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Ambiente

Navigazione nel Santuario dei cetacei…

di Loredana Cruciani

Il Santuario per i cetacei, ordine di mammiferi completamente adattatisi alla vita acquatica, il cui nome di origine greca significa balena o mostro marino, introdotto da Aristotele per designare gli animali acquatici dotati di respirazione polmonare, è stato istituito in Italia nel 1991 dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e noto come “Santuario per i mammiferi marini”. Il Santuario è un'area marina protetta di interesse internazionale, compresa nel territorio francese (Costa Azzurra e Corsica), monegasco (Principato di Monaco) e italiano e classificata come Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo (Specially Protected Areas of Mediterranean Importance), denominazione assegnata ai siti di importanza per la conservazione della biodiversità nel Mediterraneo.

In territorio italiano, l’area marina protetta occupa una superficie a mare di circa 25.573 km2 e interessa le Regioni Liguria, Sardegna e Toscana.

Il Santuario, notevolmente interessante dal punto di vista della tutela, della salvaguardia e nella cura, nello studio dei cetacei e dell'ambiente marino, è oggi meta, soprattutto nel periodo estivo, di visite guidate alla scoperta dell'ambiente marino e dei suoi abitanti.

Gli studiosi hanno riscontrato che in questa zona territoriale del Mar Mediterraneo vi è una considerevole concentrazione di cetacei dovuta alla ricchezza di cibo con prevalenza di balenottere (Balaenoptera physalus - il secondo animale più grande al mondo dopo la balenottera azzurra), il capodoglio (Physeter macrocephalus), il delfino (Delphinus delphis), il tursiope (Tursiops truncatus), la stenella striata (Stenella coeruleoalba), il globicefalo (Globicephala melas), il grampo (Grampus griseus), lo zifio (Ziphius cavirostris), mentre rare sono le balenottere minori (Balaenoptera acutorostrata), le orche (Orcinus orca) e le pseudorche (Pseudorca crassidens).

Un primo censimento della fauna presente nell’area marina protetta, effettuato nel 1992 da parte dell'Istituto Tethys, da Greenpeace e dall'Università di Barcellona, consentì la stima numerica delle stenelle (32.800 esemplari) e delle balenottere comuni (830 esemplari) presenti nella zona nel periodo estivo mentre un recente rapporto di Greenpeace ha documentato invece un drammatico calo delle popolazioni di cetacei presenti ed una inadeguatezza delle misure di tutela messe in atto. I dati raccolti da Greenpeace nel 2008 riportano la presenza solo di un quarto delle balenottere e meno di metà delle stenelle rilevate negli anni novanta.

Nel 2010, anno internazionale della biodiversità, la Regione Toscana nel voler promuovere e valorizzare il suo mare ed al fine di sensibilizzare la gente per evitare qualsiasi danno ambientale che ne possa compromettere l'ecosistema, la biodiversità e la futura fruibilità, ha realizzato un interessante un documentario naturalistico sul Santuario dei Cetacei, naturale risorsa per le generazione future ed un cortometraggio sull'ambiente marino della Toscana, sulla vita dei grandi mammiferi marini attuali e fossili, simbolo della biodiversità nel Mar Mediterraneo.

Recente l’emanazione della direttiva del Ministero dell'Ambiente, d'intesa con il Comando Generale delle Capitanerie di porto, in ordine ai controlli ambientali ed ai criteri a cui devono attenersi le navi che entrano nel Santuario dei cetacei, la zona del Tirreno e del mare di Sardegna compresa tra la Toscana e la Costa Azzurra, area protetta dal trattato internazionale Pelagos. In particolare, si legge nella suindicata circolare, che tutte le navi devono fissare in modo sicuro i carichi pericolosi trasportati sul ponte di coperta, compresi containers, camion, rimorchi e cisterne. Il fissaggio di questi carichi serve a evitare la caduta in mare anche in caso di tempesta.


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