Fotografia
Opera Fotografica
Come rappresentare un messaggio
“Omaggio a Giovanni Paolo II”
di Carlo Marraffa
Nella foto che segue questo breve testo si cerca di evidenziare la differenza che c’è tra una semplice immagine statica e un’opera fotografica.
Un’opera fotografica è indubbiamente il frutto dello studio di aver composto in un solo quadro un racconto figurato. I primi elementi sono forniti da una scena costruita dai progettisti dell’allestimento in Piazza San Pietro che richiama l’attenzione alla festa per la beatificazione di Papa Woytila avvenuta il 1° maggio 2011. Sul colonnato a destra della piazza è stato scritto a caratteri cubitali un’ormai celebre detto di Giovanni Paolo II “Spalancate le porte a Cristo” e sulla sinistra un gigantesco Tabellone che ritrae il Papa durante una funzione religiosa con il suo celeberrimo crocefisso brunito. Ovviamente questi elementi attirano l’attenzione del fotografo che vuole immortalare nella suddetta immagine statica un momento storico del nostro tempo.
La creatività di chi invece vuole realizzare un’opera fotografica avviene quando lo stesso, immerso in una fantasia narrativa che lo fa sognare anche senza fotografare, arricchisce la scena con interventi di altri scatti fotografici che non hanno niente a che fare con quella realtà ma che serviranno a trasformare in immagine il suo personale pensiero.
Vediamo in primo piano una danza di colombi che non è provocata da nessun disturbo umano e da nessun frastuono in quanto la gente è lontana.
Vediamo nel cielo l’apparizione di un paio di amorevoli occhi femminili che guardano il Beato Giovanni Paolo II.
Il tutto fa capire che nella mente dell’autore quel momento di festa ha avuto anche una benedizione divina che gioisce dell’esemplare vita terrena condotta dal Beato e che quello sguardo dal cielo non è avvertito dai distratti uomini che vanno avanti e indietro attraversando le staccionate ma, è avvertito dalle colombe che sono le anime della pace sulla terra.
In conclusione, l’opera fotografica in oggetto è composta da tre fotografie ben distinte e poi messe insieme con estrema capacità di costruzione e di ritocco per realizzare un’unica scena di racconto figurato.
La più grande soddisfazione dell’autore dell’opera composta è quella di aver sentito dalla voce di alcuni spettatori all’esposizione che guardando il quadro hanno interpretato il suo stesso pensiero.