#154 - 11 aprile 2016
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascerà  il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Pagine Preziose

Sezione CAI di Reggio Emilia

Il rifugio "Cesare Battisti"

Ristampato il libro del 1925 di Pietro Montasini

Il Rifugio "Cesare Battisti" a Lama Lite, tra il Cusna e il Monte Prado, oltre ad essere una delle eccellenze del Parco Nazionale dell'Appennino tosco-emiliano, ha una storia complessa, che va anche al di là del suo valore come rifugio.
Ricostruito completamente nel 1970 dalla Sezione reggiana del Cai, che ne è tuttora proprietaria, ampliato con una nuova ala nel 2007, in realtà vide la luce nel 1925, realizzato dall'Uoei, Unione operaia escursionisti italiani. L'aggettivo "operaia" non era casuale nel nome dell'associazione (ancora viva in alcune province italiane). Era una associazione che aveva lo scopo di avvicinare alla montagna non solo le elites che fin dall'800 avevano praticato l'alpinismo, ma anche i ceti popolari.

A Reggio Emilia animatore dell'Uoei, e propugnatore della realizzazione del rifugio, fu Pietro Montasini, nato nel 1901, repubblicano e figura di spicco dell'antifascismo reggiano, che poco tempo dopo la costruzione del Rifugio fu costretto - per le sue idee - ad espatriare in Francia. In occasione dell'inaugurazione Montasini, che era anche giornalista ed ottima penna, scrisse il volumetto (stampato dalla Cooperativa Lavoranti Tipografi) che raccontava la storia della costruzione del Rifugio a Lama Lite, allora località molto impervia da raggiungere. Un testo interessantissimo, che spiega non solo le peripezie della costruzione, ma anche lo spirito con cui l'Uoei lo volle realizzare.

E fa bene Iglis Baldi (direttore del giornale del Cai reggiano Il Cusna), che ha promosso e curato la ristampa, a ricordare nella presentazione le parole di Pietro Montasini: "Un Rifugio deve essere utile al maggior numero possibile di persone; (.....) deve sorgere dove il bisogno è più sentito, dove le comodità oggi esistenti sono minori, dove i pericoli sono più frequenti".

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