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…Come è profondo il mare

Giornata Mondiale degli Oceani

8 giugno 2010

A breve tempo il povero “Nemo”, il pesce pagliaccio, morirà per sempre.

L’artista francese Loris Gréaud ha di recente presentato a Roma in anteprima mondiale il suo ultimo lavoro dal titolo “The Snorks: a concert for creatures”.

La performance - realizzata insieme al gruppo Anti-pop Consortium e con la collaborazione della stazione sottomarina Antares e il Mit Sea Grant Collegi - ha rappresentato un viaggio negli abissi marini ad oltre i 5000 metri di profondità laddove gli esseri viventi comunicano attraverso la bioluminescenza.

L’eccessiva acidità del mare, che si sviluppa 100 volte più velocemente del naturale, renderà questo pesce – e tanti altri – completamente sordi…e non potendo più sfuggire ai loro predatori che evitano grazie al loro formidabile udito, moriranno. E’ un allarme, a titolo di esempio, lanciato di recente dagli scienziati dell’Università di Bristol (Regno Unito).

“Quali siano le minacce di grande scala per gli oceani, ma anche, tragicamente, per le comunità che abitano nelle vicinanze”, lo ha sottolineato Julia Marton-Lefevre, direttore generale dell'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura.

Non bastassero la marea nera nel Golfo del Messico e le fuoriuscite radioattive in mare in seguito al disastro nucleare di Fukushima, tra le principali minacce per gli ecosistemi marini vi è l'acidificazione degli oceani, che assorbono gran parte della CO2 che l'uomo immette nell'atmosfera e ciò mette in pericolo la sopravvivenza delle specie marine.

All’acidificazione degli oceani, come conseguenza, si aggiungono altri fenomeni:l’innalzamento della temperatura dei mari, lo scioglimento dei ghiacciai, lo sbiancamento dei coralli, la pesca eccessiva, il turismo e lo sviluppo costiero, i trasporti commerciali, l’inquinamento, gli impianti off-shore.

Sono questi i nemici più temibili degli oceani e dell'intero Pianeta.

A minacciare gli ecosistemi marini sono poi i trasporti commerciali. Infatti, oltre il 90% di tutti gli scambi commerciali fra i paesi avviene via mare, con rischi di fuoriuscite di carburante, contaminazione di nuove specie contenute nelle acque di zavorra o di sostanze chimiche delle vernici. C’è poi l'isola di spazzatura più nota, quella del Pacifico centrale: una 'grande pattumiera' tra California e Hawaii di dimensioni pari a due volte il Texas.

Anche trivellazioni e ricerche di carburanti fossili, piattaforme petrolifere e di gas costituiscono una minaccia costante, come ha dimostrato il disastro del Golfo del Messico. Inoltre, la progressiva diffusione delle turbine eoliche, sempre più al largo e in acque profonde, dovrà essere gestita in maniera da avere un impatto minimo sull'ecosistema marino.

Per sensibilizzare la popolazione circa l'importanza della tutela degli oceani sono previste in tutto il mondo molteplici iniziative. Diversi gli eventi fra zoo, acquari e musei promossi da associazioni o singoli cittadini (pulizie delle spiagge, concorsi di pittura per bambini, lezioni di biologia marina, esposizioni fotografiche).



Siamo noi, siamo in tanti, ci nascondiamo di notte
per paura degli automobilisti, dei linotipisti
siamo gatti neri, siamo pessimisti, siamo i cattivi pensieri,
e non abbiamo da mangiare,
come è profondo il mare,
come è profondo il mare.

Babbo che eri un gran cacciatore di quaglie e di fagiani
caccia via queste mosche che non mi fanno dormire,
che mi fanno arrabbiare,
come è profondo il mare,
come è profondo il mare.

E` inutile non c'è più lavoro, non c'è più decoro
Dio o chi per lui sta cercando di dividerci,
di farci del male, di farci annegare,
come è profondo il mare
come è profondo il mare.

Con la forza di un ricatto l'uomo divento qualcuno,
resuscito anche i morti, spalancò prigioni,
bloccò sei treni con relativi vagoni,
innalzo per un attimo il povero a un ruolo difficile da mantenere,
poi lo lasciò cadere a piangere e a urlare
solo in mezzo al mare,
come è profondo il mare.

Poi da solo l'urlo divento un tamburo
e il povero, come un lampo, nel cielo sicuro,
comincio una guerra per conquistare
quello scherzo di terra
che il suo grande cuore doveva coltivare,
come è profondo il mare
come è profondo il mare.

Ma la terra gli fu portata via compresa quella rimasta addosso
fu scaraventato in un palazzo o in un fosso, non ricordo bene,
poi una storia di catene, bastonate
e chirurgia sperimentale.
Come è profondo il mare,
come è profondo il mare.

Intanto un mistico, forse un aviatore, scoprì la commozione
che rimise d'accordo tutti, i belli con i brutti,
con qualche danno per i brutti che si videro consegnare
un pezzo di specchio così da potersi guardare,
come è profondo il mare,
come è profondo il mare.

Frattanto i pesci, dai quali discendiamo tutti,
assistettero curiosi, al dramma collettivo
di questo mondo che a loro indubbiamente
doveva sembrare cattivo
e cominciarono a pensare, nel loro grande mare,
come è profondo il mare.
Nel loro grande mare,
come è profondo il mare.

E` chiaro che il pensiero dà fastidio
anche se chi pensa è muto come un pesce
anzi è un pesce e come pesce
è difficile da bloccare
perchè lo protegge il mare,
come è profondo il mare.

Certo chi comanda non è disposto a fare distinzioni poetiche
il pensiero è come l'oceano,
non lo puoi bloccare, non lo puoi recintare.
Così stanno bruciando il mare,
così stanno uccidendo il mare
così stanno umiliando il mare,
così stanno piegando il mare.

Manifestazioni sono previste da New York alla Polinesia, sotto la regia del World Ocean network che promuove il tema Giovani: la prossima ondata di cambiamento; e sul suo sito web offre idee utili illustrate. Per i bambini è previsto un passaporto di “Cittadino degli Oceani”.

.Dopo la Giornata Internazionale per la Biodiversità, il 22 maggio, e la giornata Mondiale dell’Ambiente, il 5 giugno, ecco la Giornata Mondiale degli Oceani, 8 giugno, precedere la Giornata Mondiale della Lotta alla Siccità e alla Desertificazione, 17 giugno… e tutte insieme anticipare la Grande Conferenza di Rio+20.

Questa grande assise delle Nazioni Unite dovrà dare delle risposte concrete ai molteplici quesiti che la società pone in termini di Ambiente. Saprà darle? A 20 anni dalla prima assise, molte parole sono state dette, ma fatti pochi.

Nelle prossime settimane cercheremo di riferire con puntualità sui risultati di questa occasione, ma dobbiamo confessare che siamo…moderatamente pessimisti.

BiodiversitÀ

Le emergenze internazionali segnalano che non c’è più tempo da perdere
per tutelare la biodiversità marina.

La giornata mondiale dedicata dalle Nazioni Unite alla tutela della biodiversità, che si è celebrata il 22 maggio, ha dato ampio spazio alle emergenze marine offrendo notizie e indicazioni fondamentali per proteggere i mari del pianeta.

La consapevolezza a livello internazionale è che non c’è più tempo da perdere e che si può agire solo in una direzione per tutelare la biodiversità marina e garantire un futuro al nostro intero pianeta. Di conseguenza, queste azioni non rappresentano un’opzione ma una conditio sine qua non per la difesa del mare.

  • Scegliere una dieta vegana-bio. Il 26% del Pianeta è 'invaso' dagli allevamenti animali che ogni anno producono oltre 1500 miliardi di tonnellate di deiezioni alle quali è imputabile l’emissione del 18% dei gas serra (i veicoli ne producono solo il 14%). I reflui degli allevamenti zootecnici e delle industrie, che contengono nitriti, nitrati, fosforo, azoto e metalli pesanti rappresentano una pericolosissima minaccia per i mari.

    L’agricoltura e gli allevamenti che prevedono l’uso di fertilizzanti chimici, erbicidi ed altre sostanze favoriscono la proliferazione eccessiva delle alghe e delle piante acquatiche causando il fenomeno dell’eutrofizzazione. A ciò si aggiunga che i liquami, scaricati nel terreno e poi trasportati dai fiumi, inquinano le falde acquifere oppure sono riversati direttamente in mare. Si calcola che ogni anno solo il fiume Po riversi in mare  27.000.000 tonnellate di sostanze tossiche tra arsenico (244 tonn. annue), mercurio (65 tonn.), piombo (485 tonn. annue), tensioattivi (3.000 tonn.), idrocarburi (64.000 tonn.), sostanze organiche 500.000 tonn); destando viva preoccupazione tra i ricercatori.

    Cetacei, tonni e pesce spada - predatori all’apice della piramide alimentare e specie che bioaccumulano - sono tra gli animali più contaminati da queste sostanze xenobiotiche (estranee al mare). Alcuni di cetacei riescono a detossificarsi parzialmente (specie dai metalli pesanti), ma lo fanno attraverso l’allattamento, dunque contaminando le nuove generazioni.



    La scelta 'Veg' consentirebbe alle specie ittiche di sopravvivere alla depredazione e alla pesca che da anni depaupera le popolazioni del mare ad ogni latitudine.
  • Fermare per sempre le reti pelagiche derivanti. Messe la bando dal primo gennaio del 2002 con il contestuale divieto all’impiego di attrezzi retieri per la pesca di tonni e pesce spada, continuano tuttora ad essere usate. Per i gravi atti di illegalità compiuti nel Mediterraneo soprattutto dai pescatori Italiani (che pure hanno beneficiato dei fondi per la riconversione dall’Ue), i quali proseguono indiscriminatamente la loro attività, i cittadini italiani dovranno pagare circa 10 milioni.

    Si tratta di una multa inflitta dalla Corte di Giustizia Europea che, visto l’annoso inadempimento dell’Italia alle procedure d’infrazione, ha condannato l’intero Paese a scontare le responsabilità di pochi; quei pochi che ogni anno uccidono oltre l’80% di specie ittiche accessorie e migliaia di cetacei, di uccelli marini e tartarughe, catturati con le reti illegali.

    Più in generale la scelta 'Veg' consentirebbe alle specie ittiche di sopravvivere alla depredazione e alla pesca che da anni depaupera le popolazioni del mare ad ogni latitudine.
  • Eliminare la plastica. Questo materiale, un derivato del petrolio, ha diverse forme molecolari ed è utilizzato per la realizzare una infinita quantità di prodotti. L’UNEP (United Nations Enviroment Program) ha stimato che ogni anno circa 6.4 milioni di tonnellate di spazzatura finiscono in mare: la plastiche rappresentano una quota compresa tra il 60% e l’80% del totale. Sempre secondo l’UNEP per ogni metro quadro ci sono in mare tra i 13.000 e i 18.000 pezzi di plastica.

    La plastica crea danni gravissimi sia in modo diretto – gli animali la scambiano per cibo (l’ingestione causa soffocamento, blocchi intestinali e lesioni all’apparato digerente) - che indiretto per intrappolamento nelle fibre, filamenti di lenze e reti abbandonate. Si calcola che ogni anno questo materiale 'killer' causi la morte di circa 2 milioni di uccelli marini e di circa 100.000 mammiferi marini tra cetacei, pinnipedi (foche, otarie e trichechi) e sirenidi (lamantini e dugonghi).
  • Proteggere il mare dal petrolio. Secondo la Us Enviromental Agency ogni anno finiscono in mare 2.672.210.000 litri di petrolio. Il 60% del commercio mondiale del petrolio e dei suoi derivati passa per il Mar Mediterraneo che però rappresenta solo lo 0,8% delle acque del Pianeta. Ciò significa che sulle coste del 'Mare Nostrum' si concentra il 27% di tutta l’attività di raffinazione mondiale mentre le petroliere, con i loro 3000 viaggi l’anno, trasportano circa 400 milioni di tonnellate di greggio.



    I recenti disastri, verificatisi non soltanto in Italia, dimostrano che non esiste una politica sinergica tra i Paesi del Mediterraneo, finalizzata a prevedere tutte le precauzioni possibili per evitare incidenti che causano irreparabili danni all’ambiente marino. Secondo il REMPEC (Regional Marine Pollution Emergency Response Center for the Mediterranean Sea) solo nel Mediterraneo tra il 1990 e il 1999 ci sono stati 250 incidenti (per altri 21 non è stato fornito alcun riscontro) e sono finiti in mare 22.150 tonnellate di petrolio.

    Il greggio non crea danni solo al mare. Infatti, le sue particelle volatili possono viaggiare anche per molti chilometri depositandosi sul terreno ed entrando nella biomassa; quindi nella catena alimentare della terraferma.
  • Ridurre e controllare il traffico marittimo. L’intenso e scarsamente regolato traffico marittimo è causa diretta della morte dei più grandi abitanti del mare, balene e capodogli. I ricercatori lanciano un grido d’allarme: Simone Panigada dell’Istituto Tethys ha rilevato che da un campione formato da 283 balenottere comuni spiaggiate (prevalentemente negli ultimi 40 anni), 44 individui (15,5%) sono stati uccisi a causa di un incidente con un natante. Le imbarcazioni interessate sono traghetti e traghetti super veloci. L' 85% delle collisioni sono avvenute nelle acque del Santuario dei Cetacei; un santuario che rimane una delle aree a maggiore traffico marittimo.
  • Il mare italiano

    La gara a postare bandiere sui luoghi marini italiani si fa sempre più accanita e sempre più oscura.
    Ci sono le Bandiere Blu della Fee – Fondazione Europea Educazione; quelle Gialle del Touringclub; le Vele di Legambiente... le une contro le altre armate... fino ai denti.

    Le spiagge promosse in Blu vengono demonizzate dalle Vele e viceversa, le Gialle operano su parametri diversi...

    È chiaro che interessi divaricati animano quanti si occupano del settore scientifico/turistico/promozionale. Sta di fatto che giungono infine i risultati del Ministero per l’anno i n corso e i risultati smentiscono i dati raccolti dalle tre organizzazioni citate.
  • Ridurre le aggressioni acustiche in mare. I sonar a bassa frequenza, usati dalle marinerie militari per le operazioni segrete, determinano lo spiaggiamento di cetacei ma anche gravi danni rilevabili a vari livelli. Danni simili sono causati ai cetacei (ma anche ad altre specie) dagli effetti delle indagini per le prospezioni geosismiche, effettuate con lo scopo di trivellare i nostri mari alla ricerca di petrolio.

  • Ridurre l’aggressione alle coste e diminuire gli impatti antropici nelle aree ridosso dei nostri mari, dal punto di vista dei fenomeni urbanistici e di quelli legati alla concentrazione della presenza umana in alcune aree critiche. La riduzione della produzione dei rifiuti, la raccolta differenziata e il corretto recupero per lo smaltimento degli olii di cucina rappresenterebbero già delle azioni fondamentali per la tutela della biodiversità marina.
  • Razionalizzare e ridurre i consumi globali a favore di una spesa alimentare sostenibile e biologica, sono quindi azioni necessarie a garantire una buona salute del mare.
  • Fermare l’uso delle creme solari. Le creme ad alta protezione solare distruggono tutto l’ecosistema della barriera corallina. Un allarme proviene da uno studio del 2008 pubblicato su Environmental Health Perspectives journal che evidenzia come ogni anno milioni di persone in ogni angolo del mare del Pianeta utilizzino la protezione solare. Gli ingredienti contenuti nelle creme, infatti, possono distruggere la barriera corallina nel giro di pochi giorni. Secondo il dossier, a causa delle 4mila–6mila tonnellate di creme solari impiegate, ogni anno il 10% della barriera corallina del pianeta rischia progressivamente di scomparire
  • Riconsiderare le politiche sociali internazionali e pianificare investimenti nei Paesi poveri che si affacciano sul mare per consentire lo sviluppo di una corretta educazione per tutelare le biodiversità locali; investire su attività sostenibili capaci di produrre una nuova economia.

    Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)