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Costume e societÀ

Roma gremita di giovani,
venuti a manifestare
o per ballare

di Giada Gentili

Più di cinquemila persone davanti al Ministero dell'Istruzione per protestare contro il ddl 935 e l'aumento degli orari degli insegnati; poco meno di 30mila a ballare a Piazza del Popolo in occasione del flash mob Gangnam Style. Numeri e neanche tanto precisi visto che, per ora, nessun dato ufficiale emerge dalle fonti principali su quanti effettivamente si siano ritrovati sabato 10 Novembre per due eventi diversi per forma e contenuti: manifestare o ballare.

Per dare una delucidazione su entrambe le situazioni, anzitutto bisogna definire il flash mob: è un momento in cui un gruppo più o meno grande di persone si riunisce in uno stesso posto per dar vita ad un'azione insolita che deve terminare in pochi minuti. Queste mobilitazioni possono nascere per pubblicizzare un prodotto, un evento, per sensibilizzare la popolazione ad una particolare tematica o per un momento di ballo collettivo che stupisca chi guarda e faccia divertire chi lo fa. Quest'ultimo è il caso del flash mob di sabato 10 a Piazza del Popolo.

La manifestazione della scuola a Roma è stata organizzata da studenti e professori per protestare contro la continua messa in discussione dei diritti di coloro che frequentano l'ambiente scolastico. Si tratti di notizie smentite (ma non così improbabili) come il taglio ai riscaldamenti nelle aule o l'aumento delle ore per i professori, o cambiamenti più imminenti come la serie di leggi che mirano ad una privatizzazione della scuola.

Discutere di quanto la manifestazione volesse portare avanti diritti e doveri della scuola e motivazioni di un certo livello (più che altro delle motivazioni dato che il flash mob non portava avanti nessun messaggio particolare ma voleva solo far ballare tante persone a ritmo di una delle canzoni più famose in questo momento) è populista e sterile.

Ritrovarsi per reclamare il proprio diritto allo studio non è equiparabile, in termini valoriali, ad un evento di ballo, ma perché, invece di scadere in questi confronti, non ci si chiede come sia possibile che in così tanti si siano mossi per prendere parte a questi eventi, mentre la politica, tanto per dirne una a caso, spesso non faccia smuovere dalle poltrone neanche il primo degli attivisti.

Che sia perché la comunicazione di questi eventi è avvenuta principalmente via internet e social network (perché i giovani comunicano principalmente così, piaccia o meno), o perché non c'era nessuno in particolare era a capo degli eventi ma si voleva far gruppo e sentirsi parte di qualcosa di importante comunque, ieri Roma era brulicante di giovani e l'occasione non era né una partita di calcio, né un concerto (in questi casi siamo molto più abituati a vedere tanti ragazzi). Molti sono venuti solo per dire "io c'ero" e per far capire che quando sono parte intergrante di una situazioni, o sono direttamente chiamati in causa nessuno di loro rimane a casa a guardare la tv o davanti al pc.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)