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Arte

seconda puntata

Le parole e le persone

conversazione con Sergio Gotti,
un uomo caduto sulla terra

di Giada Gentili

Sarà già apparso chiaro, per chi conosce Gotti o ha letto il precedente articolo, che qui si tratta non solo di un artista di grande spessore; Gotti è molto di più: esploratore, paleontologo, ricercatore, uomo alla costante ricerca di sé stesso nel mondo, attraverso i milioni di rigagnoli, fiumi, mari, terre, che l’Uomo ha percorso nella sua storia. Forse nessuno è definitivamente se stesso finchè non scopra il luogo che da sempre lo aspetta, lo rispecchia, in qualche modo lo integra. Per Sergio Gotti, il luogo è il mondo, la Madre Terra. Non sarà più possibile separare Sergio Gotti dai viaggi che ha intrapreso, dalla sua fame di conoscere, di sapere, di comunicare.

   

…erano anni che cercavo di andare in America e visitare i luoghi storici degli Indiani d’America. Fin da ragazzo ho cominciato a costruire i copricapi degli Indiani. Volevo esplorare i loro territori e conoscerli di persona. Passione strana, come se fossi appartenuto a loro, una sorta di karma, come se avessi vissuto un’altra vita; sentivo, nel profondo di me stesso, di appartenere a quell’etnia. Quando arrivai a Denver, nel 1997, appresi che molti giovani indiani fuggivano via dalle Riserve per andare in città, dove perdevano subito la loro identità, molti prendevano brutte strade, diventavano drogati, o cose ancora peggiori; fuggivano perché attratti dalla città dove tuttavia esisteva il razzismo. Così diventavano emarginati. Le Riserve erano e sono ancora oggi la loro identità, ciò che li rappresenta agli occhi del mondo.

Seble
Grand Hotel Plaza, Roma
Mondo unico e molteplice
.



In mostra 14 dipintiad olio
di vario formato,
e' rappresentativa della ricerca
da lei svolta recentemente.
"lLe tele di Seble si presentano
come coabitazioni improbabili
che chiamano in causa, con pari
dignita', angeli, veneri, putti
alati della tradizione occidentale
insieme a elegantissime e antiche
divinita', figure e segni di culture
esotiche, ci esprimono con
l'immediatezza dell'immagine
la complessita' della dimensione
culturale dell'artista”
(Andrea Romoli Barberini)
Fino al 21/12

America, terra di libertà: schiavismo, decimazione degli Indiani, razzismo, pena di morte…

Una volta entrai in un negozio che vendeva manufatti dei nativi. Il negozio era gestito da giapponesi. A quell’epoca avevo i capelli lunghi e la mia fisionomia faceva credere che fossi un indiano, un Nativo. Insomma mi risposero male, pensavano che volessi rubare o l’aspetto di un indiano non li rassicurava. Ovviamente risposi per le rime e me ne andai. Ecco un segno di come venivano trattati. Ridotti ad esporsi per i turisti. Si vestono e si addobbano con i tradizionali costumi e posano accanto ai turisti.

   

Dunque questa attrazione verso gli Indiani l’hai sempre avvertita, fa parte di te, ti ha seguito come un’ombra. Come la spieghi ? Credi davvero al karma?

Come ho detto, è stata una sensazione che ho avvertito da ragazzo. Da allora l’ho seguita, mi sono fatto guidare da questa attrazione. Ricorda che gli Indiani hanno avuto un contatto direi speciale con la Terra, le Stagioni, le grandi migrazioni degli animali: studiavano il cielo, le stelle, la luna. Tutti i popoli primitivi hanno avuto questo contatto speciale. Il mito della Grande Terra. Ecco, io mi reputo un’animista, come loro: la natura ha un’anima, è uguale a noi, vive e respira come noi. Ogni particella, ogni sassolino, ogni goccia d’acqua, ha un significato, possiede una vita. Mi sento profondamente legato all’energia dell’universo. Quante volte mi è capitato, passeggiando per un bosco o una conifera, di abbracciare un albero. Quanti lo possono capire? L’Uomo possiede questa forza, l’ha innata, fa parte del suo codice genetico, ma poi si perde: siamo travolti e stravolti da tutto, ma è inutile che ci mettiamo a parlare del mondo moderno, perché faremmo solo demagogia.

Ho già letto di questa capacità di sentire vivo il creato in ogni molecola: Santa Teresa di Liseuex. Lei trovava Gesù in tutto ciò che vedeva, non aveva necessità di fare pellegrinaggi…Mi accennavi al Festival dei due Mondi di Spoleto di Giancarlo Menotti, dove hai esposto e dove hai trovato l’occasione giusta per andare in America.

Esatto. E’ lì che il destino mi ha fatto incontrare una ragazza americana di Denver che studiava a Perugia. Le piacevano le mie opere e così le feci questa proposta: tu mi ospiti, io vengo e ti faccio un paio di quadri sul posto, te li regalo e mi pago il soggiorno. Così posso girare per le gallerie di Denver e aprire un mercato.

Dunque Denver è casuale…

La ragazza era di lì. Casuale ? Destino ? Ma non è finita qui. Sempre a Spoleto, in quell’anno, incontrai una signora anziana, vestita con manifatture indiane. Rimase a guardare le mie opere che le ricordavano il suo popolo. Era una principessa Cheyenne. Purtroppo la persi di vista, ma rintracciai la ragazza, la prima. Così andai a Denver in aprile. Sono partito all’avventura. Quando arrivai c’era la neve. Quindici gradi sottozero. A casa della ragazza dormivo per terra, non c’erano stanze per gli ospiti. C’era pure un gatto che zompava e grattava e non mi lasciava dormire. Poi hanno rimediato un materassino da mare. Insomma me ne sono andato in giro per Denver a cercare gallerie. Ne trovai una e cominciai a lavorare. Nel frattempo andavo ad esplorare per trovare tracce, contatti.

   

Cosa ti ha dato questo viaggio, i viaggi, questi contatti?

Un arricchimento umano e artistico eccezionale. Ho vissuto momenti, giornate, periodi molto intensi. Una volta ho sognato una rupe particolare. Mi sono alzato, destato dal sogno; erano le cinque e mezza di mattina e spinto da questa urgenza, sono uscito per trovare, e l’ho trovata, la rupe che avevo sognato. Mi sono seduto su questa rupe. Si è avvicinato una stormo di uccelli che mi cinguettavano tutt’intorno . Ho rotto l’incantesimo, quasi non credessi a quello che mi accadeva, nonostante la gioia che sentivo. Poi sono tornato con più convinzione. Cercavo prove. Sono tornato più concentrato. Arrivarono dei colibrì che mi passavano sopra la testa. Ho trovato un cerchio di pietra calcarea e sono entrato dentro quel cerchio per cercare di catturarne l’energia. Ho trovato frammenti . Mi sentivo a casa. A casa mia. Ha cominciato a piovere. Poi ha smesso. E poi che altro?... Vedi come racconto? Salto da un argomento e un ricordo all’altro. Mi vengono di getto. Non riesco a fermarmi. Ma non sono memorie su cui costruire un racconto. E’ la mia stessa vita. Ricordi Cavallo Pazzo? Il famoso capo tribù? Cavallo Pazzo portava in capo una piuma di falco rosso. Allora mi sono detto: se tutto questo è vero, se tutto quello che ho sentito ha un senso per me, vorrei trovare due piume di falco rosso. Esco e trovo le due piume. Ora: mi sai dire oggi chi può credere a questi racconti? Qui non è solo il timore di essere deriso, ti possono prendere per un pazzo, un visionario.

Quali conclusioni hai tratto?

Che in un’epoca passata appartenevo ai Nativi d’America. La razionalità mi portava a ridere sopra questa idea. E chi può dare torto a questo suggerimento? Ma poi mi sono detto: a chi devo rendere conto di questa idea? Ho vissuto periodi della mia vita con molta intensità. Come se una forza mi spingesse e mi aiutasse. Per me era una conferma. Credevo in quello che facevo e questo, forse, è stato il segreto. Non mi sono lasciato convincere dalla razionalità, anche se spesso la tentazione è stata molto forte.

Altri viaggi, altre terre, altre scoperte.

In tutti i lavori si vede l’anima, la mia anima, le emozioni, le conoscenze. E’ stato tutto trasportato nel mio lavoro. Questo contatto con la Madre Terra. Mia Madre. La Madre di tutti gli uomini. Tutti i popoli, tutti i riti sono legati tra di loro dalla Madre Terra.”

E’ scaduto anche il nostro tempo. Si crede a stento alla sopravvivenza di tali uomini, di dialoghi e conversazioni di tale fatta in un contesto storico che ha per suo nutrimento “Il Grande Fratello”. Ma non un momento Gotti ha l’aria di aver edificato il suo mondo dentro questo mondo, anzi sembra addirittura ignorare ogni misura quando racconta. Le sue parole non hanno nulla di ritualistico. In breve: non indossa nessun paramento sacro per celebrare i suoi racconti e mostrare i suoi lavori, ma possiede in maniera mirabile e naturale quel tono e quel vestito che danno valore alle sue avventure. Dalla prima all’ultima opera, dalla prima all’ultima parola, non si avverte incrinatura, incredulità, mistificazione. Gotti ha la capacità di creare il punto magico, al di là degli orrori a cui siamo costretti spesso a cedere il passo, per decifrare il senso della caduta dell’uomo sulla terra.

   


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)