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Weekend lungo l'Amerina

Gallese, medioevo da non perdere

di Giuseppe Cocco

Lascio il caos e il caldo asfissiante di Roma, abbandonando il rumoroso e affollato Raccordo Anulare, uscendo sulla SS 3 Flaminia.

Via via che la percorro, cambiano aria e atmosfera; e le automobili si diradano, fino a sparire dopo Morlupo.

Qualche chilometro e, sulla destra, si apre la vista sulla maestosità isolata del monte Soratte che fa da sfondo scenografico ai campi.

La fettuccia grigio topo della statale, dal fondo stradale un po' sconnesso, si snoda dolcemente tra campagne coltivate, arate e coperte di balle di fieno, in questa stagione.

Allontanatomi da quell'Italia caotica, asfissiata dalla concentrazione di umanità, ingrigita, triste e ansiogena, mi calo in un ambiente, dall'aria pulita, pieno di luce e di sole, bucolico, rilassante, dalle presenze umane diradate. Atmosfere lente, tranquille, silenziose; l'unica umanità, anziana, s'incontra, per lo più, seduta a discorrere intorno ai tavolini all'esterno dei bar o in silenzio assorti in pensieri solitari sulle panchine del parco ai piedi del monumento ai caduti.

Uniche presenze pervasive, fastidiose, invadenti, le automobili parcheggiate in ogni dove, l'abusivismo e l'alluminio anodizzato che danno una disordine visivo e una continua violenza estetica.

Tornando all'itinerario - che mi porterà a Gallese dopo 1 ora e mezza e avendo percorso circa 90 km - dietro la prima curva all'inizio di una serie in ripida discesa, la vista si pare, per un attimo, sulla rupe, in cima alla quale, sta adagiato un altro dei Comuni dell'Amerina, Civita Castellana. Arrivato in fondo alla discesa, supero l'incrocio che prosegue con salita alla cittadina, tappa di un successivo itinerario. Continuo in direzione di Orte, per una Flaminia che, d'ora in poi, diventa veramente deserta.

Fatti 8 km immersi nella campagna, si arriva in località Borghetto a 60,4 km da Roma. Si tratta di un piccolo abitato presso la stazione Civita Castellana-Magliano della ferrovia Roma-Firenze, il quale ha perduto importanza dopo la costruzione della ferrovia secondaria Roma-Viterbo che serve direttamente Civita Castellana.

A Borghetto abbandono la Flaminia imboccando sulla sinistra, la parallela statale 315 che risale la sponda destra del Tevere in direzione Nord, a fianco della ferrovia Roma-Firenze, con un lungo rettifilo, varcando il fosso Miccino, grazie a un ponte etrusco; poi, la strada piega a NO raggiungendo, a Km 4, Scalo in Teverina (m 85), piccola gemmazione ferroviaria di Gallese.

Di qui, ad un crocicchio, lascio la statale proseguendo a sinistra per una strada che, dopo essere passata tra due ali di piccole case, recupera alberi ai lati, e seguendo la valle del fosso di Rustica mi porterà dopo 7,5 km a Gallese, paese su uno sperone tufaceo ancora circondato dalla cinta muraria difesa da torri, dominante la confluenza del fosso Tegolara col Rio Maggiore.

Appena mi appare di lontano, tra gli alberi della strada raggiungo rapidamente rapidamente la cima di una collina alla ricerca di un punto di vista dal quale poter fotografare meglio possibile il paese nel suo complesso: lo trovo, incorniciato dagli alberi e coronato da un bel cumulonembo bianco.

Sceso dalla collina riprendo la strada e appena sotto la rupe ecco sulla sinistra una meravigliosa chiesa; intitolata a San Famiano, il protettore di Gallese e delle sue zitelle.

Gallese, m 135 (ab. 2.851), secondo la leggenda, la sua fondazione risalirebbe al greco Halesus (o Haliscus), figlio di Agamennome e capostipite della gente falisca. Centro etrusco, come dimostrano i ritrovamenti di tombe e di opere di drenaggio, non è ricordato in epoca romana. Riappare, come castello, nel secolo VI-VII, per passare alla Chiesa.

Sottomessa da Viterbo nel 1258, nel secolo successivo tornò al Papa; passò quindi agli Spinelli, ai Colonna, e ad altri feudatari. Diocesi dal secolo VIII, nel I805 fu unita a quella di Civita Castellana. Fu patria dei Papi Marino l (882-84) e Romano (897).

Ora rasento l'imponente fianco sinistro del Palazzo Ducale, e dopo una bassa torre incontro la strada che, sottopassando una porta, tanto stretta, al punto che, si deve rispettare il senso alternato, persino a piedi, raggiungo una piazzetta a balcone, intitolata a Dante, su cui si affacciano una serie di botteghe, si aprono tre vicoli di cui quello centrale, rettilineo, porta, in ripida salita, alla sede del Comune e alla Chiesa madre che si fronteggiano creando un curioso slargo a cuneo; e un secondo, quello di sinistra, scorre esterno, tipo circonvallazione, portando alla piazza della Rocca col Palazzo Ducale, nella quale si trovano una fontana in stile viterbese, con bocchette a forma di testa di leone, su cui campeggia un galletto di bronzo simbolo di Gallese e sul fondo un Arcangelo Gabriele, monumento ai caduti.

Non mi prolungo oltre… sul fascino di questo Borgo Laziale… e lascio parlare le fotografie.

    

Anteprima e-book
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