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racconto

Una gita sacrosanta

di Ruggero Scarponi


Gino era un bravo figliolo di mezz’età che non aveva particolari capacità, né particolari meriti. O meglio il merito più grande che si riconosceva era di andare in bicicletta tutte le volte che ne aveva l’occasione. Ne aveva fatti di giri, un bel po’ e dappertutto. E andava quasi sempre da solo o con qualche amico occasionale al massimo, perché quando c’è da faticare a parole sono tutti buoni ma ai fatti…. Ma la vera ragione per cui Gino, un giorno di maggio, decise di portarsi Gesù, in bicicletta… fu…beh furono almeno tre, per la verità.

La prima era che non pesava nulla, cosa non da poco, considerando le ripide salite da affrontare durante l’escursione. La seconda era che mostrava di possedere un ottimo spirito d’avventura e la terza che pur senza mai fare domande era sempre disponibile per delle risposte.

Si erano conosciuti con Gesù, una notte di Natale. Gino, così come si fa tante volte, gli aveva parlato durante la preghiera e Gesù senza tante cerimonie gli aveva risposto, nell’intimo, nel cuore. Da allora avevano preso a frequentarsi. Gino andava a trovarlo tutte le volte che poteva in Chiesa, nella sua Parrocchia e Gesù lo ricambiava, a casa, al lavoro, ovunque Gino sentisse il bisogno di parlargli.

Prima di partire Gino chiese a Gesù se, se la sarebbe sentita di accompagnarlo, dando per scontato che visto che a pedalare sarebbe stato lui, cioè Gino, era ovvio che sarebbe stato lui il capo-spedizione.

La cosa, a Gesù, non gli fece né caldo né freddo, anzi per tutta risposta gli sussurrò nell’orecchio:

- purché si parta!

- E per l’ itinerario? Hai delle preferenze?

- No, purché si stia insieme

- Bada – disse Gino - che io pedalo e tu stai dietro e se qualche volta mi senti sbuffare…

- E tu sbuffa, sbuffa, ma…Non mollare! E se me lo chiedi… potrò sempre incoraggiarti.

- Allora… si va?

- Non vedo l’ora!

- E se si buca una gomma?

- Ricordati di portare l’attrezzatura con i ricambi…

- Insomma non vedi difficoltà?

- Abbi fede!

La conclusione, a Gino, gli parve logica e gli chiuse la bocca. Che poteva replicare?

Ora bisogna sapere che partire in viaggio con Nostro Signore potrebbe sembrare una cosa impegnativa. Insomma non per farla complicata, ma lui è l’onnipotente e un sacco di altre cose. Provate ad immaginare di portare sulla canna della bicicletta la regina d’Inghilterra oppure il Presidente degli Stati Uniti. Non è per qualche cosa ma un po’ di soggezione te la potrebbero mettere. Ma portarsi appresso addirittura l’onnipotente, che è molto, moltissimo più di quei signori lì…Beh, potrebbero venirti i brividi su per la schiena…E invece…Invece no e… si va che è una meraviglia.

Gino ritenne doveroso comunque metterlo al corrente dell’itinerario.

- Forse sai già tutto – disse titubante – visto che sei l’onnisciente

- Ma se me lo dici tu – rispose Gesù – sarà ancora più bello, non ti pare? Visto che sei il capo-spedizione.

- Beh se la metti così allora ti dico che avrei pensato di fare un pellegrinaggio…non molto originale…vero?

- E dai! Che ci divertiamo!

- Avrei pensato di andare a visitare un luogo in cui si venera Maria….

- Ti seguo senza obiezioni.

- Grazie Signore.

- Grazie a te…Sei tu che pedali!

- Ah! Ancora una cosa. Naturalmente stando insieme tante ore sarà normale scambiare quattro chiacchiere.

- Sempre con piacere

- E però …

- Forza, parla senza timore!

- Insomma, io sono una persona semplice, faccio discorsi semplici…

- Anche io

- Cioè, magari mi viene di parlare di calcio, oppure del panorama…cose così, insomma non è che t’aspetti che sappia di teologia, di filosofia…vero?

- Mi auguro proprio di no

- Non ti annoierai?

- Solo se smetterai di parlarmi.

- Grazie Signore

- Non l’hai già detto?

Fu così che una mattina presto Gino si mise lo zaino in spalla, si sistemò Nostro Signore, con rispetto, a cavacecio, inforcò la bici e via.

Come detto si andava a meraviglia, forse perché all’inizio era tutta pianura.

Dopo una buona mezzoretta Gino pensò di fermarsi a fare colazione al bar. Cappuccino e cornetto. A questo punto si poteva affrontare la prima salita. Qui l’itinerario si faceva serio, impegnativo. Ci volevano polmoni e polpacci e a Gino non mancavano né gli uni né gli altri e Nostro Signore a spronare e a incoraggiare. E può sembrare strano ma dietro a quelle esortazioni a Gino non sembrava neanche che la salita fosse in salita, ma piuttosto una pianura o forse addirittura una discesa.

- Signore – esclamò pieno d’entusiasmo – è così bello pedalare insieme a te!

- Eh sì, Gino, pare proprio anche a me – rispose Gesù che se la godeva un mondo

Finalmente, dopo tanti saliscendi e ripidi tornanti al culmine della salita giunsero in prossimità di una chiesetta.

Qualcuno, tanto tempo prima aveva pensato di dedicarla a Maria. Forse perché salendo fin lassù e guardando il panorama solenne e grandioso ti veniva spontaneo aprire il cuore alla Madre di Dio, giungere le mani e recitare un’Ave Maria.

E Gino fece esattamente così e Gesù non solo non ebbe nulla da obiettare ma vi aggiunse anche un Padrenostro che non fa mai male.

   

Pregarono ancora un poco nella Chiesetta e poi si misero a mangiare all’aperto sotto il portico dove una bella ombra fresca ritemprava dalle fatiche del viaggio. Gino aveva portato nello zaino un’abbondante colazione per due, alla quale fecero onore allegramente. E chiacchierarono di sport, di calcio, perché Gino era del Milan e Nostro Signore invece… beh, del Milan proprio no!…(per via dello stemma…credo), però risero e stettero bene insieme.

Quando tornarono a casa, la sera, Gino era un po’ stanco, per la verità. Oh, intendiamoci si era divertito, insieme a Nostro Signore, ma la strada adesso si faceva sentire. E Gesù disse che era giusto così altrimenti non c’era neanche motivo di farle certe imprese.

Gino accompagnò Gesù nella Chiesa della Parrocchia, si salutarono fraternamente, soddisfatti per la bella giornata e poi se ne tornò a casa sua.

Quella sera a cena mangiò di buon appetito e prima di andare a dormire gli venne voglia di inginocchiarsi ai piedi del letto per recitare le preghiere. Non lo faceva sempre, ma stavolta gli venne spontaneo e gli sembrò che quelle parole pronunciate tante volte senza riflettere avessero ora un significato evidente e fu certo che nella sua cameretta, discretamente, fosse disceso l’onnipotente, con Maria e tutta la corte degli angeli per pregare insieme a lui che era stato un così bravo capo-spedizione.

E tutto per una gita in bicicletta. A volte, pensò con un accenno di sorriso, dopo aver spento la luce ed essersi rannicchiato sotto le coperte, cosa può fare un po’ di sport…Non ci si crederebbe.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)