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Alimentazione

16 ottobre 2012

Le cooperative agricole nutrono il mondo

Giornata mondiale dell'alimentazione

Le cooperative agricole sono al centro della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2012.

Il tema prescelto, annunciato ogni anno a primavera dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), mette in rilievo le osservanze della Giornata Mondiale dell’Alimentazione e crea consapevolezza e conoscenza riguardo alle misure necessarie per porre fine alla fame nel mondo.

      

“Le cooperative agricole nutrono il mondo” è la dicitura ufficiale del tema della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2012, scelto per sottolineare il ruolo fondamentale che svolgono le cooperative per migliorare la sicurezza alimentare e per eliminare la fame nel mondo”.

L’interesse nelle cooperative e nelle organizzazione rurali viene inoltre evidenziato nella decisione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di designare il 2012 come “Anno Internazionale delle Cooperative”.

In Italia molte regioni hanno organizzato manifestazioni di vario tipo per rispondere in qualche modo all’appello delle Nazioni Unite – Fao. Di seguito riferiamo a mo’ di esempio l’iniziativa della Regione Emilia Romagna.

      


Ambiente  

16 ottobre 2012

Giornata Mondiale dell’Alimentazione

L’esempio della Regione Emilia Romagna

In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, la Regione Emilia-Romagna - in collaborazione con le Province e con l’adesione delle Organizzazioni professionali agricole - invita i cittadini a visitare alcune aziende agricole della rete Fattorie didattiche e Fattorie aperte per riscoprire il valore etico, ambientale, sociale del cibo e l’importanza delle scelte alimentari.

In occasione delle Celebrazioni Ufficiali Italiane per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2012, proposta dalla FAO, in programma il prossimo 16 ottobre 2012, il MiBAC, sotto la Direzione Generale per il bilancio e la programmazione economica, la promozione, la qualità e la standardizzazione delle procedure, aderirà alla manifestazione internazionale per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi di strettissima attualità dell’alimentazione e della povertà nel nostro pianeta.

Verrà posta l’attenzione in particolare sul valore e sull’importanza che in questo contesto assume il paesaggio ed il patrimonio culturale italiano – per questo inserito nelle tipologie riconosciute dall’UNESCO come patrimonio unico ed irripetibile di eccellenza - nelle sue diverse forme espressive, quale testimonianza stratificatasi nel tempo, che costituisce un forte baluardo a difesa della sicurezza alimentare, tematica con la quale le odierne politiche economiche e culturali devono necessariamente confrontarsi a livello globale e locale per fronteggiare la crisi che investe tutto il mondo.

Giunta alla seconda edizione, la Giornata dell’alimentazione in fattoria è incentrata sul tema scelto dalla FAO per il 2012 “Le cooperative agricole nutrono il mondo” e in quest’ottica sarà possibile conoscere anche realtà territoriali legate alle fattorie didattiche/aperte che aderiscono all’iniziativa.

   

Quindi una domenica in campagna per toccare con mano la nostra agricoltura, custode del patrimonio agroalimentare locale.

Il Progetto LocFood

Nella giornata di mercoledì 10 ottobre è stato a tal proposito presentato il progetto “LocFood”, sintesi di Local Food, è un progetto finanziato dalla Commissione Europea  e più in specifico dal Programma Intereegivc, che ha l'obiettivo di migliorare le politiche regionali e le strategie in materia di prodotti alimentari da parte delle Piccole e Medie Imprese (PMI) nelle zone rurali, e più in generale di  migliorare l'imprenditorialità, sviluppo e  competitività.

Il progetto LocFood, iniziato nel Febbraio del 2012 e la cui conclusione è prevista  nel Dicembre 2014, coinvolge 13 partner europei in 9 regioni d'Europa, dalla Norvegia alla Grecia dalla Spagna alla Bulgaria. Per l’Italia sono presenti la Provincia di Rimini e la Regione Marche.

   

Con il  Progetto Locfood si vogliono aiutare le  piccole imprese  del settore alimentare locale che, come nel caso riminese,  sono spesso micro e di piccolissima dimensione e pertanto manifestano difficoltà ad innovare processi e prodotti ed ancor di più non riescono a valorizzare al meglio il loro grande potenziale, in particolare per quanto riguarda la creazione di posti di lavoro e opportunità di sviluppo nelle zone rurali. Tutte le regioni partecipanti hanno differenti  strategie  ed esperienze per quanto riguarda l’innovazione nel settore alimentare locale, e queste potranno essere condividere, tramite le attività di progetti, di conoscenze e scambio di buone pratiche. Il progetto mira in sostanza a migliorare la competitività e a contribuire alla sostenibilità promuovendo la produzione e il consumo di cibo locale, con rifermento anche ai turisti che visitano le regioni partner. Sul sito www.locfood.no sono disponibili ulteriori informazioni così come gli aggiornamenti sui vari workshops locali.

AttivitÀ e risultati attesi

Per avere una visione d'insieme e una buona comprensione delle politiche e delle strategie esistenti nelle regioni, nella prima fase del progetto LocFood sarà condotto uno studio volto a individuare  ed analizzare i fattori interni ed esterni che caratterizzano il settore alimentare locale in ogni regione, al fine di individuare le aree di possibile miglioramento. La seconda fase, caratterizzata dalla condivisione di esperienze e conoscenze dei singoli contesti territoriali, sarà condotta attraverso workshops  e visite di studio nelle regioni di ogni partner, per arrivare nella terza ed ultima fase a realizzare una Guida delle Buone Pratiche delle politiche e strategie di successo per le PMI alimentari locali. 

Il Budget

L’ammontare totale del progetto è di circa 2,7 Milioni di Euro, di cui circa 1,5 Ml è il finanziamento Europeo. A questi si aggiungono i co-finanziamenti nazionali e il finanziamento della Norvegia, capofila di progetto, che non essendo Stato Membro dell’Unione partecipa con fondi propri, stessa cosa per il partner svizzero, il cantone di Jura. 

   


Alimentazione  

“Carta di Montebelluna”

(Treviso – Italia 2009)

Proposte operative giuridiche ed istituzionali di biosicurezza per una moratoria atta ad evitare l'introduzione degli OGM in Italia ed in Europa

OGM: Una minaccia irreversibile per l’agricoltura convenzionale e biologica, per l’ambiente e per la salute umana ed animale

Premessa

Sono ormai numerose le evidenze scientifiche che testimoniano l'impossibilità della coesistenza tra coltivazioni OGM e non OGM, senza che le prime inquinino, irreversibilmente, le seconde. isulta, pertanto, inutile discutere sulla libertà di coltivazione degli OGM, dal momento che, una volta introdotti gli OGM nell’ambiente, non sarebbe più possibile coltivare nel medio e lungo periodo i vegetali naturali (convenzionali e biologici), nè si potrebbe proporre ancora il miglioramento genetico dei medesimi, non potendosi più utilizzare aree agricole non inquinate dagli OGM.

   

Dato, quindi, per certo l’inquinamento irreversibile del territorio, una volta introdotti gli OGM nell’ambiente, si tratta di stabilire quali dei due diritti debba prevalere: quello di chi vorrebbe continuare a coltivare il prodotto naturale (convenzionale e biologico) o quello di chi vorrebbe coltivare i vegetali GM. Ogni altro problema in merito avrebbe un valore relativo e secondario rispetto a quello principale di stabilire quale delle due coltivazioni debba essere permessa e se una tale decisione, vista la gravità delle implicazioni che ne derivano, possa essere riservata esclusivamente al legislatore, comunitario e nazionale, ovvero non sia il caso di promuovere consultazioni della popolazione prima di scegliere il da farsi, tanto più che è la stessa Direttiva 2001/18/CE a prevedere queste consultazioni con il 10° “considerando” e gli artt. 9 e 32 (di recepimento, quest’ultimo, del Protocollo di Cartagena). Pertanto:

  • considerate le continue pressioni, operate a tutti i livelli dalle multinazionali, che pretendono l’introduzione di soglie di “tolleranza” generalizzate da OGM, quale "Cavillo di Troia", per ottenere autorizzazioni alle coltivazioni transgeniche (OGM), con la certezza di una conseguente “naturale”, inevitabile ed irreversibile contaminazione di tutte le aree agricole e delle filiere agroalimentari;
  • considerata l’esperienza pluriennale dei maggiori paesi produttori di OGM (Canada, USA, Argentina, Brasile, Messico, India, Australia) che conferma l’inquinamento irreversibile del territorio e la impossibilità di far coesistere le coltivazioni OGM con le coltivazioni OGM free;
  • considerata la natura non vincolante della Raccomandazione della Commissione 2003/556/CE (punto 1.5);
  • considerato il venir meno della libertà di iniziativa economica, in quanto essa non appartiene solo a chi intende coltivare OGM, ma anche a coloro che vogliono continuare a coltivare prodotti convenzionali e biologici non contaminati da OGM;
  • considerata l'entrata in vigore del nuovo regolamento comunitario sull'agricoltura biologica, che consente la tolleranza di contaminazioni “accidentali” da OGM (senza etichettatura) anche nei prodotti biologici, come di quelli convenzionali, violando in tal modo la libertà dei consumatori di non alimentarsi con OGM;
  • considerato il diritto consolidato e preminente di chi esercita l’agricoltura tradizionale (convenzionale e biologica) a continuare tale attività millenaria;
  • considerati il rischio di erosione genetica, l’irreversibilità dell’inquinamento territoriale generalizzato e, dunque, l’inutilità, di fatto, di creare e mantenere le banche del seme, sia nazionali che regionali;
  • considerata la nocività per la salute umana ed animale e per l’integrità dell’ambiente, più volte accertata in campo internazionale, con il conseguente rischio di perdere quella parte di sovranità nazionale, relativa alla tutela della salute e dell’ambiente, alla quale l’Italia, con il Trattato di Roma, non ha rinunciato (artt. 9 e 32 Cost.);
  • considerato il rischio, introdotti gli OGM, di azzerare la presenza ed il ruolo degli operatori agricoli e del mondo rurale, trasferendo, di fatto, il controllo di tutta la produzione agricola nazionale nelle mani dei pochi possessori dei brevetti OGM;
  • considerato il rischio di perdere la memoria genetica di tutti gli esseri viventi (vegetali ed animali), la qualità e la varietà di ogni prodotto agricolo;
  • considerata l’opposizione alla coltivazione degli OGM e alla alimentazione con gli stessi della stragrande maggioranza della popolazione italiana ed europea;
  • considerato il divieto di coltivare gli OGM statuito da molti paesi europei, tra cui Grecia, Austria, Germania, Ungheria, Lussemburgo e Francia, ratificato da recenti decisioni del Consiglio dei Ministri UE;
  • considerata la Politica Europea di Sviluppo Rurale 2007-2013 (sostenuta con circa 200 miliardi di €), di promozione di una agricoltura di qualità e della agricoltura biologica (ivi compreso l’allevamento animale) di protezione dell’ambiente e del ruolo multifunzionale del mondo rurale;
  • considerato che, introdotti gli OGM, risulterebbe impossibile perseguire il razionale sfruttamento del suolo e la bonifica del territorio, così come imposto dall’articolo 44 della Costituzione.

Tutto ciò premesso e considerato, per scongiurare danni irreparabili alle persone, agli animali, all’agricoltura e all’ambiente, nazionali, comunitari e mondiali, derivanti dagli OGM,

chiediamo


al Parlamento e al Governo italiani, ai Ministri competenti, alle Regioni, alla Comunità (Parlamento, Commissione e Consiglio dei Ministri UE), al Consiglio d’Europa e all’ONU:

  1. Il bando in Italia e negli Stati comunitari di ogni forma di rilascio nell’ambiente e in agricoltura degli OGM, anche a livello sperimentale, impedendo impossibili piani di “coesistenza” (commistione), sulla base del principio di precauzione, ed in applicazione della clausola di salvaguardia (Dir. 2001/18/CE) e di sussidiarietà (art. 176 del Trattato UE).
  2. La protezione del Germoplasma Autoctono e la conservazione della biodiversità, quale patrimonio comune della collettività e base fondamentale per il miglioramento genetico, generalizzando l’esclusione degli OGM (secondo quanto previsto dall’art. 4 del D.M. 18/04/2008, sul Registro Nazionale delle Varietà di Conservazione), da tutte le coltivazioni.
  3. Il mantenimento della tolleranza zero, ovvero dell’assenza di OGM nelle sementi, di qualsiasi natura, prodotte, importate e commercializzate in Italia e nella Comunità.
  4. L’integrazione e la modifica del D.Lgs. n. 224 del 2003 (All. VIII) di recepimento della Direttiva 2001/18/CE, che prevede la consultazione pubblica sugli OGM solo tramite sito web (internet), per rendere possibile tale consultazione pubblica sugli OGM, anche tramite l’indizione di un referendum nazionale.
  5. Una moratoria, con sospensione sine die delle importazioni e del commercio di prodotti OGM e/o loro derivati, sulla base delle recenti risultanze della ricerca che hanno evidenziato pericoli per la salute umana ed animale, per l’agricoltura e per l’ambiente, in attesa di ulteriori verifiche "indipendenti" sui rischi sanitari ed ambientali. Evitando conseguentemente sperimentazioni a cielo aperto di coltivazioni OGM, che andrebbero a contaminare irreversibilmente il territorio nazionale e comunitario.
  6. La revisione delle procedure per i pareri scientifici dell'EFSA, che devono basarsi su ricerche “indipendenti” e non sui dati forniti dalle stesse ditte produttrici di OGM, in palese conflitto di interesse.
  7. Di stabilire l’assenza di OGM nei prodotti agricoli biologici e convenzionali, proibendo l’indicazione di limiti di rilevabilità arbitrari, che possono nascondere soglie di tolleranza.
  8. L'istituzione di test di presenza/assenza “qualitativi“ per il rilevamento di qualsiasi livello di presenza accidentale di OGM nei prodotti agricoli e negli alimenti, per rispettare il diritto alla integrità delle aree agricole e dell’ambiente e alla sicurezza ed informazione dei consumatori, a garanzia dei marchi privati o nazionali che certificano la qualità dei prodotti e l’assenza di OGM (previsti dal Reg. 834/2007/CE) e per prevenire contaminazioni ed inquinamenti dei citati prodotti e del medesimo ambiente.
  9. L’introduzione di sanzioni penali e civili per chi introduce gli OGM in agricoltura, nell’ambiente e negli alimenti.
  10. L’introduzione di corrette e chiare procedure sulla biosicurezza, atte ad evitare le contaminazioni accidentali da OGM nei prodotti agricoli convenzionali e biologici sulla base del diritto comunitario e della Direttiva 2001/18/CE, la quale prevede che “gli Stati membri possono adottare tutte le misure opportune per evitare la presenza involontaria di OGM”.
  11. Il divieto di importare OGM per qualsiasi uso o destinazione sotto forma di semi vivi, ad esclusione di quelli devitalizzati, per evitare rischi di contaminazione ambientale.
  12. Di sostenere azioni legali collettive (Class Action) promosse da produttori e consumatori e da associazioni di categoria per la tutela della salute, della integrità delle aree agricole e dell’ambiente, relative ai danni che gli OGM arrecano agli stessi.
  13. Di promuovere azioni presso la Corte Costituzionale per tutelare i diritti dei cittadini relativi alla salute e alla integrità dell’ambiente (artt. 9 e 32 della Cost.), limitati, danneggiati e violati dalla introduzione degli OGM nei prodotti agricoli, nell’ambiente e negli alimenti.
  14. Di tutelare l’integrità della Memoria Genetica di tutti gli esseri viventi (DNA), vegetali ed animali, regolata da leggi fisiche naturali perfette e sancita dalla dichiarazione dei diritti dell’uomo, adoperandosi per un bando mondiale degli OGM, eventualmente ricorrendo al Tribunale Internazionale per i Diritti Umani.
  15. Di promuovere lo sviluppo di alternative Agroecologiche praticabili (agricoltura biologica) in linea con i recenti Programmi Europei di Sviluppo Rurale Agroambientale e gli impegni del protocollo di Kyoto, contrastando recepimenti regionali non conformi con gli obiettivi di sostituzione degli inputs chimici in agricoltura (Relazione 3/2005 del Corte dei Conti UE).
  16. La presentazione di DDL e di proposte di legge per l’introduzione di norme che statuiscano l’indizione di referendum consultivi nazionali sugli OGM prima della loro introduzione nel territorio.
  17. Di promuovere una indagine interparlamentare approfondita su quanto evidenziato da Marie-Monique Robin nel libro “Il mondo secondo Monsanto” che riferisce fatti sugli OGM di inaudita gravità.
  18. Di ricorrere alla magistratura competente nazionale o internazionale per il disconoscimento dei diritti di brevetto sul DNA, dal momento che i cosiddetti geni (frammenti di DNA) non sono invenzioni ma scoperte e rappresentano, pertanto, un patrimonio inalienabile dell’intera umanità, tenendo anche conto della instabilità sia degli OGM, sia del DNA, nei più volte richiamati prodotti al contrario di quanto dichiarato e previsto nei citati brevetti e anche al fine di scongiurare il pericolo che pochi soggetti si impadroniscono a livello nazionale e mondiale della intera catena agroalimentare.
  19. Di rendere noto alla collettività che il DNA transgenico inquina, irreversibilmente, anche altre specie appartenenti a tutta la Biosfera, superando ogni barriera naturale, attraverso il trasferimento genico orizzontale (TGO), che per il DNA transgenico (assai instabile) è molto più frequente di quello relativo al DNA naturale. In particolare, il TGO del DNA transgenico, a causa della sua alta instabilità e capacità di ricombinazione, è 1000 volte più frequente rispetto al TGO del DNA naturale. Ciò provoca, tra l’altro, la creazione di nuove specie o razze di patogeni e quindi nuove malattie. In concreto, la contaminazione dalle colture OGM a quelle non OGM non avviene solo attraverso l’inquinamento meccanico e l’impollinazione, ma anche, in modo ancora più subdolo, attraverso il TGO. Aspetto, questo, ignorato proprio perché invisibile e non conosciuto, non solo dagli agricoltori ma anche dai cd “esperti”. Ciò conferma che la coesistenza di colture convenzionali e/o biologiche con colture geneticamente modificate è praticamente impossibile.

Montebelluna, 19 aprile 2009

Firmatari:

Giuseppe Altieri, Agroecologo - AGERNOVA
Enrico Lucconi, Direttore ASSEME
Michele Trimarchi, Presidente ISN, Candidato Premio Nobel per la Pace 1986
Pietro Perrino, Direttore di Ricerca CNR – Ex. Istituto del Germoplasma di Bari
Dario Fo, attore, premio Nobel per la Letteratura 1997
Miguel A. Altieri, Agroecologo – Università di Berkeley (California)
Peter Rosset, Ricercatore – Globalalternatives - ONG
Franca Rame, attrice
Clara Nicholls, Ricercatrice – Università di Davis (California)
Federico Fazzuoli, Giornalista Televisivo
Giuseppe Nacci, Medico
Giorgio Celli, Entomologo – Università Bologna
Manuela Malatesta, Ricercatrice – Università di Verona
Morando Soffritti, Ricercatore - Istituto Oncologico Ramazzini Bologna
Mimmo Tringale, Direttore AAM Terra Nuova
Marina Mariani, Docente Politecnico per il Commercio - Milano
Franco Libero Manco, Ass. Vegetariana AVA
Maria Teresa Maresca, Medico Naturopata
Stefano Maini, Entomologo - Università di Bologna
Giovanni Burgio, Entomologo - Università di Bologna
Claudio Porrini, Gruppo protezione dell’Ape - Università di Bologna
Paolo Radeghieri, Ricercatore - Università di Bologna
Luigi Paoletti, Docente - Università di Padova
Costantino Vischetti, Chimico - Università di Ancona
Tiziano Gomiero, Ricercatore – Università di Padova
Antonella Gasparetti, Biologa - Agernova
Graziella Picchi, Autrice dell’Atlante dei Prodotti Tipici Italiani
Daniela Commendulli, Presidente Associazione SUM (Stati Uniti del Mondo)
Roberto Zanoni e Fabio Brescacin, ECOR – NATURA SI
Maurizio Gambini, Presidente Consorzio Terra Bio - Urbino
Gianfranco Campana, Presidente AIAB Toscana
Sasha Lucibello, Presidente CTPB (Coordinamento Toscano Produttori Biologici)
Franco Pedrini, Presidente Associazione Italiana per l’Agricoltura Biodinamica
ASCI (Ass. Di Solidarietà per la Campagna Italiana)
Loris Asoli e Bruno Sebastianelli, Coop. La Terra e il Cielo
COOP. AGRILATINA
Massimo Fioroni, PROMETEO
Antimo Zazzaroni, Presidente Istituto di Medicina Naturale di Urbino
Vittorio Marinelli, Presidente e Marco Tiberti, Ass. European Consumers – Roma
Patrizia Gentilini, Oncologa
Bruno Fedi, Medico
Giovanni Malatesta, Fisico ed Agricoltore
Gaspare Buscemi, Enologo Artigiano
Valdo Vaccaio, Nutrizionista
Sonia Toni, Giornalista
Valeria Rossi, Editrice e Giornalista
PANTA REI, Centro di Educazione Ambientale
Maria Giovanna Notarianni, Giornalista Presidente Ass. Tensegrita
ISTITUTO MARENOSTRUM – Austria
Roberto Romizi, Presidente Associazione Medici per l'Ambiente - ISDE Italia”
ARIANNA EDITRICE - Bologna
EDILIBRI – Milano
RADIO GAMMA 5 – Padova
Valdo Vaccaio, Naturopata
Carmen Somaschi, Presidente AVI (Associazione Vegetariana Italiana)
Nerina Negrello, Pres. Lega Naz. Contro Predazione d’Organi Morte a Cuore Battente
Le DONNE dell'AED, Associazione Educazione Demografica
Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale (A.M.I.C.A.)
Anna Maria Fritz, Federazione Diritto Libertà di Cura-Onlus
Giancarlo Ugazio, Ordinario di Patologia Generale Torino dal 1976 al 2007.
Antonio Gagliardi, Presidente Associazione Elettrosmog - Volturino (FG)
Ciro Aurigemma, Psicologo ISN, Resp. AVI Ecologia, Co.to Ecologia Mandor Pace
Filippo Lolli, Architetto Presidente Ass. Uomambiente
Antonio Avano, Architetto – Napoli
Antonio Mercogliano, Avvocato – Napoli
Stefania De Toma, Avvocato – Matera
Massimo Pumilia, Economista politico – Contursi Terme (Salerno)
Carlo Sechi, Presidente BIOZOO - Sassari
Stefano Montanari, Ricercatore sulle nanoparticelle
Nadia Simonini, Naturalista – Lucca
Oreste Magni, Ecoistituto della Valle del Ticino
Gian Luca Garetti, Medico - Vicepresidente ISDE Firenze
Roberto Topino, Medico specialista in Medicina del Lavoro - INAIL, Torino
Rosanna Novara, Biologa Dottore di Ricerca in Oncologia, Torino
David Fiacchino, GAS Valli Misa e Nevola (Ancona)
Cesare Ferzi, Documentarista – Potenza
Roberto Paolillo, Architetto – Paestum (Salerno)
Christian Grassi, Presidente Associazione Poderi di Romagna
Carlo Faiello, Musicista della Tradizione
Elena Ledda, Musicista della Tradizione
Sandro Lazzeri, Musicista Classico e della Tradizione
Riccardo Esposito Abate e le Donne della Tammorra, Musicisti
Girogio Donati, Attore
Mario Pirovano, Attore
Gelsomino Casula, Maestro Scultore – Salerno
Paolo Carnemolla, Presidente FEDERBIO, Bologna
Fabrizia Pratesi, Comitato EQUIVITA, Roma


Alimentazione  

Proposta di legge di iniziativa popolare

Istituzione del Referendum popolare sugli Organismi Geneticamente Modificati (OGM)

Relazione d’accompagnamento

Risulta sempre più evidente che sollecitazioni, di Stati e società multinazionali, favorevoli alla produzione di OGM, estranee agli interessi dei cittadini comunitari, sono in grado, molto spesso, di condizionare con efficacia e tempestività le scelte della Comunità Europea ad ogni livello, in particolare per quel che riguarda la produzione agricola, convenzionale e biologica, che la stragrande maggioranza dei medesimi cittadini vuole mantenere integra, ossia non inquinata da Organismi Geneticamente Modificati (OGM), pericolosi per la salute umana, animale e per l’ambiente.

Ricette 50 Rifugi

Con questo titolo, le edizioni Il Lupo pubblicano un elegante ed agile volume, a cura di Eleonora Saggioro, ove vengono indicate le ricette dei cibi particolari cucinati nei vari Rifugi Alpini Italiani.

Il Libro può considerarsi una Guida dei Rifugi… cita le altitudini, informa sui posti disponibili, gli indirizzi, i telefoni…ma contiene qualcosa in più: accompagna agli umori e ai profumi delle pietanze uno stimolo che spinge a cercare di conoscere e di capire l’ambiente di montagna, la storia dei luoghi e delle persone, uomini e donne, che fanno dei Rifugi momenti di intensa vita, luoghi di sosta e di respiro; oltre, luoghi di divertimento e di meditazione…solo a saper cogliere l’infinita bellezza della natura, sempre sorprendente, coi suoi valori ecologici e culturali.

In sintesi, “Ricette 50 Rifugi” insinua uno spicchio di montagna nel cuore, e spinge la mente all’orizzonte del prossimo Wee Kend…mentre ai fornelli si sperimenta la curiosa ricetta…

Un evento del genere deriva dal fatto che questi Stati, che a torto o a ragione hanno introdotto sul proprio territorio la coltivazione degli OGM, non sono più in grado di produrre vegetali privi di OGM, stante l’inquinamento irreversibile che gli stessi organismi, una volta introdotti nell’ambiente, provocano di tutte le aree agricole. Di questo inquinamento irreversibile ci dà notizia la Direttiva 2001/18/CE, del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 12 marzo 2001, sull’emissione deliberata nell’ambiente degli OGM, che al 4° considerando così dichiara: “gli organismi viventi immessi nell’ambiente in grandi o piccole quantità per scopi sperimentali o come prodotti commerciali possono riprodursi e diffondersi oltre le frontiere nazionali, interessando così altri Stati membri; gli effetti di tali emissioni possono essere irreversibili”.

   

In concreto, ciò significa che gli Stati, produttori degli OGM, debbono inquinare con gli OGM stessi tutto il mondo per non restare fuori dai mercati e dai Paesi che rifiutano gli OGM.

Ma ciò significa anche che, inquinato irreversibilmente l’ambiente con gli OGM, il produttore agricolo sarebbe per sempre privato del diritto millenario di coltivare vegetali convenzionali (privi, cioè, di OGM) e, dunque, della libertà di produrli.

Tanto premesso, in presenza di comportamenti incerti, e a volte contraddittori, del legislatore comunitario e nazionale, nel disciplinare la materia, e del pericolo che scelte improvvide possano distruggere definitivamente ed irreversibilmente l’ambiente e la qualità della nostra produzione agricola, convenzionale e biologica, di sicura eccellenza a livello mondiale, appare questo il momento per chiamare a decidere, in merito, l’intera collettività nazionale, alla quale appartiene la sovranità di cui all’art. 1 della Costituzione e il diritto-dovere di scegliere, in prima persona, cosa coltivare e cosa mangiare per gli anni futuri, tanto più che è la stessa Direttiva comunitaria 2001/18/CE, sopra indicata, a prevedere la consultazione del pubblico prima di introdurre gli OGM in agricoltura e nell’ambiente (10° considerando e artt. 9 e 32 della Direttiva 2001/18/CE).

   

Anche il protocollo di Cartagena, entrato nel nostro ordinamento con la legge 15 gennaio 2004, n. 27, impone una rigida valutazione dei rischi connessi all’utilizzazione, alla manipolazione ed ai movimenti transfrontalieri degli OGM. L’art. 23, comma 2, di tale legge (n. 27/04) più specificamente prevede che: “Le Parti, conformemente alle loro rispettive leggi e regolamenti, consultano il pubblico nel momento dell’adozione di decisioni relative agli organismi viventi modificati che permettono...”. Tale protocollo, inoltre, risulta “comunitarizzato” dall’art. 32 della stessa Direttiva 2001/18/CE.

Pertanto è “comunitariamente” obbligatorio il previo interpello dei cittadini. Né varrebbe eccepire la tassatività delle ipotesi referendarie di cui all’art. 75 della Costituzione, giacché questa disposizione disciplina il referendum abrogativo, non quello consultivo, come è il caso qui considerato.

Alla ricerca di cibi genuini

Il film Viaggio nella valle del Po (Italia, b/n, 1957)

Il tributo è a un grande personaggio della cultura italiana del '900: Soldati fu un raffinato intellettuale, scrittore, saggista, romanziere, filmaker e anche autore, regista e conduttore di alcuni programmi televisivi che hanno segnato la storia della Rai - Viaggio nella valle del Po (1957) fu un programma da lui ideato, diretto e condotto. Come ha giustamente osservato Aldo Grasso, Soldati "si rivelò brillante intrattenitore culturale, grazie a questo viaggio. Nelle dodici puntate realizzate in breve lasso di tempo, Soldati volle scoprire e far conoscere la vita della valle del Po", si trasformò quindi in esperto gastronomo, convinto che nella tradizione culinaria di un paese si decanti tutto lo spirito della gente che vi abita. "Con il microfono in mano e l'ombrello nell'altra, Soldati passa da un caseificio a un laboratorio di panettoni; intervista dopo intervista, percorre la campagna padana con i potenti mezzi messi a disposizione dalla tv italiana, sconfinando volentieri nella letteratura nei primissimi anni della sua attività. Iniziativa a cura delle Biblioteche di Roma

Ove si prospettassero vincoli comunitari ineludibili che permettono la produzione degli OGM, è opportuno far rilevare che è proprio la normativa comunitaria citata a pretendere l’interpello generalizzato del pubblico prima di introdurre gli OGM nell’ambiente e che, comunque, l’eventuale obbligo comunitario, nella materia, prevale sul limite costituzionale interno solo quando non tocca principi e diritti fondamentali previsti dalla nostra Costituzione (come il diritto alla salute, art. 32 Cost., e il diritto all’integrità dell’ambiente, art. 9 Cost.), intangibili, in quanto tali, anche ad opera di prescrizioni comunitarie.

Peraltro, l’esito di un referendum consultivo assume valore essenzialmente politico, che il legislatore, comunitario e nazionale, non potrà in ogni caso ignorare. In ragione di tutto ciò, prima di stabilire con disposizioni vincolanti l’introduzione e la coltivazione degli OGM sul territorio nazionale o su parte di esso, con il rischio fondato di inquinare con gli OGM, irreversibilmente, tutte le aree agricole, si ritiene opportuno sollecitare il parere dell’intero corpo elettorale, tramite referendum consultivo, ai sensi e per gli effetti di quanto previsto dagli artt. 9 e 32 della Direttiva 2001/18/CE e dagli artt. 12, 26 e all.VIII, del d.lvo 224 del 2003, e succ. mod., che ha attuato la Direttiva 2001/18/CE in questione.

In particolare, ai sensi dell’art. 71 della Costituzione, i sottoscritti cittadini italiani avanzano la proposta di legge per l’Istituzione del Referendum popolare sugli Organismi Geneticamente Modificati (OGM).

Proposta di legge di iniziativa popolare

“Istituzione del Referendum popolare sugli Organismi Geneticamente Modificati”

Articolo 1

In applicazione ed attuazione di quanto disposto dalla Direttiva 2001/18/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio CE e dalla legge 15 gennaio 2004, n. 27, di ratifica ed esecuzione del protocollo di Cartagena, richiamato dall’art. 32 della Direttiva 2001/18/CE, che prevedono la consultazione del pubblico, prima di introdurre gli OGM (organismi geneticamente modificati) sul territorio nazionale, nell’ambiente, in agricoltura e nell’alimentazione umana ed animale, il corpo elettorale deve essere interpellato, tramite referendum consultivo nazionale indetto dal Governo, con le modalità previste dalla legge sul referendum abrogativo in quanto applicabili, da tenersi in un giorno scelto dallo stesso Governo. Il parere sarà quello espresso dalla maggioranza dei votanti.

Il quesito referendario sarà: “Volete che gli organismi geneticamente modificati, detti OGM, e loro derivati, siano introdotti, coltivati, prodotti in Italia, sotto ogni forma, diffusi nell’ambiente, contenuti nell’alimentazione umana ed animale, sì o no?”

L’informazione del pubblico sull’argomento, nei due mesi precedenti la consultazione, deve essere fornita dai mezzi radiotelevisivi pubblici e privati secondo le regole previste per le consultazioni elettorali generali, provvedendo, in ogni caso, a che gli spazi informativi, riservati ai favorevoli e ai contrari all’introduzione degli OGM sul territorio, siano ripartiti in forma paritaria.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)