di Haneke con Trintignant e Riva che vinse a Cannes.

…voglio parlare di una proiezione tenuta in un cinema di uno dei paesi dei Castelli Romani, Genzano, di sera, una sera fredda e umida, piovosa, la sala piena, giovanissimi, adulti e anziani, 127 minuti di teso, assoluto e quasi religioso silenzio, non una lucetta dei cellulari, niente gomme, niente caramelle, niente pop-corn, bibite, niente commenti o bisbiglii, soprattutto la presenza di questi minorenni, incollati allo schermo, il film è finito a mezzanotte, tardi, era martedì, gli spettatori non si sono alzati al termine dell’ultima immagine, hanno atteso i titoli di coda, senza musica, tutto il film, 127 minuti, è senza musica, solo quella suonata dai personaggi, ma poi lentamente gli spettatori si sono alzati, poche parole sussurrate, timorosi di rompere la magia che il film aveva provocato, sembravano vergognosi, lo sguardo abbassato, neanche sui titoli di coda hanno messo la musica, i titoli di coda scorrevano sullo schermo nero, senza musica, hanno voluto tenere lo spettatore inchiodato, fino alla fine, un capannello di persone fermo fuori, in strada, gli sguardi come sgomenti, esiste ancora oggi un cinema capace di far parlare (urlare?) i sentimenti, senza effetti speciali, senza retorica, va bene anche quell’altro di cinema, ma questo, questo di Amour è la prova di come il cinema può tenersi lontano dalle mode…

Il film dovrebbe essere visto più dai giovanissimi che dagli anziani.

Dovrebbe essere proiettato nelle scuole.

Finita la generazione dei cinquantenni d’oggi, quali coppie cammineranno per sessanta anni, guidandosi a vicenda verso il termine della vita?

Una promessa d’immortalità quando Trintignant e Riva escono dall’appartamento dopo la morte di lei?

Forte come la morte è solo l’Amore?

Amour è un film per chi ama il cinema.


Humour - Tempi... moderni?  

Fiesta

di Giuseppe Sanchioni

Col Carnevale a via del Corso e col Capodanno Cinese ai Fori Imperiali Roma si avvia a diventare la capitale mondiale dell'epicureismo caciarone.

Roba che al confronto il samba di Fiume di Gennaio (amena località forse più nota col nome portoghese di Rio de Janeiro, ndt) sembra un ballo per pensionati.

Già si preannunciano altri eventi. Alla fine di febbraio si festeggerà il Presidente del Consiglio dell'Anno. In seguito si proclamerà il milionesimo multato, che avrà in premio un bellissimo fischietto da vigile udibile da chilometri. Alcune indiscrezioni riportano che sia in preparazione il Lavavetri dell'Anno, che avrà in palio un semaforo intero a sua scelta.

In primavera verrà proclamata la Buca imperiale (da non confondere con i Fori Imperiali, fuori concorso), quella che avrà inghiottito più passanti e poi in estate il Treno più infuocato della Metro. Sembra però che della giuria popolare possano far parte solo i tesserati.

D'altra parte noi ci divertiamo così. “Panem et circenses” l'abbiamo inventato a Roma qualche tempo fa.

È sicuro però che tutti si divertiranno, perché se sul samba di Rio veglia il Cristo del Corcovado, sui circenses di Roma veglia il Cupolone. E non è poco!


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)