La natura nel cuore
e
nella mente
di Dante Fasciolo
Le immagini ci giungono da artiste di paesi lontani: Elsie Wunderlich dal Guatemala; Simona Goroschevska dalla Bulgaria.
Ci sono tutti, i colori dell’arcobaleno. Disordinati, fluttuanti, raccolti, solitari. Disordinati, eppure collocati laddove altro non potevano apparire, fluttuanti, immersi in sottili veli a contrasto, raccolti, per testimoniare uno stile, solitari, infine, per punteggiare e risaltare la continuità.
Lo spirito che attraversa la pittura di Elsie si libera dall’humus immenso della natura e si concretizza sulle tele con vigore.
A lungo maturato nei pur giovani suoi anni presenti il desiderio di leggere, capire e rappresentare quel mondo che circonda la nostra esistenza cosciente, imprime nelle opere di questa affermata artista il senso di una appartenenza totale. Gli alberi e lo loro radici, i rami e le foglie… tessono la trama di un insieme profondo che rivela maestria del mestiere e animo aperto, laddove si avverte il vibrare delle forme e l’espandersi del sentimento.
C’è dell’acqua nelle tele, chiara, trasparente... che non spegne... anzi esalta... rende percepibile il fuoco, lo stesso, interiore, costante, che brucia e guida la mano che imprime e deposita per sempre quel complesso, unico affastellare di forme e colori, affascinante, qui, più che in altri artisti.
Di diverso segno l’arte di Simona Goroschevska, il cui itinerario fotografico si sviluppa attraverso intensi volti; ritratti in pose che esprimono tutta intera l’intensità d’espressione e che giocati in chiaro e scuro, ma con forti, intensi, ricercati colori, danno senso alla rappresentazione nella sua totalità.
Si, perché i volti non sarebbero più “espressioni vive” se non per via che si fanno corona di elementi naturali: fiori, frutti, piante e quanto altro la natura richiama alla mente, particolarmente e magistralmente composti da rendere la fotografia una sintesi del connubio uomo natura, in un tempo in cui più forte si fa il desiderio del recupero d’identità e di umano sentimento, e più rimarca lo scempio della natura della triste geometria sfruttamento/profitto che l’uomo sociale mette in atto fino a provocare fratture insanabili.
Il richiamo dell’artista bulgara recupera questo forte tanto quanto smarrito sentimento e lo rappresenta non come semplice ornamento, ma come parte integrale della autentica fisionomia umana.
Ancora una volta l’arte, pittura e fotografia, espressione di esperienze di lontani e diversi paesi per storia e cultura, trovano la comune strada della comunicazione.