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Ambiente

In attesa che le promesse mutino in azioni concrete

Italia ri-frana

di Elena Marchini

Tanto tuonò, che piovve.

Mai proverbio fu più indicato per descrivere la situazione meteorologica di questi giorni di novembre.

Solo un paio di settimane fa, mentre scrivevo dell’alluvione che colpì lo spezzino e la Lunigiana alla fine di ottobre del 2011 causando danni pesantissimi alle infrastrutture e al territorio, la protezione civile annunciava l’arrivo di ben due nuove perturbazioni con allerta meteo 2 in Liguria, a Genova e nei territori ancora disastrati dal precedente alluvione.

Le piogge ovviamente non si sono fatte attendere.

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitìo che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade...

E quella che una volta era chiamata l’estate di San Martino, con tempo caldo asciutto e sereno, si è trasformata in una estate monsonica con piogge violente equamente riversate nelle regioni del centro-nord flagellando Toscana, Veneto, Lazio, Umbria e Marche.

In Toscana, le province più colpite sono state quelle di Massa-Carrara e di Grosseto.
A Massa-Carrara molti paesi collinari sono rimasti isolati per frane e per il crollo di ponti; mentre gran parte della zona di pianura è tuttora allagata. Anche in Maremma le forti acque hanno fatto esondare fiumi che hanno allagato paesi, distrutto strade e ponti, e reso inagibili le linee ferroviarie. Per descrivere la quantità d’acqua scesa in poche ore si è scritto di bombe d’acqua, di certo è che nella zona di Orbetello sono scesi in circa 36 ore oltre 350 millimetri di pioggia che equivalgono a circa la metà della media pluviometrica annuale.

Nel Veneto si è temuto il ripetersi di episodi già vissuti con l’alluvione del 2010: sono state infatti le stesse aree di due anni fa ad essere colpite, e i medesimi corsi d’acqua a tracimare. Sott’acqua - oltre alla consueta cartolina da Venezia, questa volta però l’acqua alta ha sfiorato il metro e mezzo attestandosi come una delle maree più alte dal 1872- sono finiti oltre 250 ettari di coltivazioni e diverse abitazioni nell’alto padovano. Ma anche a Belluno e Treviso frane e onde di fango hanno reso impercorribili molte strade.

I presidenti delle regione Umbria e Marche, Catiuscia Marini e Gian Mario Spacca, hanno chiesto al Governo il riconoscimento dello stato di emergenza. In Umbria le piogge hanno raggiunto livelli eccezionali, che non si registravano da almeno 50 anni; nella zona di Orvieto sono scesi oltre 300 millimetri d’acqua in 72 ore, sommergendo la città di fango. I fiumi Tevere, Paglia, Nestore, Genna, Chiani hanno superato le soglie di allarme allagando le pianure circostanti, fenomeno che non si registravano da almeno cento anni. Nelle Marche non solo forti piogge ma anche intense mareggiate hanno reso difficile la situazione sulle coste, dove si sono registrate frane, dissesti stradali e crolli di ponti e di mura storiche.

A Roma c’è stata la cosiddetta “piena morbida” del Tevere che ha superato i 13 metri di altezza costringendo i romani, per un giorno, a non poter attraversare alcuni dei ponti cittadini ritenuti a rischio; ma la zona del Lazio più colpita dagli allagamenti è stata la maremma e la provincia di Viterbo.

Frane, dissesti, crolli, allagamenti, e distruzione, le piogge di novembre hanno evidenziato lo stato di fragilità del nostro paese.
Secondo il Consiglio Nazionale dei Geologi, in Italia, 6 milioni di  persone vivono in zone ad alto rischio idrogeologico e 1.260.000 sono gli edifici a rischio frane e alluvioni tra cui 6122 scuole e 531 ospedali.
L’ultimo rapporto redatto da Legambiente e Protezione civile fa sapere di 6.633 comuni italiani in pericolo per la fragilità del suolo, che significa 8 comuni su 10 ad alto rischio. Si contendo il podio Calabria, Molise, Basilicata, Umbria e Valle d’Aosta dove la minaccia riguarda il 100 per 100 del territorio, subito dopo si attestano Liguria e Toscana.

   

Federutility nel “Rapporto generale sulle acque: obiettivo 2020” presentato in occasione dell'anniversario dell’alluvione che colpì Firenze il 5 novembre nel 1966, ha riunito e analizzato le ricerche che negli ultimi anni sono state realizzate da Istat, Protezione Civile, Ispra, Cresme e altri soggetti pubblici e privati. I risultati sono i seguenti: circa 30 mila chilometri quadrati di aree sono “ad alta criticità idrogeologica”, il 7,5 per cento sono in territori montuosi e collinari e il 19 per cento si trovano su aree pianeggianti. I territori a rischio sono gli stessi che in cinquant'anni, dal 1961 al 2011, hanno contato 4.082 morti, 83 dispersi, 2.851 feriti e 437.390 sfollati e senza tetto, con un costo economico per strutture e infrastrutture dissestate di oltre 62 miliardi.

Il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, dopo gli alluvioni di questi giorni ha fatto sapere che presenterà al Cipe un piano contro i cambiamenti climatici e il dissesto idrogeologico. L’obiettivo è di riuscire ad avere a disposizione 1,5 miliardi l’anno per 15 anni per adeguare le infrastrutture e la gestione delle acque che preveda l’ampliamento delle fogne e la creazione di sistemi di laminazione della piena per ridurre l'impatto delle grandi piogge.

Nel frattempo confidiamo nella clemenza di Giove Pluvio.

   


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)