f

arte

Casa dei Carraresi, Treviso

Tibet

Tesori dal tetto del mondo

di Federica Fasciolo

Cinque i grandi temi che animano la rassegna, sviluppati secondo un racconto continuo e correlato: si inizia dalla situazione storica nella quale si è venuto a trovare l'altopiano tibetano fin dai tempi nei quali Gengis Khan lo incluse nel grande Impero mongolo-cinese del XIII sec. Un ampio tema dedicato al grande numero di divinità buddiste tibetane e alla produzione di statue e dipinti religiosi a loro dedicati.

Promossa da Fondazione Cassamarca e con il patrociniodella Regione del Veneto, della Provincia e del Comune di Treviso è allestita presso la Casa dei Carraresi in Treviso la Mostra “Tibet: tesori dal tetto del mondo” a cura di Adriano Madaro.

   

Per la prima volta una mostra sul Tibet viene allestita all’estero, evento di grande interesse sia a livello nazionale dato che sarà appunto l’Italia, e in particolare la città di Treviso ad ospitare la mostra, sia a livello internazionale.

La città di Treviso quindi ha l’onore di mostrare in anteprima assoluta ed esclusiva - grazie ai proficui ed intensi rapporti intessuti dal curatore con il Governo Cinese dal 1976 ad oggi - oltre 300 preziosi reperti tra oggetti sacri, monili, strumenti musicali, dipinti, documenti che raccontano l’arte, la storia, la religione del “Popolo delle Nevi”, databili dal XIV secolo ai giorni nostri. I reperti, custoditi in 26 casse per un peso complessivo di 5 tonnellate, hanno volato da Pechino per 12 mila chilometri.

      

Dopo oltre due anni di sopralluoghi nelle città tibetane di Lhasa, Shigatze e Gyantze, e nel Museo delle Nazionalità di Pechino, oltre che nelle collezioni imperiali custodite nella Città Proibita, Adriano Màdaro, curatore della mostra - che ha già in passato organizzato e curato, sempre a Treviso, le quattro mostre della serie Le vie della seta, dedicate alla storia del Celeste Impero – coadiuvato da una commissione scientifica costituita dai maggiori tibetologi cinesi, ha scelto tutti i reperti secondo un itinerario espositivo che illustra le varie peculiarità storiche, religiose, artistiche ed etniche del Tibet e del suo popolo.

Cinque i grandi temi che animano la rassegna, sviluppati secondo un racconto continuo e correlato, che guidano il visitatore alla scoperta di un popolo e di una civiltà antica e così lontana da noi: si inizia dalla situazione storica nella quale si è venuto a trovare l’altopiano tibetano attraverso i secoli fin dai tempi nei quali Gengis Khan lo incluse nel grande Impero mongolo-cinese del XIII secolo. Tra i reperti qui esposti, oltre a documenti storici di varie epoche, risultano di particolare interesse i doni che i vari Dalai Lama presentarono alla Corte imperiale di Pechino e le antiche statue del Buddismo tantrico al quale si erano convertiti gli imperatori Ming e Qing.

      

Un ampio tema è inoltre dedicato al grande numero di divinità buddiste tibetane e alla produzione di statue e dipinti religiosi a loro dedicati, così da poter spiegare ai visitatori le particolari specificità del Buddismo tantrico della setta dei Berretti Gialli, alla quale appartengono i Dalai Lama fin dall’inizio dell’istituzione della loro carica. Accanto all’incredibile statuaria, che raggiunge punti artistici di notevole valore, sono esposti anche gli oggetti di culto tuttora usati nei monasteri e nei templi durante le cerimonie rituali. Tra questi, gli strumenti musicali ricavati da ossa umane, come è nella particolare tradizione del Tantrismo. Si tratterà di una autentica sorpresa per il pubblico occidentale poiché il Buddismo tibetano eccelle per l’uso di oggetti realizzati con ossa umane, compresa la tazza sacra costituita da una calotta cranica rivestita d’oro.

Sezione di rilevante interesse artistico è quindi riservata alle “Tangke”, i famosi dipinti sacri che oltre a rappresentare le storie del principe Siddharta (il Budda storico) celebrano la ritualità nei monasteri e nei templi con la raffigurazione dei Dalai Lama e dei monaci nelle loro attività religiose. Come noto le “Tangke” vengono esposte nei templi solo in particolari occasioni di feste e di riti, quindi la loro visione è particolarmente rara, ed eccezionale per un paese estero.

      

Per completare l’ampia parte religiosa della Mostra è allestito anche uno spazio nel quale sono esibite le famose maschere divinatorie indossate dai monaci nelle danze rituali che rappresentano una caratteristica unica dell’altopiano tibetano, insieme agli strumenti musicali indispensabili nelle cerimonie sacre.

Si racconta inoltre la vita del popolo, i suoi costumi, le sue tradizioni folkloristiche con abiti, ornamenti, gioielli e oggetti di uso quotidiano. Viene in questo modo spiegata la vita dei pastori che da secoli è rimasta immutata e testimonia la forte spiritualità di quello che è definito “Il Popolo delle Nevi”.

      


Arte  

Tangka

Espressione pittorica del Tibet

di Federica Fasciolo

Tangka, letteralmente “tela che si arrotola”. Dipinti sacri su tela, a volte inconiciati da broccato di seta. Tipici dell' arte sacra Tibetana.
Molti realizzati in Nepal da artisti tibetani in esilio.

Tangka di Vajrasttva

Nella tradizione tantrica tibetana molte pratiche e sadhane sono connesse a Vajrasattva, considerato il fautore della purificazione grossolana, sottile e ultrasottile di corpo, parola e mente del discepolo. Il nome “rDo.rje.sems.pa” letteralmente vuol dire “La mente illuminata indistruttibile” per cui Vajrasattva è la pura e indistruttibile energia illuminata di tutti i Buddha. Viene rappresentato con il vajra (l'aspetto purificato del metodo) nella mano destra e la campana (l'aspetto puro e perfetto della saggezza) nella mano sinistra. Il suo colore è bianco candido.

Dipinti su osso

Dipinti su osso particolari e un po’ datati. Sono molto ricchi di particolari e sono dei quadri che non mancano di originalità.
(A) : Cenresig 1000 braccia, il Buddha della Grande Compassione.
(B) : Milarepa, il santo buddhista che uccise con il potere della magia, e grazie al modo impeccabile con cui seguì il suo maestro spirituale, ottenne l'Illuminazione in quella stessa vita.

Tangka Tara verde

Tara Verde, l'energia femminile illuminata, Madre di tutti i buddha, è oggetto di grande devozione. La mano destra è nel mudra della suprema generosità. La mano sinistra al cuore regge, fra il pollice e l'indice, lo stelo del fiore uptala che sboccia all'altezza del suo orecchio. È chiamata “La Rapida” in quanto appena la si chiama Lei arriva in aiuto del praticante.

Tangka di Amitayus

Buddha Amithayus è un Buddha che possiede infiniti meriti in virtù delle numerose buone azioni compiute durante le sue innumerevoli vite come bodhisattva; ormai da tempo al di fuori del samsara, vive nella “Terra Pura” di Sukhāvatī, che si trova oltre l'Occidente, al di là dei confini di questo mondo. Di colore rosso, indossa vesti preziose e una corona adorna il suo capo. Possiede il vaso di nettare della lunga vita.

Tangka buddha shakyamuni

Questa tangka tibetana, incorniciata da ottimo broccato vero, racchiude l'immagine di Buddha Sakyamuni. Questo Buddha è nato circa 2500 anni fa e, in una sola esistenza, ha mostrato tutti i 12 atti speciali tra i quali l'ottenimento della suprema Illuminazione.

Tangka Buddha della medicina

Il Buddha della medicina è consigliato come pratica principale alle persone malate. Nella mano destra tiene il fiore che è “il re della medicina”: simbolo del suo voto di aiutare tutti gli esseri intossicati dalle 424 malattie. Nella mano sinistra tiene la ciotola del nettare: simbolo del glorioso nettare dell'immortalità.

Tangka Manjusri

Piccola tangka di Manjusri: la manifestazione illuminata della saggezza dei Buddha. Con la spada taglia l'ignoranza alla radice e con il testo infonde conoscenza.

Tangka Samantabhadra

È molto venerato dalle scuole giapponesi. È patrono del Sutra del Loto e, secondo l'Avatamsaka Sutra, fissò i dieci grandi voti che sono la base per divenire bodhisattva. E' raffigurato nudo e senza alcun attributo perché è solo sé stesso. Qui è presentato simbolicamente unito nell'atto sessuale con la sua prajñā Samantabhadrī che, possedendo il suo nome, significa che è uguale a lui, da lui viene emanata e con lui si fonde. Il colore del suo corpo è azzurro e simboleggia la vacuità (śunyātā). Essendo un “buddha originario” rappresenta, nel Buddismo Vajrayāna, il contenuto dell'esperienza del Dharmakāya. Broccato di ottima qualità, foderata, particolari curati con maestria, rara nel suo genere.

Tangka Tara Bianca

Raffigura Tara bianca che possiede sette occhi che le permettono di osservare con attenzione gli esseri di tutti i reami dell'esistenza, con chiara saggezza e profonda compassione. La Sua pratica è correlata alla lunga vita e alla ricchezza. Provenienza Nepal.

Tangka Padmasambhava

Padmasambhava in Sanscrito significa “Nato dal Loto”. In Tibet è noto come il “Prezioso Maestro” Guru Rinpoche ed è venerato dalla scuola Nyingmapa come secondo Buddha. Viene considerato il primo e più importante diffusore del Buddhismo in Tibet, particolarmente del Vajrayana e il fondatore del Buddhismo tibetano.

Tangka Vajrapani

Vajrapani è il bodhisattva che rappresenta il grande potere di tutti i Buddha. La sua mano destra, alzata, tiene un vajra e nella mano sinistra tiene un laccio. Entrambe le mani sono nel mudra della minaccia, che controlla le interferenze esterne e interne. Di colore blu, indossa una pelle di tigre, il suo volto è irato. Si dice che il Buddha affidò a lui il compito di proteggere i preziosi insegnamenti segreti del Tantra.

Tangka Vajrasttva con consorte

Chiamata “l'Essere Adamantino” è la divinità utilizzata dai praticanti di ogni livello del tantra per purificare la mente. È di colore bianco, simbolo di incontaminata purezza. La meditazione di Vajrasattva è il principale metodo per ottenere la purificazione di corpo, parola e mente. Provenienza Nepal.

Tangka di Milarepa

Milarepa fu un famoso praticante del 1050 circa. Dopo varie vicissitudini che mostrarono le sue capacità, divenne discepolo del grande Marpa. Il suo addestramento non fu facile, ma alla fine acquisì il potere del fuoco interiore, che gli diede l'appellativo “repa”, e divenne un abile insegnante. Si dice che ottenne l'Illuminazione nell'arco di una sola vita. Morì a 84 anni.

Tangka Tara Bianca

Sorge da un fiore di uptala blu: Arya Tara, la dispensatrice di vita. La mano destra è nel mudra del concedere i benefici, la mano sinistra tiene un uptala. Possiede sette occhi che le permettono di vedere e proteggere gli esseri di tutti i reami con chiara saggezza.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)