#333 - 24 giugno 2023
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascerà  il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Costume e Società

Narrazione

di Amanzio Possenti

Va molto di moda ascoltare nei dibattiti TV la parola narrazione. Finora la si conosceva e la si utilizzava perlopiù nelle critiche letterarie.
E’ stato però effettuato un salto.. strumentale, conferendole una onnivalenza, dall’uso politichese (soprattutto) a quello di ricorso in qualsiasi evenienza. Ne siamo invasi come gli assolutamente sì o no – dizione consueta che ha perduto il valore di eccezionalità e discrezione - oppure l’avverbio già ,entrato forzatamente in ogni conversazione.

Narrazione

Niente di grave in sé, salvo per linguisti e puristi; di fatto accompagna un po’ tutto sino a proporsi come modo di esprimersi valido per ogni frittata.
Pare che quanti ne fanno uso sistematico, principalmente i politici, vi si ritrovino volentieri, a loro agio. Una sorta di ’mantra’ che funziona pur non narrando niente come invece si pretenderebbe.
Ne ascoltiamo la facilità d’uso quasi fosse un termine onnicomprensivo, soprattutto quando – e accade spesso - si confrontano o si scontrano le opinioni dell’x verso lo y e si scatena la bagarre verbale con il proposito di.. trascinare l’ascoltatore, un po’ sordo o indifferente, alle chiacchiere di parte. La ’narrazione‘ - si fa sapere - è questa non l’altra o viceversa, lasciando intendere trattarsi di un fondamentale informativo: nella realtà è il codicillo di una polemica vetusta e ripristinata come nuova. Quanto suscitatrice di svolta dialettica?

Di narrazione in narrazione il tema e la connessa scelta si modificano e lo spettatore ne deve rincorrere lo sviluppo procedurale. La posizione ‘A’ viene rielaborata, riproposta e servita in altri aspetti, quella ‘B’ di conseguenza subisce aggiustamenti. Si rende necessaria un’altra ’narrazione’: che fa comodo, poichè, in sostanza, narrare non è necessariamente omologare, bensì soltanto parlare. Le mille parole si mischiano e sovente si dimenticano.
Così si va avanti senza più sorprendersi e la ’narrazione’ si trasforma in strumento verbale universale : ‘allora tanto meglio farsela propria...’ , si commenta. Essa sembra promuovere necessità (?) di dialogo: la forma si fa contenuto.
Uno dei possibili (e inaccettabili) risvolti.

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