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Parchi e oasi dello spirito

Eremo di San Colombano

di Dante Fasciolo

L'eremo di San Colombano è un luogo eremitico situato nel comune di Trambileno, poco distante da Rovereto, in provincia di Trento.

Alcune cavità naturali, a metà altezza della parete rocciosa dell' "orrido" formato dal torrente Leno di Vallarsa, furono utilizzate sicuramente a partire dalla metà degli anni 700 da un monaco eremita.

   

E altrettanto sicuramente l'utilizzo come luogo eremitico fu ad opera dei primi monaci provenienti da Bobbio o dal vicino Monastero di San Colombano del Priorato di Bardolino o comunque di regola colombaniana e dalla loro dedicazione al santo irlandese. La regola colombaniana, infatti, prescriveva nel tempo di quaresima il romitaggio, ossia il completo isolamento del monaco in meditazione in luoghi naturali quasi inaccessibili.

Colombano di Bobbio (Navan, 542 circa – Bobbio, 23 novembre 615) fu un monaco missionario irlandese, noto per aver fondato da abate numerosi monasteri e chiese in Europa. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica, dalle Chiese ortodosse e dalla Chiesa anglicana.

Tramite le sue numerose fondazioni contribuì alla diffusione in Europa del monachesimo irlandese. Stabilì una regola monastica che in seguito fu assimilata a quella benedettina e poi definitivamente abrogata anche formalmente nel 1448 da papa Niccolò V. Introdusse con il Paenitentiale l'uso della confessione privata in sostituzione di quella pubblica per il sacramento della penitenza.

Papa Benedetto XVI lo ha definito "santo europeo". Infatti, San Colombano stesso scrisse in una lettera che gli europei dovevano essere un unico popolo, un "corpo solo" che viene unito da radici cristiane in cui le barriere etniche e culturali vanno superate; inoltre usò per la prima volta l'espressione latina totius Europae.

È santo patrono dei motociclisti. Il primo insediamento fu la «Grotta degli Eremiti», in un'epoca non definita. L'iscrizione datata 753, incisa sulla roccia accanto all'attuale campanile, fa risalire comunque la pratica continua del romitaggio monastico.

Tra la fine del X secolo e gli inizi dell'XI è databile la prima costruzione di una piccola chiesa dedicata al santo all'apertura della grotta, sotto un tetto naturale di roccia. I primi documenti che attestano la presenza dell'Eremo e della chiesetta sono uno del 1319, riguardante un lascito fatto alla «Chiesa di San Colombano» da parte del Conte Guglielmo Castelbarco della dinastia dei Signori di Lizzana e Rovereto, e l'altro del 1470, tuttora conservato nell'archivio parrocchiale di Lizzana, attesta la fede degli abitanti del luogo con celebrazioni e processioni al santo irlandese per scongiurare le lunghe siccità.

   

I monaci ebbero grande attenzione all’ambiente: animali e piante venivano rispettati e curati, e ancora oggi l’eremo è testimone di un amore per la natura circostante ove crescono frassini e sorbo, si aggirano cervi, linci e marmotte... controllati dall’alto dal picchio cenerino.

L'eremo della "Grotta dell'eremita" venne utilizzato dai monaci eremiti, che ne furono i custodi, fino al 1782 quando venne abolita la pratica del romitaggio. Da allora il luogo di culto è curato dagli abitanti della valle.

   

La provincia di Trento ne ha effettuato il restauro nel 1996 e la manutenzione ordinaria e l'apertura al pubblico sono garantite da un gruppo di volontari riuniti nel Comitato Amici di San Colombano.

All'eremo si arriva tramite una scala di 102 gradini scavati nella roccia. Affreschi con la lotta tra san Colombano e un drago (allegoria della lotta tra bene e male) e con la raffigurazione del Paradiso, si trovano nella grotta, mentre un altro con "Madonna e santi" del XV secolo si trova sull'altar maggiore della chiesa e conserva incisioni con invocazioni ed ex voto datate tra il 1505 e il 1782, testimoni del pellegrinaggio al santuario.

   


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