Alberi d’Italia
L’ulivo
di Federica Fasciolo
Non c’è dubbio: tra gli alberi simbolo d’Italia un posto privilegiato lo occupa l’ulivo.Molte sono le impressioni vedendo, il colore e la forma lo rendono familiare,e viene voglia di parlargli. Ecco, lo faccio, e sfacciatamente, nonostante il rispetto per la sua ragguardevole età, gli do del tu,certa come sono che non l’avrà a male e che, tuttavia, non mi risponderà direttamente, se non attraverso i miei pensieri che potrò via via formulare dentro di me, consono alla sua natura pacifica e conciliatrice.
Caro ulivo, piano piano, ti sei arrampicato; dalle fresche terre sabbiose, fin sopra la collina: hai adagiato radici, hai espansa la tua chioma verde argento, tra fragili rami, hai rafforzato il tuo contorto tronco con nodi e ombrose cavità, per meglio resistere ai venti ed alla siccità. Complimenti, so che il tuo viaggio è stato lungo: dall’Acrocoro armeno, al Pamir, al Turkestan…trasportato dai Fenici, hai spinto i tuoi semi in Grecia e Peloponneso, e subito sei asceso alla gloria dell’Acropoli per onorare Atena; e hai offerto per mille e mille anni il tuo frutto cangiante: verde, rosso, viola, nero…mentre più impreziosisci il suo ventre.
Lungo le coste del Mediterraneo hai incontrato ostacoli, liti tra popoli, violenze e soprusi tra uomini; ma non ti sei arreso e ti sei spinto oltre Siria, Palestina, Egitto…e l’italica Sicilia, fino in Spagna, per commerciare il tuo prezioso olio in cambio di rame, argento e oro.
Il tuo olio condisce e cuoce cibi; brucia insieme ai tralci verdi ed ostinati, resistenti al fuoco, e consuma la sua forma per mutare da oleoso liquidoin aereo caldo vapore; e fioca luce da rustiche lampade per illuminare la notte…e il cuore in preghiera degli uomini, che ti hanno eletto a simbolo del Mediterraneo.
Il tuo legno, duro e resistente, strigliato da segni ordinati e ammalianti, racchiude storia e segreti del tempo, e piega la sua anima all’utile forma delle navi e degli utensili di ogni giorno; nel mentre, creme delicate ed unguenti leniscono ferite e rendono giovani sempre Afrodite, Elena e Cleopatra.
Al sorgere di una Nuova Era, sei sempre tu, Ulivo, albero della pace, ad accompagnare vicende di un Nuovo Ordine Celeste: hai salutato festoso il trionfante ingresso di Gesù in Gerusalemme; hai raccolto le sue preghiere e i suoi timori in Getzemani; hai reso stridula la voce del vento mentre il condannato per croce inciampa ; e sei stato testimone, infine, e per sempre, di un segno di redenzione (l’antico patto di riconciliazione tra Dio e gli uomini disegnato nell’aria dalla colomba di Noè) che vale per tutti gli uomini di buona volontà.