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Parchi e Oasi dello Spirito

Frazzanò - Me

Monastero di San Filippo di Fragalà

di Dante Fasciolo


A tre chilometri dal centro abitato di Frazzanò in provincia di Messina, sorge sull’alto di una collina ricoperta di faggi l'antico Convento di San Filippo di Fragalà, detto anche di Demenna o di Melitiro, dedicato a San Filippo di Agira, istituto cenobitico basiliano di origini assai antiche, infatti data la sua esistenza – secondo una tradizione orale - dal 495 ad opera di San Calogero di Calcedonia.

Solo più tardi si sviluppò il centro abitato a valle, che si ritiene sia stato fondato nell’860 da un gruppo di profughi bizantini, provenienti dalla città di Crastus/Castro nel tentativo di sfuggire all'invasione saracena. Questi costruirono le prime rozze abitazioni nel quartiere “Canale”, che infatti secondo la tradizione rappresenta il nucleo iniziale del paese. La cittadina cadde comunque, insieme al resto dell'isola, sotto la dominazione saracena alla quale segui la conquista normanna. Durante la dominazione normanna ed in seguito aragonese, il borgo di Frazzanò si sviluppo presso il castello di Belmonte e fu uno dei casali di San Marco.

   

Una curiosità sul nome del paese Frazzanò, che deriverebbe dalla folta presenza nel territorio di alberi di faggio, la cui ghianda in dialetto viene denominata “frazza”. La voce popolare riporta come spiegazione la storia di un frazzanese che alla domanda di un forestiero che gli chiedeva: «Nel tuo paese cresce solo frazza, il cibo dei porci?» egli abbia risposto risentito, «qui frazza no!» da cui il nome del paese.

Il Convento, sotto il dominio arabo ebbe a soffrire un periodo di decadenza. La ricostruzione fu opera dell'Abate Gregorio nel 1090 grazie ai favori concessi dal conte Ruggero e dalla regina Adelasia.

   

Da un piccolo portale manieristico si perviene ad un cortile quadrangolare. Al piano terra sono magazzini, stalle, cucine e laboratori. Sul lato orientale si trova la Chiesa: dal piccolo portale datato 1614 si entra nella semplice aula, pavimentata con maioliche nasitane del XVI secolo, la pianta della Chiesa è a croce commissa con una grossa abside centrale e due piccole absidi laterali che recano bellissimi cicli di affreschi del XII secolo.

Da una scala in pietra si sale al primo piano del convento. Nell'ala meridionale si trovano le celle, attraverso il terrazzo si passa ad un ampio e restaurato salone. Alcuni ambienti e il cortiletto sono utilizzati per mostre, attività teatrali e concertistiche.

Fortunatamente le pergamene greche e latine di epoca anteriore al 1743, che costituivano il " Tabulario del Monastero", furono sottratte al deplorevole destino di ammuffire e marcire, com'era avvenuto per i libri della biblioteca. Oggi le suddette pergamene si trovano nell'archivio di stato di Palermo.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)