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Arte

Colori e forme in ceramica
nell’opera di Raffaella Fusciello

di Laura Bernasconi

Così racconta Raffaella Fusciello:

“Da bambina ho sempre lavorato in campagna appena dopo la chiusura dell’anno scolastico. Per il mio primo lavoro “il frutto della pesca”  ho immaginato le scene all’istante nella mia mente mentre leggevo l’articolo su un trafiletto del giornale “il Caffè” di Aprilia, città dove insegno. Si riferiva non al frutto della pesca, bensì al lavoro delle donne pescatrici. Nella rappresentazione della donna che tira la rete piena di pesci c’è molta fatica, resa tale dalle onde mosse che rendono più difficile la pesca, e a questo pensiero ho dedicato la mia prima “opera”; la chiamo così per due motivi: primo perché rappresenta l’inizia della mia carriera di artista, secondo perché mi ha permesso di affrontare e rendere in qualche modo omaggio al lavoro delle donne, argomento non sempre recepito nella sua reale dimensione e portata sociale”.

   

Da allora la Fusciello ha assicurato alla propria rete molti “pesci”, nel senso che ha prodotto una quantità estesa di lavori artistici, impastando e dando forme e colori alle creazioni in ceramica che distinguono la cifra della sua particolare vena.

Alla sua arte, oggi, dedica molto spazio che riesce a coniugare con la sua attività di insegnante.
E noi ne approfittiamo subito per sapere un po’ di storia della ceramica artistica.

L’uso della ceramica – ci rammenta la Fusciello – ha origini lontanissime. I popoli, sin da tempi immemorabili, ne hanno fatto grande uso e si sono evoluti scoprendone nuove lavorazioni. Prime tra tutti furono però le popolazioni orientali e ce lo dimostrano i ritrovamenti avvenuti in Kyushu (Giappone); i manufatti rinvenuti in questa zona risalirebbero addirittura al XI millennio a.C., ossia al neolitico, e consistono in vari pezzi di vasellame cotto direttamente sul fuoco.

La vera rivoluzione arrivò però dalla terra di origine della ceramica, infatti, in Cina, attorno al VIII secolo d.C., venne scoperta la porcellana. Tanta era la bellezza dei manufatti in porcellana, arricchiti ed abbelliti da decorazioni di incantevole splendore, che questi vennero destinati quasi esclusivamente ai palazzi reali e, nel 1100, la produzione di vasi e vari manufatti di porcellana si allargò anche alla vicina Corea, dove nacquero le maggiori opere del secolo, ed al Giappone.

Tornando però ai popoli mediterranei, sappiamo per certo che anche qui le ceramiche conobbero presto una larghissima diffusione ed approdarono, attraverso i commerci, nel cuore della cultura greca. Questa eredità della civiltà minoico-micenea fu motivo di grande vanto soprattutto per la città di Atene che dal VI al V secolo a.C. fu dominatrice incontrastata del mercato del vasellame.

Al suo decadimento però, nel IV secolo a.C., l'arte della ceramica non decadde, anzi, continuò a sopravvivere in luoghi come la Boezia, la Sicilia, l'Etruria e tutta la Magna Grecia.

Seguì poi l'età augustea dove i manufatti in ceramica seguivano lo stile aretino, arricchendosi di decorazioni a rilievo (la famosa 'terra sigillata'), il quale venne imitato da tutto l'Occidente romano e rimase in uso fino al termine di questo glorioso impero.

Tuttavia, ancora una volta la ceramica sopravvisse al decadimento di una cultura e continuò ed essere utilizzata anche durate tutto il medioevo dove, dopo essere stata lavorata sul tornio, veniva cotta nei forni e, in fine, resa impermeabile con la vernice vetrosa. La colorazione fu oggetto di evoluzione attorno al XIII secolo, cioè quando iniziò l'uso di altri colori e le decorazioni si fecero più sofisticate.

La produzione delle ceramiche prende però piede soprattutto nell'800 grazie all'introduzione di tecniche industrializzate che consentono una produzione più ampia. Da qui in poi, la storia delle ceramiche non si dipinge di particolari molto rilevanti se non per quanto riguarda i macchinari e le tecniche di produzione che andarono via via migliorandosi fino a divenire ciò che oggi tutti noi conosciamo...

La storia continua, ma già Raffaella è davanti al forno che inghiottirà le sue creazioni sulla scia dei grandi maestri.

   


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