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Editoriale

Sviluppo Sostenibile

di Dante Fasciolo

Cari amici di papale-papale, ben trovati.

Anche questa settimana abbiamo degli argomenti che ci invitano a riflettere.

L'ONU ha proclamato questa settimana “Settimana dello Sviluppo Sostenibile”. Cosa vuol dire? Vuol dire che bisogna trovare nuovi equilibri sul nostro pianeta, e i nuovi equilibri si fondano sulla capacità di tutti noi e di salvaguardare i diritti fondamentali di tutti gli uomini: l'alimentazione, lo studio, la salute, la giustizia e la pace. Sono argomenti collegati fra di loro e noi dibbiamo fare ogni possibile sforzo, attraverso le nostre azioni personali, attraverso il nostro stile di vita, dobbiamo cambiare il nostro stile di vita per poter ottemperare tutti in sieme a questi fondamentali traguardi che l'umanità non può evadere.

Il 19 di questa settimana si ricordano le vittime della strada. Tutti noi siamo chiamati a una responsabilità più grande per salvaguardare non solo la nostra salute, la nostra vita, ma anche la vita degli altri.

Il giorno 20, poi, l'ONU ci richiama alla Giornata Mondiale dell'Infanzia. Detta così potrebbe sembrare una giornata di allegria verso i nostri bambini. Non lo è, perché, man mano che sui tabelloni luminosi si rincorrono cifre, miliardi, inafferrabili, nei paesi in via di sviluppo si spengono centinaia di migliaia di vite umane, tra l'indifferenza, ahimè, di molti di noi.

Il 20 è anche la Giornata dell'Industrializzazione dell'Africa. Le due giornate, la precedente dell'Infanzia e questa, possono avere una relazione? Sì. Se non riusciamo a industrializzare il terzo mondo, se non riusciamo a mettere il terzo mondo in condizione di rendersi più autonomo e autosufficiente, più organizzato, credo che noi tutti ne pagheremo ancora a lungo lo scotto.

Il giorno 21 è la Giornata Mondiale della Televisione. Anche questo un argomento che potrebbe essere collegato ai precedenti. La televisione può molto fare per lo sviluppo della nostra economia, per lo sviluppo della nostra cultura. Purtroppo, però, le televisioni di tutto il mondo si sono adagiate verso altri obiettivi, guardando ad altri orizzonti. I modelli che ci presenta la televisione non sono edificanti, e l'informazione, ahimè, è pressoche uguale in tutti i canali. Questo, naturalmente, riduce di molto la possibilità nostra, personale, di ciascuno di noi, di farsi un'opinione il più possibilmente vicina alla verità, anche se la verità non è mai univoca. E ovviamente, se manca l'informazione, manca il dialogo, manca la possibilità di discutere insieme sui grandi temi che ci richiamano a responsabilità civiche e politiche.

Un'ultima osservazione che ci fa l'ONU, che ci richiama ad un grande tema che in questi ultimi tempi ha trovato largo, larghissimo spazio, purtroppo, nelle nostre cronache: la violenza sulle donne. C'è poco da dire. Siamo ad una svolta della civiltà: se non si comprende appieno la funzione della donna nella società, se non si comprende appieno la parità di diritto che le donne hanno, la violenza non finirà, forse ancora molti credendo di avere un animale a loro disposizione. Dobbiamo batterci per liberare innanzitutto culturalmente interi popoli da questo vassallaggio che operano nei confronti delle loro donne.

Infine, voglio dirvi una parola sulla Festa degli Alberi: il 21 è la festa nazionale, in Italia, sugli alberi, e noi leabbiamo dato un po' di spazio...

Mi sono dilungato un po' troppo, quest'oggi, quindi vi lascio qui, vi lascio scoprire gli altri argomenti del giornale.

Buona lettura.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)