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Arte

Mostra itinerante
Carlo Sismonda

Sarà presentata venerdì 21 settembre nel salone d’Ercole del Castello Reale di Racconigi, la Mostra Itinerante delle Opere del M. Carlo Sismonda, pittore piemontese conosciuto ed affermato in tutta Europa, scomparso lo scorso anno nel pieno della sua maturità artistica. Stile inconfondibile; colori legati alla sua terra e alle stagioni che ritraeva con ampie campiture paesaggistiche; sapienti e decise pennellate per testimoniare bellezza, che si traduceva anche attraverso struggenti note su pentagrammi scritti col cuore.

      

L’Associazione “Carlo Sismonda” presieduta da Mario Abrate, la sua città Raconigi, la Provincia di Cuneo presieduta da Gianna Gancia, hanno inteso commemorare l’artista, che più di altri ha dato lustro alla sua terra con spirito di servizio, come segno di riconoscenza e di vicinanza.

Le mostre si svolgeranno il luoghi emblematici e secondo un calendario opportunamente studiato per permetterne la visione al più ampio pubblico possibile e tenendo conto anche dei flussi turistici verso il territorio di visitatori stranieri.

22 settembre - 14 ottobre al Centro Incontri della Provincia di Cuneo
27 ottobre - 18 novembre al Castello di Barolo
8 dicembre - 6 gennaio al Castello di Racconigi

      


L’audace fierezza
di Carlo Sismonda

di Dante Fasciolo

Una storia che nasce lontana nel tempo:
occorre esorcizzare il suono cupo delle mitraglie nemiche che salgono dalle vallate cuneesi,
occorre vincere l’incubo della guerra e la paura della morte.
A 15 anni si può, si deve! Corriere del CNL piemontese,
Sismonda sposa la causa della Resistenza, ma i rischi quotidiani non gli impediscono
di ritagliare per sé spazi per la musica e per i primi abbozzi pittorici.
E forse nascerà sulle montagne quel desiderio di ricerca a lungo covato
che lo porterà a dipingere la “Grande Storia” per la Chiesa delle Vallette,
quartiere di povera gente negli anni dell’emigrazione a Torino,
ove celebra quel Don Giuseppe Pollarolo, che a lungo Sismonda aveva osservato
elevare preghiere di perdono e invocazioni di pace dagli improvvisati altari rupestri,
accompagnato ora da sommesse orazioni, ora da lunghi silenzi dei partigiani,
confusi tra liturgia e timori, tra comunione e famiglie lontane.
Queste emozioni rivivono ora sulle opere di Sismonda:
memorie indelebili di sofferenze e ingiustizie,
tutte riassunte in “quel sacrificio“ che cancella i peccati del mondo.

È decisa la mano che spande colore su candide tele: un’idea che si concretizza,
un pensiero che posa le sue ali e traccia i confini del suo nido.
L’istinto costringe l’indefinito a palesarsi, a dare forma e vita a quell’ansia che preme,
e la forma inizia una narrazione che trascina con sé l’antico sapere
e il profumo della prossima, imminente primavera di colori.

Nascono così le opere pittoriche di Carlo Sismonda, artista piemontese
che dischiude le sue tele agli occhi e alle menti di chi intende.
Anno dopo anno, tappe importanti in Europa, America, Giappone…
il cuore radicato in terra di Piemonte: cibo per energie da spendere sulle tele.
E grandi cicli pittorici, nel solco del sacro, Dagli Evangeli, o Via Crucis ad esempio:
marcate croci, tra volti privi di connotati, a ricordare che la Croce
giudicherà l’anima e i gesti, non le fisionomie degli uomini.
Colori forti, a testimoniare il Si Si, No No,
perché il Cielo non ammette compromessi e mezze misure….
e la melanconia che appare, altro non è che il preludio della contrizione:
ad un mondo che sembra aver perduto i valori dell’esistenza,
si contrappone la sofferta speranza che nel Libro Mastro del Creato
non sarà contabilizzato ciò che ogni uomo ha accumulato nella vita,
ma ciò che ha donato.

Carlo Sismonda estrae dalla sua bisaccia i suoi averi.
Espressioni sofferenti: lucida lettura del tormento dell’animo umano;
accecanti colori: tuffo nelle frementi speranze del cuore;
una Croce possente: la memoria di essere stati creati a “Sua Immagine e Somiglianza”.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)