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Ambiente

Cinque terre e oltre

Ferite ancora aperte

Un disatro monito per tutto
il territorio nazionale a rischio

di Elena Marchini

Un tempo instabile, grigio e piovoso - Cleopatra ha infatti risparmiato Roma scaricando le sue acque sulla costa tra Liguria di levante e alta Toscana - caratterizza la seconda metà di ottobre. E il ricordo va subito allo stesso periodo dello scorso anno.

Il 25 ottobre 2011, il territorio spezzino e alcuni comuni della Lunigiana sono colpiti da fortissime precipitazioni. In sole sei ore, su questo territorio prevalentemente collinare, stretto tra le alpi Apuane e il mare, cadono infatti, 542 millimetri di acqua.

In pochissimo tempo, i torrenti affluenti dei principali fiumi, Magra e Vara, diventano incontrollabili ed esondano, portando a valle ogni sorta di detrito. L’effetto onda di piena si propaga ai maggiori fiumi, che allagano le pianure intorno ai borghi di Borghetto di Vara, Brugnato, Ameglia, Pontremoli, Villafranca ed Aulla. La catastrofe colpisce anche le vicine Cinque Terre: l’acqua ha trasportato enormi quantità di fango e detriti lungo il compluvio naturale nei borghi di Vernazza e di Monterosso e le strade principali si sono trasformate in fiumi in piena. Il deposito alluvionale di detriti e fango nella via principale di Vernazza misura alcuni metri di spessore.

Le comunicazioni sono subito difficilissime: ingenti sono i danni alle infrastrutture stradali con smottamenti e frane in diversi tratti della viabilità e conseguente isolamento di alcune località dell'entroterra.

   

La strada statale Aurelia è interrotta da molteplici frane.

La ferrovia che collega la linea tirrenica Livorno-Genova è bloccata da uno smottamento all’altezza di Vernazza.

Anche l’autostrada A12, nel tratto tra Sestri Levante e Deiva Marina, viene chiusa per una frana.

Decine di paesini della Val di Vara, dove i movimenti franosi proseguono per diversi giorni, sono raggiungibili solo a piedi o in elicotteri e per giunta le telecomunicazioni risultano interrotte.

Più a sud del bacino idrografico di riferimento, gli effetti della piena si verificano nel comune di Ameglia, alla foce del fiume Magra che esonda negli abitati di Fiumaretta e Bocca di Magra, mentre i detriti trasportati da una corrente incontrollabile distruggono la campata centrale del ponte della Colombiera, che collega Bocca di Magra con l’entroterra.

   

Ad oltre una settimana dall'evento alluvionale, in previsione di una nuova e massima allerta meteo in tutta la regione (classificata come “Allerta 2” dal centro funzionale meteo-idrologico di Protezione civile della regione Liguria), sono state predisposte dai sindaci di Vernazza e Borghetto ordinanze di evacuazione della popolazione a scopo precauzionale. In dieci giorni sono franati molti dei ponti e sono state chiuse 20 strade.

L’alluvione ha un costo pesantissimo anche in termini di vite umane. Il bilancio finale è infatti di 13 vittime. L’opinione pubblica rimane molto colpita dalla morte del volontario di Monterosso, Sandro Usai, che viene travolto dall’onda di fango mentre cerca di salvare alcune persone dalla piena del fiume. In relazione a questo gesto, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, consegnerà alla vedova la medaglia d’oro al valor civile alla memoria.

Complessivamente sono state sfollate 1183 persone perché hanno perso la casa o perché l’abitato è minacciato da frane e smottamenti. Migliaia i volontari che si sono mossi per aiutare la popolazione coinvolta. Molti di questi hanno risposto ad appelli lanciati sui social network: studenti, lavoratori, eredi spirituali degli “angeli del fango” di Firenze.

I danni economici sono stati inizialmente valutati di oltre un miliardo e mezzo di euro. Alla conta i comuni più colpiti sono 10: Ameglia, Borghetto Vara, Brugnato, Calice al Cornoviglio, Monterosso, Pignone, Rocchetta Vara e Vernazza in provincia della Spezia, Aulla e Mulazzo in provincia di Massa Carrara.

   

Ad Ameglia l’alluvione ha danneggiato gravemente circa settecento abitazione, in alcune case il fango ha raggiunto anche il metro e ottanta di altezza. Dopo l’alluvione si è reso necessario ripristinare tutto. È stato necessario togliere fango e detriti dalle strade assicurando la viabilità per raggiungere le aree che erano rimaste isolate dopo il crollo del ponte della Colombiera e le frane sulla collina che sale a Montemarcello.

Nel comune di Borghetto Vara il costo più alto è stato in termini di perdite di vite umane. Subito dopo l’alluvione è stato presentato alla regione Liguria un preventivo per lavori di somma urgenze per oltre 13 milioni di euro. Ma l’ammontare di tutti i danni, a distanza di qualche mese dall’evento catastrofico è di oltre 40 milioni di danni. Il comune ha dovuto provvedere a mettere in sicurezza il territorio, affrontando anche tutte quelle opere primarie come arginature, fognature, acquedotti, sia nel comune capoluogo, sia nelle frazioni, in particolare a Cassana, che è stata completamente distrutta.

A Brugnato i danni ammontano a 18 milioni di euro e riguardano prevalentemente infrastrutture, fognature, acquedotto, depuratore e strade. Anche le attività produttive del territorio hanno subito danni rilevanti, ma dopo l’alluvione, molti hanno cercato di ripartite, ed oggi, sebbene sia un periodo di sofferenza economica a livello nazionale, sono tutte attive.

Una parte del territorio comunale di Calice ha ancora difficoltà nella viabilità, perché molte delle frane e degli smottamenti, provocati dall’alluvione, in questi ultimi mesi sono peggiorati. Le situazioni più critiche hanno interessato le località di Terrugiara, della Ferdana, la strada comunale Villagrossa - Casoni, la strada comunale, Borseda - Lavacchio, la Tranci - Bruscarolo, quella di Usurana - Castello di Madrignano, la Nasso - Castello di Madrignano e l'Altavia dei Monti Liguri.

   

A Pignone non ci sono state zone risparmiate dall’evento alluvionale, le esondazioni, infatti, hanno coinvolto tutto il territorio. I danni più ingenti alle infrastrutture hanno riguardato strade e fognature, ma diverse frane hanno messo a rischio anche gli abitati, che sono rimasti isolati. La viabilità verso Spezia e verso le Cinque Terre è stata completamente bloccata. 

Il comune di Rocchetta Vara ha subito gravissimi danni alla rete viaria, provinciale e comunale, con crollo di ponti, cedimenti, frane e smottamenti dei versanti, che hanno continuato a cedere e franare per molte settimane successive all’evento - ancora oggi sono presenti alcuni episodi franosi sulle strade -. Molte case sono state allagate e invase dal fango, alcune sono dovute essere evacuate perché si sono aperti fronti di frana sulle fondazioni o nelle immediate vicinanze. Anche il polo industriale di Rocchetta è stato molto danneggiato per la perdita dei macchinari e la compromissione delle strutture.

La zona costiera delle Cinque Terre, sembra essere stata colpita da uno tzunami. Nel comune di Monterosso si è subito lavorato alla ricerca del volontario scomparso, scavando tra il fango e i detriti che avevano sommerso la piazza. Monterosso ha subito danni ingentissimi, pari a decine di milioni di euro. Sono state infatti danneggiate completamente tutte le infrastrutture, il centro storico e tutte le strade che si trovano sopra ai canali. La popolazione ha dovuto affrontare il disagio di un paese che non aveva più alcun tipo di servizio. Vernazza è stata sommersa da circa quattro metri e mezzo di fango. Tutti gli esercizi pubblici e commerciali sono stati distrutti. Ci sono stati danni alle infrastrutture, alle strade, alla ferrovia, alle pavimentazioni ed ai servizi di pubblica utilità. Il paese è stato invaso da fango, pietre e rocce. Sul territorio sono presenti oltre 140 frane e molto sono i sentieri andati distrutti.

In Lunigiana, Aulla ha pagato il sacrificio più pesante con la morte di due persone. Sono state distrutte molte opere pubbliche, come le scuole, la palestra, il cinema, e la biblioteca dove sono andati perduti oltre 40 mila volumi. Notevoli sono stati i danni infrastrutturali come fognature, strade e il crollo del ponte di Stadano che ha lasciato isolata la popolazione per più di un mese. Sono stati completamenti distrutti quattro edifici di case popolari, sei edifici privati, e trecento tra attività produttive e commerciali. A Mulazzo i danni più gravi sono stati di tipo infrastrutturale; soprattutto si è trattato di danni che hanno comportato l’interruzione della viabilità. Sono crollati due ponti, sul torrente Mangiola e quello sul Teglia, altri ponti sono stati seriamente danneggiati, così come la quasi intera viabilità provinciale. Gli abitanti del territorio comunali sono rimasti isolati per diversi giorni, ed hanno dovuto fare i conti anche con l’assenza di servizi primari come gas, acqua, elettricità e telecomunicazioni. Il territorio è stato devastato da detriti, frane e fango. Alcuni giorni dopo l’alluvione il comune ha dovuto gestire l’evacuazione di Mulazzo capoluogo che sembrava minacciato da nuove frane.

A distanza di un anno molto è stato ricostruito, ma tanto resta ancora da fare.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)