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Letteratura

L'arte nell'anima

A Grottaferrata intensa riflessione
sull'uomo e la sua arte

di Giada Gentili

Dal 27 Novembre al primo Dicembre si è svolta, anche quest'anno, una serie di conferenze sotto la direzione artistica della professoressa Cristina Soldano, che hanno riunito letterati e professori per confrontarsi e parlare de "L'arte nell'anima. Il sogno di una vita buona: segni, sfide, orizzonti".

Sono intervenuti esperti di scienze umanistiche e ognuno ha voluto dare un punto di vista diverso sull'argomento, proponendolo alla platea, che per quasi tutte le mattine è stata riempita da studenti liceali.

Venerdì 30 Novembre gli interventi hanno riguardato la musica di John Cage, di cui ha parlato il professor Leonardo Distaso. Cage nato nel 1912 e morto nel 1992 è stato un musicista singolare che ha tentato il più possibile di riprodurre i suoni naturali del mondo, cercando di essere il meno artificioso possibile; l'inintenzionalità della sua musica è stata una delle caratteristiche fondamentali della sua opera, ha affermato Distaso, che ha trasmesso alla platea la sua passione per il musicista, suscitando la curiosità dei presenti proponendo anche un brano.

Si è aggiunta la professoressa Gabriella Baptist che si è concetrata in particolare sul testo del 1945 "La morte di Virgilio" di Hermann Broch cercando di spiegare come sia stato quasi illuminante nella lettura dell'uomo del '900. Di Virgilio, considerato negli anni '30 una figura paragonabile al Fuhrer, avendo guidato Dante all'Inferno, viene narrato l'ultimo giorno di vita, momento di rivalutazione delle proprie scelte e riflessione sulla propria esistenza.

Sabato primo dicembre si è invece parlato del teatro e sono intervenuti il professor Lewicki docente presso l'Università Pontificia Salesiana e il professor Rocca, docente all'accademia Silvio d'Amico di Roma.

Queste poche battute non sono sufficienti nel dare la panoramica di ciò che è stato detto durante la conferenza ma certamente fanno emergere la trasversalità degli interventi.


Letteratura  

L'onirico in
Murakami Haruki

di Giada Gentili

Murakami Haruki è uno scrittore giapponese che negli ultimi anni ha visto crescere non solo le vendite suoi libri ma anche valutazioni eccelse da parte della critica e le traduzioni dei suoi romanzi in tutto il mondo. Tra i suoi testi più noti Kafka sulla spiaggia e la trilogia 1q84.

A un passo dal nobel per la sua capacità di unire la cultura giapponese-orientale con quella americana-occidentale, letto da adulti come da giovani per la molteplicità di trame e significati che emergono dalle sue storie, Murakami è stato anche protagonista di uno degli interventi della conferenza di venerdì 30 Novembre "L'arte nell'anima".

Mattia Zaccaro, scrittore romano, ha fatto luce in particolare sul tema dell'onirico che più volte ritorna nei testi di Murakami.

Introducendo la letteratura come lo scavare in un abisso e scavare un abisso, distinzione che presuppone la ricerca all'interno dell'essere umano e del suo cuore ed entrare nell'abisso di un altro (lo scrittore), Zaccaro si è poi concentrato sullo scrittore giapponese.

"L'essere umano come relazione all'onirico. Profili femminili nella letteratura di Murakami Haruki" era il titolo dell'intervento. In Kafka sulla spiaggia più volte i personaggi affermano che "dai sogni iniziano le responsabilità" ed appunto in un continuo dialogo tra la veglia e il sonno, che tra loro devono comunicare, Zaccaro ha fatto emergere quanto il sogno debba essere, non solo riflessione sul passato e sulle azioni compiute, ma anche prospettiva per il futuro; Murakami infatti, ha descritto in 1q84, un mondo onirico dove i protagonisti non si limitano a stare, ma vi si incontrano e cambiano al suo interno.

La chiave per capire la logica del sogno (perché Zaccaro ha affermato che il mondo dell'onirico non è privo di logica ma ha semplicemente una logica diversa) è una delle domande più complicate a cui dare risposta, ma se per ogni domanda vitale dell'uomo corrisponde continua ricerca, fondamentale rimane per l'essere umano trovare la porta per uscire dal sogno e permettergli di dialogare con la veglia.

L'essere umano autentico, ha concluso Zaccaro, "si vaglia anche per la sua capacità di essere sveglio sognatore". Lo scrittore romano ha accompagnato per mano la platea (quasi tutti ragazzi) a questa conclusione ribaltando così l'accezione, generalmente negativa, che si dà ai giovani dei nostri giorni accusandoli di vivere perennemente nel mondo dell'onirico, e affermando così che né la veglia né il sogno debbano essere considerati marginali in una vita che voglia essere tale.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)