#206 - 18 novembre 2017
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterŕ  in rete fino alla mezzanotte di mercoledi 30 aprile quando lascerŕ il posto al n° 363 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA - Nasciamo nudi, umidicci ed affamati. Poi le cose peggiorano - Chi non s ridere non è una persona seria (P. Caruso) - l'amore č la risposta ma mentre aspettate la risposta, il sesso puň suggerire delle ottime domande (W. Allen) - Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine ed altre che rimangono single per un colpo di genio - Un giorno senza una risata č un giorno sprecato C. Chaplin) - "Il tempo aggiusta ogni cosa" Si sbrigasse non sono mica immortale! (F. Collettini) - Non muoverti, voglio dimenticarti proprio come sei (H. Youngman) - La differenza tra genialitŕ  e stupiditŕ č che la genialitŕ  ha i suoi limiti (A. Einstein). -
Alberi

21 novembre Festa degli alberi

Quercia: Albero Simbolo d'Italia

di Dante Fasciolo

Hai un nome che indica possanza, forza e vigore, generositĂ .
Ti vanti della tua chioma, rigogliosamente verde,
e mostri le tue foglie lobate ed ondulate,
gelose nel custodire la ghianda, frutto oblungo, prima che cada in terra.

Le tue robuste radici spingono nel profondo argilloso o sabbioso,
in cerca di sali minerali per nutrirti a dovere,
e in cerca d’acqua per smorzare l’arsura quando il sole picchia d’estate.
E se è vero che adori il caldo, anche afoso,
e pur vero che non ti lasci intimidire dal gelo dell’inverno.

Vivi a volte isolata, e spicchi in cima a dune di sogno,
ma ami anche essere in compagnia nei boschi:
querceti di antica storia come “La Mesola” bagnata dal Po;
o della “Fontana” in piena padania; o del silenzioso “Ticino”.

Trovi comodo ogni dove, in pianura e in collina, dal mare ai monti,
e hai spinto le tue dimore dal Mediterraneo al Caucaso
fraternizzando con tante specie dell’universo vegetale,
a cui fai da padre o fratello maggiore con severitĂ :
austera effigie, scultura naturale protettrice.

Tra le tue foglie, sicuri nidi di uccelli sono riparati;
lungo i tuoi rami, miriadi di piccoli insetti trovano rifugio;
e dai spazio ai giochi di ragazzi acrobati che scalano la tua cima.
Sotto la tua ombra, consuma il suo desco l’umile contadino;
mentre giovani coppie nascondono effusioni d’amore.

Maturo e consapevole offri il tuo robusto legno all’uomo:
in tempo memorabile hai permesso navi forti e durevoli;
hai piegato le tue toghe per botti di prezioso vino;
hai custodito pane e formaggio nelle “mattere” contadine,
e hai preso raffinate sembianze in mobili di pregio,
infine hai ceduto al fuoco per scaldare mani tese al camino.

Le tue ghiande hanno nutrito a lungo animali,
e apparecchiato ottime bevande caffeinizzanti per l’uomo;
cotte alla brace e macinate hanno lenito ferite,
con esse, la medicina dei nonni ha guarito tosse,
e insieme a foglie e corteccia, preparato decotti miracolosi.

Anche gli Dei ti hanno reso l’omaggio che meriti:
Zeus ha scelto un querceto per sposare Era
e ti ha elevato a simbolo insieme all’aquila e al fulmine.
Sei stata quercia tagliata da Atena per la prua della nave Argo,
e il Campidoglio di Roma ha scelto di erigersi sul querceto amico.
Perfino Robin Hood, ti ha amato e presso di te dimorato.

Oggi, pochi fanno attenzione alla tua presenza, ma tu ci sei:
intorno a noi, più viva che mai, albero simbolo d’Italia.

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