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Cinema

Terre di Cinema 2012

Incontri internazionali sull'immagine cinematografica

2a Edizione

Forza D’Agrò – Palermo dal 30 giugno al 14 luglio

TERRE DI CINEMA – INCONTRI INTERNAZIONALI SULL'IMMAGINE CINEMATOGRAFICA, è l’evento unico nel suo genere nel panorama italiano finalizzato alla specializzazione di eccellenza nel settore specifico della Fotografia Cinematografica e nel contesto di scambi internazionali con scuole pubbliche di cinema d’Europa e del Mediterraneo.

Ideato da Factory Film, società di produzione cineaudiovisiva, TERRE DI CINEMA, che gode del patrocinio dell'AIC, Associazione Italiana Autori della Fotografia Cinematografica, è organizzato con la collaborazione del Centro Sperimentale di Cinematografia - Scuola nazionale di Cinema Sede Sicilia, la partecipazione, per questa edizione, delle scuole di cinema del Belgio, NARAFI – Université College des Sciences et des Arts de Bruxelles, e di Israele - Tel Aviv University Department of Film and Television, la collaborazione dei Comuni di Forza D'Agrò e Savoca e della Sicilia Film Commission. Adesione al progetto anche dalla prestigiosa London Film School.

È già entrato nel vivo TERRE DI CINEMA – Incontri Internazionali sull'Immagine Cinematografica che vede allievi delle scuole di cinema pubbliche - il Centro Sperimentale di Cinematografia - Scuola nazionale di Cinema Sede Sicilia, la belga NARAFI - Université College des Sciences et des Arts de Bruxelles e l’israeliana Tel Aviv University Department of Film and Television - coinvolti insieme in un Cine Campus dedicato alla Fotografia cinematografica con la realizzazione di trailer cinematografici che hanno come soggetto gli angoli belli, ma ancora poco noti, della Valle D'Agrò e del Parco delle Madonie in Sicilia. “Il connubio tra la forte connotazione cinematografica del nostro territorio - afferma il sindaco di Forza D’Agrò, Fabio De Caro - ed il valore altamente didattico del progetto rafforza il nostro intento di continuare a dare supporto a questa iniziativa.”

  

“Un vero e proprio motivo di orgoglio - continua il vicesindaco di Savoca, Cettina Pizzolo - Questa seconda edizione arricchisce di luci, di colori e di emozioni i nostri centri storici. Le nostre piazze ed i nostri angoli si trasformano in suggestive location dove gli studenti delle scuole di alta specializzazione coadiuvati da professionisti di notevole spessore, immortalano momenti di vita.”.

Il Cine Campus è installato nel Complesso Monumentale del Convento Agostiniano di Forza D'Agrò, dove si tengono i workshop tenuti da professionisti di fama internazionale come la masterclass di regia di Lorenzo Vignolo ed i workshop con Pino Venditti, uno dei più esperti operatori di macchina italiani per il cinema e la televisione (Al di là delle nuvole, Il Gioco di Ripley, Caro Maestro, L’Ispettore Giusti, Una Donna per Amico).

Domenica 1 luglio, il Cine Campus ha avuto il privilegio delle masterclass di Fotografia Cinematografica tenute dai maestri Richard Andry, vice presidente di IMAGO, Federazione europea degli autori della fotografia cinematografica e Luciano Tovoli, tra i più celebrati autori della fotografia nella storia del cinema mondiale.

E proprio a margine della chiusura della sua seguitissima lezione, abbiamo fermato il maestro Tovoli per avere delle impressioni a caldo su questa esperienza che lo ha visto già partecipe nella scorsa edizione, svoltasi nel settembre 2011.

Intervista a Luciano Tovoli

Lei è stato fondatore, insieme a Gabriele Lucci, nel 1981, del primo festival Internazionale dedicato alla fotografia nel cinema ed ai suoi protagonisti. Oggi, dà il suo appoggio e tutta la sua esperienza a TERRE DI CINEMA, un’iniziativa diretta ai giovani, come la vede?

“Come una vera e propria full immersion sull’immagine cinematografica che dà la possibilità agli studenti delle scuole di cinema presenti di ascoltare e confrontarsi con altre esperienze, per poi sperimentare sul campo gli input che ricevono da me e dagli altri professionisti presenti.

Quale è il futuro che si immagina per questa manifestazione?

"TERRE DI CINEMA ha una freschezza straordinaria ed avrà un grande futuro anche a livello internazionale tanto che molto presto rappresenterà, e non solo nella realtà italiana, un appuntamento ineludibile. Bellissimi e fondamentali sono l'entusiasmo e la perspicacia del collega Vincenzo Condorelli, che riesce magicamente e magistralmente a coniugare realtà locali interessantissime con innovativi fermenti internazionali. ”

Federico Fellini diceva: “Il film si scrive con la luce”. Che cosa è la luce per Luciano Tovoli?

“Senza luce non c'è fotografia né cinematografia e soprattutto senza luce non c'è l'ombra, che in termini narrativi, è la spina dorsale di ogni racconto visivo. Fellini con il fondamentale aiuto dei suoi collaboratori alla fotografia, da Otello Martelli a Gianni Di Venanzo e a Giuseppe Rotunno, con il quale ha realizzato assoluti capolavori quali Casanova ed Amacord, e con Tonino Delli Colli per i suoi ultimi, ha sempre considerato la luce come uno degli strumenti più importanti per realizzare i suoi sogni cinematografici.”

Nella sua lunga carriera cinematografica da direttore della fotografia quale immagine cinematografica è rimasta più impressa nella sua mente?

“Tra le decine di migliaia di immagini alle quali ho collaborato non ce n'è veramente UNA che sia l'IMMAGINE assoluta, spesso anche immagini semplici, povere, possono colpire più profondamente lo spettatore rispetto ad immagini elaborate alle quali noi diamo molta importanza. So che molti miei colleghi dichiarano che loro più che aggiungere tolgono (fa molto intellettuale e soprattutto fa contenti i produttori). Io, siccome trovo la realtà abbastanza deprimente per cercare di riprodurla così come è, quando giro un film non mi devo annoiare ma divertire. Se questa mia tendenza naturale all'eccesso e ad un certo "cattivo gusto naturale"- inteso come ribellione alla nozione borghese di "bello decorativo" -, dunque se questa mia "rozzezza volontaria" fosse servita a produrre anche solo Suspiria, bene! Sono già contento così perché so che mi ha spinto felicemente a combinare anche altri, volontari, danni cinematografici. Registi italiani ed internazionali (anche se non in modo plebiscitario) hanno dimostrato e dimostrano ancora di apprezzare questo mio contributo piuttosto "robusto" ai film che faccio. Altri (giustamente per loro) mi fuggono da sempre, quasi avessi la peste.”

Quale sequenza cinematografica è stata la più difficile e perché?

“So che è stata citata in tutto il mondo da quando nel 1974 fu girata, ma senz'altro la più difficile sequenza è stata il finale di Professione Reporter. Difficile perché ci dovevamo inventare tutto: come stabilizzare la macchina da presa, come poter controllare l'immagine in un monitor separato, come compensare la luce nell'interno della stanza, dove Nicholson veniva ucciso, con la luce della piazza esterna alla finestra davanti all'arena, come passare attraverso le sbarre ed altre varie difficoltà tutte concentrate nella stessa sequenza. Le abbiamo risolte una per una, ma c'è voluto molto tempo, addirittura diversi giorni. Poi, soprattutto, è stato fondamentale avere Antonioni. Oggi di giganti come lui ne abbiamo un po’ meno, di soldi nel nostro cinema quasi per niente e quindi è venuto a mancare anche il tempo. E' certo molto più difficile fare bene oggi rispetto ad allora; la mia ammirazione per i pochi che riescono, nonostante tutto, a fare cose molto interessanti è grandissima.”

La mission di TERRE DI CINEMA è promuovere in Sicilia un luogo internazionale di eccellenza incentrato sulla Fotografia Cinematografica articolato come una vera factory con workshop e masterclass e dedicato a studenti delle scuole pubbliche di cinema che lavorano insieme, in troupe miste, all’interno del CineCampus, ospitato nel prestigioso complesso museale del Convento Agostiano di Forza D'Agrò.

Coadiuvati da noti esperti del settore cine-audiovisivo, avranno la possibilità di realizzare anche trailer cinematografici con l’utilizzo di tecnica di ripresa in linea con i più alti standard dell’industria cinematografica.

Direttore artistico di Terre di Cinema è Vincenzo Condorelli, AIC, presente nel panel guest tutor con Ivan Scinardo, direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia sede Sicilia, Tommaso Strinati, coordinatore didattico dello stesso, Marc Van den Walle, Nicolas Cladakis, Gert Keyaerts, rispettivamente Coordinatore Didattico, Supervisore Fotografia e Supervisore Regia e Fotografia NARAFI, Noa Osheroff, International Operational Manager Green Productions (Tel Aviv), Antonio Cazzaniga, General Manager ARRI Italia.

Quale è il regista con cui si è creato un feeling lavorativo speciale?

“Ho avuto ed ho un feeling positivo con quasi tutti i registi con cui ho lavorato e lavoro. Passare da Dario Argento di Suspiria, Tenebre e Dracula 3D, a Barbet Schroeder de Il Mistero Von Bulow, ad Ettore Scola di Che ora è, a Francis Veber de La Cena dei cretini o alla coppia di Oceans, Perrin/Cluzaud, è una tale tonificante esperienza che realmente non posso stabilire categorie.”

Che ricordi ha del suo lavoro con Antonioni?

“Con Antonioni, con in quale avevo fatto il grande documentario storico Chung-KuoCina, girare Professione Reporter, fu molto semplice a parte l'ultima famosa sequenza della quale abbiamo detto prima. A questo aggiungo il rapporto bellissimo, data la mia giovanissima (per un autore della fotografia) età, che si è naturalmente creato tra l’allievo ed il maestro.”

Che ricordi ha del suo collega Marco Onorato?

“Stimo moltissimo Marco Onorato per il lavoro brillantissimo che ha fatto con Matteo Garrone. Ho adorato Gomorra e rivedendolo in televisione avevo deciso di chiamarlo per manifestargli la mia ammirazione. Purtroppo non me ne ha dato il tempo.”

Ha cavalcato le varie tappe del cinema partendo dall’uso della pellicola per arrivare al digitale….cosa è cambiato, in questo lavoro, secondo lei?

“Il passaggio dalla pellicola al digitale va visto in senso positivo. Un nuovo strumento espressivo con nuove possibilità. Quello che non funziona, ed è un problema gravissimo, è che si tenta di strappare di mano agli autori il controllo delle immagini er poi rielaborarle eccessivamente in post produzione. E' une pericolosa tendenza alla quale purtroppo sarà difficile resistere.”

  

Da Suspiria a Dracula in 3D: cosa è cambiato e cosa è rimasto nell’ideazione e nella realizzazione di un’immagine cinematografica?

“Suspiria è stato uno dei capisaldi del mio modo di vedere l'impiego del colore nel cinema ed è ormai un classico della storia del cinema. Ho sempre detestato il "pittoriarismo" in fotografia, cioè fare filma colori ed aver paura del colore mentre mi ha sempre appassionato il Kodachrome che oggi purtroppo è stato abbandonato così come ho adorato il sistema Technicolor, anch’esso scomparso. Non sempre gli sviluppi tecnologici portano con sé le cose buone del passato ma questa è la realtà. A parte ciò è stato molto interessante girare di nuovo con Dario Argento, Dracula 3D. L'abbiamo affrontato senza complessi cercando di utilizzare a fondo lo spazio in profondità che nel 2D effettivamente manca. Sarò più che contento di girare un prossimo 3D.”


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)