Abbattere
di Dante Fasciolo
Giornalista, scrittore, autore-regista cine-televisivo. Esperienza pluridecennale a Rai Uno. Ha pubblicato libri di testimonianze, saggi, esperienze e collane di volumi d’arte. Collaboratore di alcuni quotidiani nazionali, ha diretto agenzie stampa e testate di vario tipo. Si occupa di Ambiente, natura, Spiritualità , Arte, fotografia. Dirige il settimanale online papale-papale.it (dantefasciolo@gmail.com).
La selezione delle opere, in linea con le indicazioni che caratterizzano la Biennale, sottolinea la puntuale attenzione alle opere esaminate sotto il profilo dell’esecuzione artistica, e parimenti, sotto il profilo del contenuto che hanno inteso esprimere. Emerge con evidenza la professionalità dei lavori presentati. Segno e colore sottolineato la sicurezza degli artisti a rappresentare loquaci immagini, altresì caratterizzate da intelligibili valori legati alle attualità che il nostro tempo ci propone.
Santa Maria alla Cava di Ispica si trova nel fondo valle, ai piedi ed all'esterno del Parco Forza. Una parete con lapidi commemorative, sormontata da un arco trionfale a tutto sesto, racchiude un'antica abside-presbiterio rupestre che, assieme ad alcuni avanzi perimetrali esterni, fu risparmiata dal terremoto del 1693.
Ti ho riconosciuto, amico pinguino, mentre dallo schermo avanzavi in composta fila, coi tuoi fratelli: il passo, commisurato alle zampe, lento, ordinato, maestoso verso un obiettivo preciso. Una prima lezione per l’uomo disordinato e confuso: smarrito al crocevia del bene e del male, del giusto e l’ingiusto.
Colpi secchi di martello sovrastarono pianto e grida; il robusto chiodo trafisse le carni e penetrò con forza le tue fibre.
Ora, senti insinuarsi nei tuoi tessuti, lentamente, un calore mai avvertito, una sensazione mai provata, un brivido! Come flebo, il lungo chiodo stilla linfa vitale: il sangue della vita…
Eccoci presso il lago di Tret, e da una scaletta di ferro si potrà scendere tra rocce incassate, custodi di un suggestivo sentiero verso Fondo, paese orgoglioso dei suoi palazzi affrescati e del suo orologio ad acqua…tutt’intorno verdeggiano meleti. Il sentiero si addentra nel bosco ed ecco un eremo di sogno, San Romedio, originale per costruzione in verticale, nel tempo, dalla cima in basso...
Otto tappe aspettano gli appassionati camminatori che oltre il panoramicissimo altopiano di partenza devono affrontare subito un’arrampicata dai 1500 metri ai 1800, punto più alto di tutto l’itinerario in cima al quale svetta una magnifica torre campanaria della chiesa dedicata, appunto, a San Vigilio.
E così pellegrini di ogni epoca sono saliti al Gargano con questo obbiettivo calcando simbolicamente le orme dei vescovi pugliesi che due anni dopo l’apparizione procedettero al suo riconoscimento ufficiale come luogo di culto e di preghiera, già consacrato dagli angeli.
Il primo fra i potenti della terra fu il giovane imperatore Ottone III che andò ad implorare proprio lì il perdono ai suoi misfatti in abiti di umile penitente.
Non potendo riprodurre l'incomprensibile scritto, abbiamo pensato di offrirvi un sorriso...per ammortizzare un po' la fatica quotidiana vieppiù appesantita dai tempi non virtuosi che stiamo vivendo, riproducendo una parte dei disegni e promettendo di offrirvene altri nei prossimi numeri del giornale (senza fissare in calendario).
Una diversa luce sembra illuminare l’umile mangiatoia di un bue e un asinello e Francesco chino e genuflesso piange, un pianto che si fa armonia e riverbera nel bosco.
...Ciao Gigi, pagina aperta di un libro amico...