#260 - 4 aprile 2020
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rester in rete fino alla mezzanotte di mercoledi 30 aprile quando lascer il posto al n 363 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA - Nasciamo nudi, umidicci ed affamati. Poi le cose peggiorano - Chi non s ridere non è una persona seria (P. Caruso) - l'amore la risposta ma mentre aspettate la risposta, il sesso pu suggerire delle ottime domande (W. Allen) - Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine ed altre che rimangono single per un colpo di genio - Un giorno senza una risata un giorno sprecato C. Chaplin) - "Il tempo aggiusta ogni cosa" Si sbrigasse non sono mica immortale! (F. Collettini) - Non muoverti, voglio dimenticarti proprio come sei (H. Youngman) - La differenza tra genialit e stupidit che la genialit ha i suoi limiti (A. Einstein). -
Arte

Il Coronavirus ci costringe a restare in casa

Riflessione e azione di un Pittore

Quante mail, perchè?

Ancora incantevoli Monti di Filippo Parodi

per recuperare serenità e senso di bellezza

L'isolamento volontario può essere visto come la conquista dell'anacoreta nell'incanto della ricerca mistica e spirituale ma quello imposto, anche se per ragioni validissime, taglia la spinta naturale del singolo verso gli affetti che nutrono e motivano la sua vita.
I vecchi, che hanno perso la capacità di progettare e di rinnovare l'amore per la vita, hanno visto restringersi l'orizzonte dei propri interessi con la paura della paralisi dei pensieri che sostengono la ricerca per vivere il domani.
E' un panorama da “Day After”, dove latitano i colori e il movimento langue, dove siamo tutti estranei nei comportamenti perché aleggia invisibile il mostro Corona, come un avvoltoio appollaiato anche sulle spalle delle persone che ami, pronto a colpire.
I contatti sono, ogni giorno di più, proibiti con grande consapevole durezza e al padre non è più consentito abbracciare la figlia, ma neppure guardarla da lontano al famoso metro di salvaguardia.

Quante mail, perchè?

         *(Un grande orefice a livello planetario ha lavorato migliaia di anni per cesellare volumi così arditi e preziosi. Colate di oro fino per raccontare vicende lunghe secoli e l’arte di un bulino esperto che si avvale di vento, sole e gelo per incidere la pietra e trasformare in gioiello. "La Croda dei Toni." (50x36) – La chiamano anche “Cima XII” ma è più personale pensare a una grande cima capace di esaltare la voce dei temporali. Un gigantesco torrione dalle ampie spalle che guardano nel vuoto e domina la parte centrale delle Dolomiti di Sesto. Ripresa dall'altopiano di Pian dei Buoi la vista della torre è del tutto diversa: contornata da campanili e crode, cime puntute come obelischi che ne esaltano per contrasto la forma possente e dominante.)*

Che resta al vecchio in quarantena?
Se non vuole rinunciare a progettare per dare significato al proprio domani deve trovare il “modus operandi” per salvarsi. Non deve rinunciare a esprimersi, malgrado le cure quotidiane, deve creare un segno, una storia, una poesia. Un racconto, un quadro da offrire a chi gli vuole bene per mantenere un contatto umano vitale e rinnovabile senza limiti temporali. La parola è da sempre l'orma scritta del pensiero: si può rileggere, affinare, limare come una scultura capace di rinnovarsi, un'Araba Fenice che dalla cenere rinasce sempre vitale.

Quante mail, perchè?

         *("Le Torri di Cortina". (50x36) – Schegge di roccia venute giù dal monte e infisse l'una accanto all'altra per creare un mondo riservato agli scalatori. Un mondo affascinante vicino al flusso turistico che scorre poco lontano ma non disturba chi si addentra per toccare la roccia e saggiare dal vivo i propri desideri di salita. Cinque Torri, ognuna con il suo profilo elegante e le sue strutture di fondazione come grattacieli in sedicesimo che la neve ha segnato di bianco.)*    

Forse è per questo che mi alzo con la preoccupazione di non aver risolto graficamente un'immagine delle mie montagne o non aver colto quel segno che si muoveva nella mia testa giorni fa nel raccontare un castello di luce nel buio della notte romana. (tornare a vedere i numeri precedenti di questo giornale).
Forse è per questo che mando via mail i miei conati espressivi a volte incompleti o non completamente risolti, talaltra nascosti in forme poco leggibili e criptiche, mando piccioni viaggiatori in attesa che ritornino portando messaggi di amicizia.
E' il mio modo di abbracciare il mio piccolo mondo di affetti e di cure per ascoltare gli echi dei miei canti d'amore.

Quante mail, perchè?

         *("Cimon de la Pala". (50x32) – Visto così sembra aver perso I connotati che lo hanno reso famoso tra tutte le cime dolomitiche: è  scomparso quel dente ardito, si è nascosto dietro lo spallone che scende vertiginoso verso valle ma non ne ha risentito la sua regale bellezza e le altre cime che gli fanno corona rendono l'immagine molto più interessante. La neve ha imbiancato anche le pareti verticali aiutata da un vento del nord che l'ha stuccata a forza negli anfratti e nelle crepe lasciando però vene di rosso a macchiare l'inverno bianco.)*
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