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Cinema

Roma Fiction Fest

di Federica Fasciolo

Avete già letto qualche articolo sul Roma Fiction Fest? Bene. Qualsiasi sia l'articolo in questione l'avrà quasi certamente scritto un giornalista dal punto di vista del giornalista; io oggi, invece, lo scrivo dal punto di vista del pubblico.

In realtà una cosa che riunisca l'aspetto nozionistico di un articolo di giornale e le emozioni delle persone la posso dire: l'organizzazione era pessima (e questo era giornalistico) quindi nessuno è stato in gradi di dirmi fino all'ultimo momento a che ora si dovessero prendere i biglietti per un dato spettacolo o se un'attrice che tanto aspettavo avesse dato il "bidone" al festival o meno (e questo era da pubblico: quanta "classe" bisogna avere per scrivere un articolo e quanto poco sia permesso sembrare umani, lascio a voi giudicarlo).

Non dico che sia semplice organizzare un evento simile, ma la trovata dei biglietti dati a volte un'ora prima della prima proiezione della giornata, a volte un'ora prima dello spettacolo stesso, sembra aver causato confusione al numeroso personale del festival e, quindi, al pubblico.

Ma lasciamo stare: perché nonostante tutto questo, ora che l'evento è passato, le critiche possono servire per non ripetere gli stessi errori un'altra volta, ma il ricordo di una giornata è il vero motivo per cui, comunque, si fa la fila per prendere un biglietto.

È lunedì: sono le tre e mezza del pomeriggio e finalmente ho in mano quello per lo spettacolo che mi interessa.

Quale? Sembra interessare al giornalista che lo chiede a tutte le persone in attesa vicino alle transenne che ci separano dal pink carpet (nel caso decidessimo di assaltare qualche attore famoso. Va bene, sarò meno ironica. Qualcuno potrebbe farlo davvero. Io no di certo. Credo). La domanda che sento fare più spesso è "preferisci la ficion italiana o straniera?" e nel mio caso la risposta non è così semplice: perché nella stessa giornata mi ritrovo ad aspettare Matthew Macfadyen (Orgoglio e pregiudizio, I pilastri della terra), attore inglese, e il cast de I Cesaroni, che più romani nu' nse po'.

Un bel mix, comunque.

Anche il genere è totalmente diverso: il primo presenta Ripper Street, serie televisiva che ripercorre le vicende di Jack lo squartatore (in cui il momento più ilare è stato quando un personaggio ha sorriso per sbaglio), i secondi una puntata speciale della quinta stagione (in cui il massimo del dark si raggiunge quando alcuni dei protagonisti temono di essere rapiti dagli alieni non accorgendosi di trovarsi invece sul set di una pubblicità).

Dopo tanta attesa, comunque, i miei sforzi (perché restare in piedi ore e ore non è mica una passeggiata... infatti sono sempre stata ferma lì, chi si muoveva!) sono stati ripagati: Matthew è arrivato, mi ha firmato un autografo, gli ho chiesto in inglese se poteva farsi una foto con me e mi ha risposto "sure!", e così il mio bisogno che molti classificherebbero come puramente adolescenziale e che a me piace definire invece come un bel ricordo di una giornata divertente, con una persona che ha recitato nel mio film preferito e bla bla bla, è stato soddisfatto. Per di più anche una seconda volta, quando è arrivato il cast dei Cesaroni e il tutto si è ripetuto per quanto è stato possibile.

Ma non è mica tutto qui: perché se posso permettermi di dire che la giornata è stata bella è che la ricorderò, non è di certo solo per quei minuti in cui ho avuto vicino persone che solitamente riesco a vedere solo in tv e che quasi, a volte, mi viene da chiedermi se esistano davvero o no. La giornata mi è piaciuta perché tutte quelle ore di attesa le ho passate con persone che non avevo mai visto prima, ma con cui è stato facile sentirmi a mio agio, ridere e scherzare, magari proprio grazie a quegli interessi che molti chiamano appunto "superflui e adsolescenziali" ma che, soprattutto quando mi fanno fare amicizia con persone nuove e simpatiche, a me piacciono tanto.

È mio dovere oggi, però, dire anche come ho trovato lo spettacolo che ho visto in sala: il mio biglietto era per Ripper Street, e devo ammettere che, nonostante di solito non mi piaccia seguire serie tv di questo tipo in cui sono omicidi e indagini a dominare la scena, questa è strutturata davvero molto bene e risulta accattivante grazie al ritmo veloce, l'atmosfera da tipico period drama inglese e l'ottima interpretazione dei protagonisti.

Mi aspetto dunque che ci sia qualcosa di altrettanto interessante per cui tornare anche l'anno prossimo (con in più, spero, la tranquillità di sapere che le informazioni che mi vengono date al telefono sono esatte. Sarebbe perfetto, così).


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)