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Fotografia

Officine dell'Immagine, Milano

Nicol Vizioli

An opening song

Le 20 fotografie di Vizioli qui in mostra si caratterizzano
per il loro gioco di chiaroscuro e per la capacità di far trasparire
dalla realtà una dimensione a volte mistica.

A cura di Giovanni Cervi, Officine dell’Immagine presenta fino al 10 gennaio 2013 “An opening song” prima personale a Milano della fotografa londinese d’adozione Nicol Vizioli.

La mostra milanese, dove sono esposti circa 20 lavori prodotti per l'occasione, chiude il ciclo “An opening song” che Vizioli ha avviato nell'aprile 2012, e parte dall'incontro tra la folla con la prima donna uccello, Helen, e quello nelle campagne inglesi con Randal, Jeff e Trevor Carey di Countrywide Falconry.

A questi personaggi e ai paesaggi umbratili britannici si accostano altri protagonisti: albini, gemelli, anime ribelli, anziani silvestri e viaggiatori.

Le fotografie di Vizioli, per il loro caratteristico gioco di chiaroscuro e per la capacità di far trasparire dalla realtà una dimensione a volte mistica, sono state da sempre comparate alla pittura di Caravaggio o al carattere di Rembrant.

L'universo bitumoso delle sue fotografie fonde mitologia, letteratura e storia del cinema. Il sapiente gioco di echi con la pittura moltiplica i piani di lettura di ogni scatto, rivelando il passato da pittrice di Vizioli

Nicol Vizioli dopo la laurea in Cinema presa a Roma decide di trasferirsi a Londra, dove ora vive e lavora, per studiare Fashion Photography al London College of Fashion.

   

   

   

   

   


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)