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Teatro

Un Mercato Inaccessibile

di Luigi Capano

Il mercato del pesce degli ebrei guarda obliquamente la sempre illuminata Basilica di S. Anastasia, distesa sul versante opposto della Via di S. Teodoro che, con molle lentezza, serpeggia divincolandosi tra antiche mura, poco distante dal Circo Massimo.

In serata, una serpentina più striminzita ma meno composta e rumorosa assai, si viene formando alla spicciolata: giovani e meno giovani sono in fila per vedere Inaccessibile, l’ultima fatica performativa di Raffaele Curi, attore, regista e direttore artistico della Fondazione Alda Fendi che ha prodotto lo spettacolo in programma a Roma fino al 27 marzo.

La scenografia dell’architetto Jean Nouvel; la partecipazione dell’attrice Francesca Benedetti in scena con un monologo tratto dalla Medea di Euripide; la presenza di numerosi attori giovanissimi tra cui una fascinosa Laura Gigante, volitivamente nuda e sorridente sul palco illuminato; il concorso di video-immagini spiazzanti e oscuramente allusive, proiettate a sorpresa ai quattro lati del mercato e saviamente intercalate da musiche e giochi luminosi; infine il pubblico in cupida attesa quaresimale, ammassato, in piedi al centro del grande spazio commerciale.

   

Raffaele Curi, classe 1948, ha un curriculum di tutto rispetto: come attore ha lavorato con De Sica, Comencini e Avati; è stato assistente di Man Ray e del direttore del Festival dei due mondi Giancarlo Menotti. Fino alla collaborazione, a partire dal 2001, con la Fondazione Fendi per cui ha prodotto, scritto e diretto una decina di spettacoli di genere sperimentale. E fino a quest’ultima prova dedicata agli enigmi, ai misteri – compresi i rebus vaticani - a ciò che appare inaccessibile e, per converso, alla candida semplicità ed alla giocosa naturalezza.

Abbiamo tentato di seguire il percorso mentale propostoci, condito con un’oncia di psicologismo surrealista, con un pizzico di nouvelle vague godardiana e con una sventagliata di misticismo orientaleggiante.

Portiamo con noi nel buio della strada, assieme ai nostri passi attutiti dal rumore del traffico, un senso beckettiano di nervosa aspettazione ed un’ineludibile impressione di déjà vu.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)