Brexit,
di Amanzio Possenti
La Brexit, grazie alla quale Londra uscì dalla Ue sfilandosi dalla comunità dei 27 Paesi europei, ha subìto un ritocco significativo ma piccolo, tuttavia aperto, pur se in forma ‘embrionale', ad una nuova possibilità di reincontro (positivo per ambedue le parti) con l’Europa.
Restano le distanze ma si riducono parzialmente - ancorchè da chiarire nei dettagli - su temi assai importanti come sicurezza e difesa, dalla cybernetica all’antiterrorismo. Non estraneo -si ipotizza - l’interesse al programma europeo Safe.
Comunque è una scelta che, pur mantenendo ferma la Brexit, ne evidenzia taluni aspetti modificabili, pure qualificanti, riproponendo il Regno Unito - dove molti europei, e giovani italiani in particolare, vivono tra lavoro, studio e attività economiche - in una posizione meno ‘staccata’ dall’Europa.
In un mondo nel quale tutto o quasi è globalizzato - scelta positiva e necessaria o incombente e forzatamente precaria? - ritrovare la possibilità di una condizione comune di collaborazione come punta ad essere il nuovo partenariato Regno Unito-Ue appena sottoscritto - è un risultato che depone favorevolmente nello sguardo continentale ad un futuro meno intriso di pre-posizioni.
Del resto il Regno Unito ha avviato una intensa collaborazione con alcuni Paesi Ue nelle scelte - comuni – in tema di sostegno all’Ucraina aggredita dalla Russia e il Regno Unito è entrato a far parte dei cosiddetti ’volonterosi’ impegnati ad affrontare il problema della cessazione del fuoco e della pace (a lungo e da tutti attesa).