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Pagine preziose

Storie dei 5 elementi

Favole tra educazione e solidarietà

di Elena Marchini

Aria di montagna in scatola; gocce d’acqua che parlano di clima impazzito; gatti che contemplano la natura; gabbiani che leggono romanzi, sono questi alcuni dei protagonisti di Storie dei cinque elementi scritto da Elena Torre e Anna Marani, illustrato da Iole Eulalia Rosa, e letto da sedici narratori d’eccezione (Claudia Pandolfi, Giorgia, Francesco Petretti, Lighea, Raphalel Gualazzi, Luca Argentero, Francesco Fachinetti, Elisa, Niccolò Fabi, Susanna Parigi, Neri Marcorè, Fiorello, Antonello Dose e Marco Presta, Maria Laura Baccarini, Sveva Sagramola, Aldo Giovanni e Giacomo).

   

Il ricavato di Storie dei cinque elementi sostiene due progetti speciali: WWF Italia per la campagna Oasi 2012 e Cuamm Medici con l’Africa per un ospedale pediatrico in Angola. È possibile acquistare Storie dei cinque elementi (Romano Editore e Darwin Edizioni) sul sito www.romanoeditore.it o scrivendo una mail a ordini@romanoeditore.it.

Come ricordato nella presentazione, curata dal presidente onorario del WWF Italia, Fulco Pratesi, Storie dei cinque elementi è un libro di favole su problemi che coinvolgono i quattro elementi, aria, acqua, terra e fuoco più un quinto, che può aprire strade forse ancora non praticate verso una migliore coscienza ambientalista. E forse proprio con una favola, mediazione tra fantasia, immaginazione e realtà, si potrebbe trasmettere ai più giovani, ma anche agli adulti, “qualche molecola di responsabilità e di impegno in Favore di Madre Terra, mamma generosa e bistrattata dai suoi figli avidi e irresponsabili”.

Abbiamo incontrato Elena Torre, una delle autrici, con cui abbiamo parlato di aria, acqua, terra, fuoco e...

Come è nata l'idea di un libro di favole dedicato ai cinque elementi?

Volevamo partire dalla base; la base per una società più responsabile e attenta alle necessità del pianeta, meno distratta e concentrata solo sulle proprie esigenze per un futuro più sostenibile con un consumo consapevole. Partire dalle radici per un futuro che entusiasmi e non spaventi, un futuro che i bambini abbiano voglia di vedere. I nostri elementi sono i bambini ed è a loro che abbiamo voluto mostrare cosa di bello c'è ancora.

   

In una delle fiabe dedicate all'acqua hai voluto esplorare la conoscenza tra diverse gocce d’acqua...

Il viaggio contro corrente di Capitan Fieragoccia racconta la storia di due gocce d'acqua che si trovano a viaggiare su una stessa nuvola. Tubo è un gocciolone americano che ha trascorso la sua vita in un rubinetto lasciato gocciolare in una casa di New York, Luna è una gocciolina nata su una foglia in Africa attesa dal suo popolo insieme alle sue sorelle per tanto tempo. Come spesso succede quando si viaggia su uno stesso mezzo è inevitabile parlare, così ho immaginato che due passeggeri distanti per cultura e provenienza avessero cose interessanti da raccontare; ed è stato così che il povero Capitano si è trovato a dover gestire un vero e proprio ammutinamento!

Perché per l’elemento terra hai scelto di parlare di buio?

Perché credo che il buio sia importante e nobile quanto la luce, se non esistesse non saremmo in grado di apprezzare la bellezza della luce, senza la notte non ci sarebbe il giorno. In più, sin da piccola, contrariamente a molti bambini, non ho mai avuto paura del buio, anzi lo trovavo molto affascinante e pieno di sfide. Un gioco che facevo era mettere tanti oggetti sul tappeto prima di andare a letto, memorizzare la loro posizione e poi una volta spenta la luce cercare di recuperarli e metterli a posto senza urtarli.

Nella favola dedicata all’aria quale aspetto hai voluto esaminare?

Ho scritto Lorenzo e l'influenza del palloncino immaginando una misteriosa malattia che colpisce apparentemente a caso, uomini e donne di ogni paese, cultura, religione, età, ma che risparmia bambini ed animali. I sintomi di questa sindrome influenzale si manifestano con la progressiva perdita di peso, tanto che le persone si staccano letteralmente da terra e galleggiano nell'aria come palloncini. Nonostante gli studiosi di tutto il pianeta abbiano cercato disperatamente la causa non possono che assistere impotenti al moltiplicarsi dei casi e cercare come meglio possono di proteggere i cittadini da un possibile 'stacco' dal suolo.

Parliamo di fuoco, con una favola dal sapore di magia hai voluto ricordare una delle più tremende disgrazie che ha colpito la tua città.

Il bastone del fuoco è dedicata ai vigili del fuoco di Viareggio che sono intervenuti nella tragedia del 29 giugno 2009. La favola è dedicata alla loro professionalità, al coraggio e all'amore che hanno dimostrato. Ho provato a pensare cosa poteva aver significato per loro vedere divorati dalle fiamme persone e luoghi cari, fare il possibile e oltre per salvare le vite dei loro concittadini. Come tutti, quella notte, ho avuto paura e da allora il fuoco per me aveva perso il suo splendido fascino e si era trasformato in un elemento che divorava, distruggeva, uccideva. Scrivere questa favola è stato per me un modo per fare pace con quell'elemento e dire grazie a chi quella notte ha dato il meglio di sé.

E poi c’è il quinto elemento. Cos’è il quinto elemento? Quale messaggio vuoi trasmettere con il racconto Il cavaliere senza armatura?

Credo che ognuno abbia un proprio quinto elemento, un elemento intangibile, invisibile, immateriale senza il quale è impossibile vivere. Nel libro Anna ed io lo abbiamo inteso come amore, pace, fratellanza, altruismo, senso di appartenenza, conoscenza, rispetto della diversità vista come possibilità di crescita e non di discriminazione. Il Cavaliere senza armatura senza dire mostra come poter vivere in pace, senza combattere vince nei tornei, senza armatura è invincibile. Per me è simbolo della pace, pace intesa non solo come contrario di guerra, ma come uno stato interiore intimo di rispetto per se stessi e gli altri.

   

Solo l’ultima favola è stata scritta a quattro mani, quali sono gli aspetti più interessanti della condivisione di un lavoro?

Tanti, primo fra tutti la voglia di condividere una finalità, fare un pezzo di strada insieme, imparare l'una dall'altra, cercare un linguaggio comune. Ho imparato molto da Anna e l'ho potuto fare perché sapevo che quando io o lei correggevamo qualcosa sul testo, non stavamo correggendo noi stesse, ma migliorando un lavoro comune. La scrittura a quattro mani è impossibile se manca questo presupposto.

In conclusione, cosa ti piace delle favole?

Che siano in apparenza una lettura semplice, ludica, fatta col sorriso sulle labbra, ma che allo stesso tempo offrano la possibilità di guardare e comprendere il mondo da un altro punto di vista, che alle volte è quello più giusto.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)